60.Epilogue

1.2K 75 54
                                    

"Crede che io possa domandarglielo... cioè, accetterà di sposarmi?" Chiese il ragazzo, che ormai si era laureato con ottimi voti, così come Jimin.
"Oh Jungkook, ormai sai che non devi rivolgerti a me dandomi del lei. Ci conosciamo da tempo, no?"
Il ragazzo dai capelli castani annuì.
"Credo di non aver mai superato il fatto di aver causato sofferenza a suo nipote quella volta, rimarrà sempre qualcosa di sbagliato anche nei suoi confronti."
Nonna Park gli prese le mani nelle sue.
"Ascoltami bene, Jeon Jungkook. Io ti ho perdonato, ancora anni fa. Anche Jimin lo ha fatto, e per tutto questo tempo tu hai dimostrato che la promessa da parte tua è stata mantenuta, lo ami e si vede, ma l'ho sempre saputo. Voi due insieme siete davvero belli, vedere mio nipote contento ed innamorato della persona giusta è qualcosa che mi rende felice. Jungkook, io prima o poi me ne andrò da questo mondo, la mia vita non è infinita. Resta accanto a Jimin, fallo per me. Per nonna Seyun."

Anni dopo...

Jungkook aveva appena compiuto 32 anni, Jimin ne aveva quasi 34.
Erano in ritardo come sempre, a causa del traffico.
Le loro figlie li aspettavano a scuola, e dovevano sbrigarsi per cercare di arrivare in orario per una volta nella loro vita di genitori.
Si erano sposati pochi mesi dopo il dialogo che il castano aveva avuto con la nonna di Jimin. La stessa era morta un anno dopo, distruggendo completamente il cuore dei ragazzi. Per fortuna, però, i signori Park erano molto migliorati e presto sarebbero stati dimessi dalla clinica. Tra Junghyun e Tia andava tutto a meraviglia: decisamente la vita che sognavano, tutti quanti.
"Scusa se sono arrivato tardi dal lavoro, ma avevano bisogno di me in aula insegnanti." Spiegò il più piccolo dei due, che aveva scelto come professione quella di docente universitario di Pedagogia. Il marito, ridendo, aveva ribattuto che i suoi orari alla scuola di danza erano molto meglio, e che i ragazzi lo adoravano, come ogni anno. Insegnava danza classica e moderna, era uno dei docenti preferiti dai giovani.

Una volta giunti alla scuola elementare di Busan, i due parcheggiarono e corsero verso l'entrata... per una volta, in perfetto orario.
Si incontrarono con i loro amici, i cui figli frequentavano la stessa scuola, seppur alcuni in classi diverse: la figlia di Yoongi e Hoseok, Leah Min-Jung; una bambina dolcissima di otto anni. Il figlio di Namjoon e Jin, Yonsung Kim: era come la sua eommaseok, appassionato di moda. Poi vi era il migliore amico della loro figlia maggiore e figlio di Taehyung e la sua ragazza, Keran Kim, insieme a sua sorella Luyen. Infine, i gemelli di Junghyun e Tia, i più piccoli: Chong e Pav Jeon, il secondo portava un nome spagnolo scelto dalla madre di Tia.
I bambini andavano tutti d'accordo tra loro, siccome spesso i loro genitori organizzavano cene tutti insieme, fin da quando i ragazzini erano ancora dei neonati nelle culle.
"Appa!" La figlia più giovane di Jungkook e Jimin saltò in braccio all'uomo dai capelli ora nuovamente biondi.
La sorella più grande, dopo aver salutato con un piccolo abbraccio l'amico Keran, corse tra le braccia di Jungkook, mostrando il suo ottimo voto in matematica.
Una volta salutati amici e figli vari, la famiglia Jeon-Park si avviò verso l'auto.
I genitori avrebbero portato le bambine in un posto speciale, e così fu infatti, non sarebbe stato scordato facilmente quel pomeriggio di metà settembre. Le foglie coloravano il paesaggio, come durante il primo giorno di università dei ragazzi, lo ricordavano davvero bene. Erano speciali i colori, gli odori, i sapori e le sensazioni di quel che era l'autunno, il loro autunno. La stagione dei cambiamenti e delle rivoluzioni, tra il calore dell'estate ed il freddo dell'inverno: la perfezione sotto forma di stagione, la loro stagione.

"Appa Jiminie, appa Kookie, dove andiamo?" La piccola Jia, chiamata così in onore della sorella di Jungkook, tirò la manica del più giovane.
"Ora lo saprai, piccola peste."
Entrarono al cimitero, tutti e quattro.
"Siamo venuti a trovare la bisnonna e la zia?" Chiese la maggiore, Seyun, che aveva preso il nome da nonna Park.
"Esatto, tesoro." Rispose Jimin.
La famiglia passò un po' di tempo a salutare i parenti, mentre gli uomini raccontavano alle bambine tutta la storia di come si erano conosciute, e di come quelle persone avessero influenzato il tutto.
Ormai, la storia è già stata raccontata in 59 parti, ma le bambine appresero tutto in un pomeriggio.
"Dunque... è stato tutto un grandissimo casino?" domandò la figlia maggiore.
"Hai riassunto alla perfezione la nostra vita, Seyunnie. Mi dispiace non aver parlato prima a voi bambine di tutto questo, io e appa Jimin non volevamo tenervi nascosto il passato."
Jia prese la maglia dell'uomo biondo e la sollevò. "È qui dove ti sei fatto male?" Chiese, sfiorando i segni del dolore che suo padre si era inflitto da giovane.
"Sì, piccola. E... poco più sopra, dove ho il cuore, il tuo papà ha sistemato tutto. Voi non sapete ancora il grande potere che ha l'amore. Noi lo abbiamo capito piano piano, un passo dopo l'altro."
Jungkook stava piangendo.
E non riusciva a fermarsi, era più forte di lui.
"Non devi piangere." Sussurrò il marito, stringendolo a sè, imitato dalle figlie. A soli 7 e 10 anni, quelle bambine avevano imparato molto sulla vita.
"V-vi voglio tanto bene."
Era la sua famiglia.
Li amava, ed era amato.
E dire, che tutto era cominciato con un saluto banale, in un'aula universitaria con la timidezza di Jimin e la testardaggine di Jungkook.
La loro storia era partita da cose così normali da sembrare quasi banali, che piano piano si erano intricate, i loro destini legati fin da piccoli, le famiglie che erano connesse dal dolore. Un dolore che insieme avevano preso, curato, lasciato alle spalle e messo nel grande bagaglio della vita.
Jungkook amava Jimin.
Jimin amava lui.
Cosa poteva volere ancora?
Solo di restare.
Ancora una volta.
Un altro bacio, un altro abbraccio.
Su un letto, mano nella mano.
Sguardi, lacrime, sorrisi.
Sogni, pianti, risate.
Era così facile sorridere accanto a lui.
E sì, sarebbe rimasto così.
Per sempre.

Fine

𝐏𝐥𝐞𝐚𝐬𝐞, 𝐬𝐭𝐚𝐲 𝐟𝐨𝐫𝐞𝐯𝐞𝐫-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora