Jungkook lo aspettava davanti alla porta di casa, con un grande sorriso.
"Buon pomeriggio, Jiminie." disse, salutandolo con un bacio a fior di labbra.
"Ciao Kookie~"
La nonna del biondo fece capolino dalla finestra. "Tesoro, anche se siete uomini ricordate di usare le protezioni del caso!"
"NONNA!" esclamò Jimin, rosso in viso almeno quanto la giacca rossa che aveva deciso di indossare.
"Vai, su." l'anziana lo salutò, rientrando in casa. Jimin rimase in silenzio, imbarazzato da quanto era appena accaduto... tutto sotto gli occhi
del suo futuro ragazzo, decisamente da sotterrarsi vivi.
"Andiamo." lo invitò il castano, prendendo la piccola mano di Jimin nella sua. Il ragazzo dai capelli biondi arrossì immediatamente, aggiungendo un altro tono di rosso alle sue guance già rosee per l'imbarazzo provato poco prima.
"Jimin-hyung, non essere così rigido, rilassati." aggiunse poi, notando come il ragazzo si fosse seduto al suo posto nella limousine, osservando fuori dal finestrino il paesaggio.
"J-Jungkook, io..."
Il castano strinse nuovamente la mano del biondino, parlandogli dolcemente. "Sei in imbarazzo per ciò che tua nonna ha detto? Oh Jiminie, sapessi cosa mi ha detto mio fratello, non devi affatto vergognarti okay?"
"O-Okay, Kookie."
Il biondo sentì il più piccolo lasciare la sua mano, per poi lasciare che il maggiore si accomodasse con la testa sulla sua spalla.
"Dormi, Jiminie, c'è un sacco di traffico e siamo bloccati per strada."Casa Jeon era sempre troppo grande secondo Jimin, gli metteva pressione quel luogo così diverso dalla piccola e calma realtà alla quale era abituato.
"Ti va di guardare un film sulle emozioni?" il castano lo accompagnò fino alla stanza adibita a 《cinema》.
"Volentieri, in lingua originale?"
"Con i sottotitoli." precisò Jungkook.
"Se fa piangere, io ti picchio."
Finito il film, (Jimin pianse, e parecchio: odiava quando le scene tristi avevano anche la musichetta sotto), il ragazzo più giovane portò il biondino a salutare sua madre e suo padre, appena rientrati dal lavoro.
Lo fece però ad una condizione, che ovviamente lo stesso Jungkook odiava, ma aveva paura.
"Io e te, per i miei genitori, siamo solamente amici. Ancora non ho trovato il coraggio per..."
Il ragazzo capì subito. "Tranquillo, è okay."
Una donna dai capelli scuri, che somigliava molto a Jungkook salutò il ragazzo, assieme ad un uomo poco più alto di lei.
"Benvenuto, è un piacere rivederti, Jimin."
Il biondo fece un piccolo inchino in segno di rispetto. "Buon pomeriggio signori Jeon, sono stato invitato qui per un lavoro di inglese, spero che la mia presenza qui non disturbi."
La donna rise. "Non essere così formale; che poi mi sento anziana, vero caro?" disse, guardando il marito.
"Esatto. Comunque fa pure come se fossi a casa tua, Jimin. Oh... Jungkook, tra poco io e tua madre dobbiamo ricevere degli ospiti proprio qui in soggiorno. Se vuoi potete salire in camera tua. Andate pure nella stanza di Jia se vi serve qualche libro in inglese, nella sua libreria ci sono un sacco di romanzi anche vecchiotti."
Jungkook annuì. "Certo, grazie papà. Vieni di sopra, Jimin-hyung. Facciamo le scale, mi sembra che tu stia meglio con la caviglia."
Il biondino annuì. "Va benissimo."
Mentre salivano le scale, chiese a Jungkook il motivo per il quale nella loro casa fosse presente l'ascensore.
"Beh... mia nonna non riusciva a camminare. Questa casa è stata costruita da mio padre poco prima che io nascessi, e voleva che fosse accessibile a chiunque avesse problemi di deambulazione, o anche solo per portare su i carichi pesanti." spiegò il più giovane, con un sorriso nostalgico. "A mia nonna piaceva tanto prendere l'ascensore. Diceva spesso che l'avrebbe portata verso il cielo, e lo ha fatto. Io, Jia e Junghyun eravamo piccoli; ma ho ancora un album con tutte le nostre foto."
Il maggiore si accorse che il ragazzo che amava stava per piangere, semplicemente dal tono di voce. Si fermò a metà scala e lo strinse in un abbraccio: silenzioso, confortevole e portatore di calma.Mentre scrivevano la penultima parte della presentazione, Jimin chiese di poter andare in bagno, sicuro di ricordare dove fosse, e infatti non si sbagliò: il problema si presentò quando, incerto su quale fosse la porta della stanza del castano, ne aprì una a caso.
Si trovò davanti ad una camera dalle pareti lilla, e si fermò un attimo a guardarla: vi erano alcuni disegni appesi alle pareti, una vasta libreria a muro e un grande letto con coperte a fantasia floreale. Era una stanza davvero bella, ma decise di non entrare: non era compito suo curiosare in giro per le case come facevano nei programmi TV.
Chiuse la porta, aprendo poi quella accanto: era la camera giusta.
"Che è successo? Ti sei perso?" domandò Jungkook ridendo, per poi posare la penna e mostrargli il testo che aveva terminato mentre il ragazzo era in bagno, che rispose subito dando anche il suo parere.
"Mi sono perso, sì. Oh... direi che è perfetto, ora ci manca solamente la conclusione, che cosa vorresti scrivere?"
Il castano non ci mise molto a trovare una risposta soddisfacente.
"Abbiamo passato due ore qui, possiamo anche fare altro. Ti va di fare una passeggiata nel parco qui vicino? Sai, il parco dove ci siamo visti la seconda volta..."
Il più grande annuì. "Ci sto. Poi però verso le sei e mezza devo tornare a casa, ho da preparare la cena per mia nonna, lei mangia molto presto quasi ogni sera, poi va con le sue amiche a giocare a carte o a scacchi in un centro di ritrovo per anziani."
"Ho capito quale! Vicino alla piscina, vero?" Jungkook sembrò interessato.
"Esattamente, lo conosci?"
"Accompagnavo nonna tutti i sabati pomeriggio, quando c'era la maratona di film romantici. Credo di saperli più o meno tutti a memoria."
Prima di uscire, il padrone di casa chiese al più grande di fare una foto assieme, come ricordo del 《primo pomeriggio passato insieme.》
Il biondino non ebbe problemi, era una casa stupenda e con delle luci perfette per fare foto: non ne postava una su Instagram con qualcuno da troppo, troppo tempo.
E poi... si sentiva felice, così felice.
"Mettiti in posa, dai." rise Jungkook.
Sembrava un bambino, amava fare foto e soprattutto selfie, anche se avrebbe voluto postarli tutti. Jimin, al contrario, selezionava attentamente le foto migliori da postare: mise infatti quella che a suo parere era uscita meglio, sorridendo.
Era stato un bellissimo pomeriggio, la continuazione di una perfetta mattinata, mancava solo una bella sera a completare l'opera.
Nella descrizione della foto, decise di scrivere parte di un verso preso da una canzone che aveva scritto lui stesso: Serendipity.Spazio autrice
Salve~
Manca tipo stra poco a Natale aaaaaaaaaaaaaa (Happy me)
Finalmente le lezioni all'università sono finite! Cercherò di aggiornare spesso, ma ho parenti e amici vari in visita, quindi non garantisco😂
Anyway, vi invito a leggere la mia very short Jikook 《Tutti i colori dell'amore》 che è quasi conclusa.Buona serata♡
~Ely❤
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𝐏𝐥𝐞𝐚𝐬𝐞, 𝐬𝐭𝐚𝐲 𝐟𝐨𝐫𝐞𝐯𝐞𝐫-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 ✔
Fanfiction[Completata] 𝐃𝐮𝐞 𝐮𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐢𝐭𝐚𝐫𝐢 𝐝𝐚𝐥 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐚 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞 𝐢𝐧𝐭𝐫𝐞𝐜𝐜𝐢𝐚𝐭𝐨, 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐩𝐚𝐫𝐜𝐡𝐞 𝐦𝐨𝐥𝐭𝐨 𝐬𝐭𝐫𝐨𝐧𝐳𝐞, 𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚𝐦𝐛𝐢 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐫𝐢𝐜𝐞𝐫𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐟𝐞𝐥𝐢𝐜𝐢𝐭à...