28.Promise

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"Mi hai appena chiesto..." vide Jimin sorpreso, non se lo aspettava.
Il suo viso era ancora rigato di lacrime, ma si vedeva comunque lo stupore.
"Sì, Jimin." mormorò incerto.
"Io... lo vorrei tanto, Jungkookie." rispose allora il biondo, prendendogli le mani e attirandolo verso di sè.
"Voglio ricordare questo noi per sempre." spiegò, prima di baciare Jungkook con tutto l'amore che aveva, e il castano lo sentì.
C'erano solamente loro in quel luogo, quando stavano insieme era come se tutto attorno a loro sparisse.
Quando si staccarono, il castano asciugò le lacrime sul viso di quello che ora poteva definire il suo ragazzo con un fazzoletto, ammirando il bellissimo sorriso che si era formato sul volto del biondo.
"Quando ci siamo parlati le prime volte, avevi detto di non riuscire a sentire la felicità." ricordò il più piccolo, ad alta voce.
"Ora la posso sentire, la posso vedere, la posso anche baciare." rise Jimin, lasciando che il silenzio riempisse quel dolcissimo momento.
"Andiamo da qualche parte, piccolo?" il soprannome che usò fece arrossire il maggiore, che annuì prendendolo di conseguenza per mano.
"Dove vuoi andare?"
"Ovunque, con te."
Jungkook ebbe un'idea.
"Ti andrebbe di vedere il mare?" domandò, curioso della risposta.
"A quest'ora?" Jimin strinse leggermente la sua mano.
Il castano annuì.
"Ma non abbiamo nulla con noi..."
Il minore rise. "Ho un po' di soldi, c'è un negozietto aperto 24 ore su 24 qui vicino, vendono anche asciugamani, possiamo prenderne un paio, e magari una coperta." propose.

Quello strano shopping sembrò divertire Jimin; che assieme a lui scelse cosa prendere: una grande coperta calda, un telo dove sdraiarsi e due asciugamani da mare, avrebbero potuto benissimo fare il bagno vestiti, visto che il luogo non vendeva costumi. Presero una grande sporta, dove misero tutto quanto avevano comprato. Una volta pagato tutto; uscirono.
Avevano provato parecchie cose dentro al negozietto, nel reparto dedicato all'abbigliamento: cappelli, buffi completi con tanto di papillon e anche gonne hawaiane. Era stato bellissimo poter sentire il suo ragazzo ridere così spontaneamente, vederlo divertirsi con qualcosa di apparentemente normale.
"Quanto è distante la stazione?" chiese il biondo, riportandolo al presente con i pensieri.
"Un po'. Prendiamo il bus notturno?" Niente a che vedere con il fantastico Nottetempo di Harry Potter, ma il 12 li portò in poco tempo in stazione; non c'era nessuno a quell'ora.
Si fermarono alla biglietteria automatica, comprando sia andata che ritorno, a Jungkook sembrò una di quelle che scene viste soltanto nei film; aveva sempre sognato di fare qualcosa di quel genere.
Busan non era lontanissima dal mare, ed era un bene per i due ragazzi, il viaggio sarebbe stato abbastanza breve, ma sufficiente per riposare almeno un po'.
Salirono, sedendosi nei posti che erano stati loro assegnati loro.
Jimin si sistemò in modo da poter dormire, e infatti si addormentò subito. Sembrava un angelo, Jungkook si sentì bene quando il ragazzo che riposava accanto a lui decise che la sua spalla sarebbe stato un ottimo cuscino.
Preoccupandosi della salute del proprio fidanzato, coprì entrambi con la coperta che avevano comprato.
Chiuse gli occhi, lasciandosi trasportare dai ricordi che in quel treno trovarono un posto speciale.

"Eomma, il treno sta partendo!" il bambino aveva indicato la stazione che pian piano si allontava; facendo ridere la gemella e la madre. Il papà, un uomo alto dai capelli scuri, teneva in braccio il bimbo più piccolo della famiglia, che si era addormentato appena messo piede sul treno.
"È vero, Kookie, il treno ora sta andando. Dimmi, ti piace?" il bambino di cinque anni applaudì: era un fantastico regalo per il suo quinto compleanno!
"Quanto è lontano il mare?" aveva chiesto sua sorella Jia, con il viso praticamente incollato al finestrino, le piccole mani che si reggevano alla parete. "Non ci siamo mai andati." aggiunse, emozionata.
"Presto arriveremo, piccola. Mi dispiace non avervi portato in giro prima, ma io e vostro padre siamo spesso via per lavoro."
La bambina annuì, triste. "Siete un sacco di volte via per lavoro; pensa sempre Miles a noi."
Jungkook era d'accordo. "Ma ci volete almeno un pochino bene?"
Quando sua sorella non era felice, lui avvertiva lo stesso identico sentimento.
"Tesori, noi vi vogliamo tanto bene, ed anche a Junghyun. Vedrete, nei prossimi anni riusciremo ad essere più presenti; se riusciamo a spostare l'azienda da Daegu a qui." promise il padre, con un sorriso gentile.
"Evviva!" esultarono i gemelli, felici.
Una volta arrivati alla stazione, la famiglia scese, i bambini erano molto emozionati, correvano da tutte le parti. "Bambini, adesso andiamo al mare a piedi, okay? È davvero vicino, venite." la madre li prese per mano, mentre il padre teneva Junghyun, ormai sveglio, sulle spalle. Era il classico quadretto familiare perfetto, era così bello. Nessun pensiero turbava la vita del maggiore dei fratelli Jeon, mentre l'acqua salata sembrava osservare con tenerezza i giochi dei bambini, che facevano a gara per poter arrivare più lontano possibile.
I genitori, accanto a loro, controllavano che nessuno andasse troppo lontano, nonostante sapessero tutti nuotare: a tre anni avevano cominciato un corso di nuoto per piccoli, e riuscivano a cavarsela bene per riuscire a stare a galla e muoversi a 《cagnolino》 con i loro braccioli.
"Ti voglio bene, Jungkookie~" aveva detto la sorella del bambino più grande, abbracciandolo.
"Anche io ti voglio bene, Jia!"

Il ragazzo venne interrotto nei suoi pensieri ancora una volta, da Jimin.
Non parlava con lui, stava probabilmente avendo un incubo. Strinse la mano del biondo, che urlava qualcosa di straziante anche al solo pensiero. "Lasciatemi stare, non toccatemi! I-io non voglio cambiare!" gridò nel sonno, tremava.
"Jimin." lo chiamò, sussurrando dolcemente il suo nome. "Piccolo, sveglia, è solo un brutto sogno."
Poco dopo, il biondino aprì gli occhi, che Jungkook scoprì essere pieni di lacrime.
"E-era un brutto sogno?" domandò il maggiore, accoccolandosi a lui, spaventato. "Jimin, va tutto bene ora. Io sono qui, nessuno ti farà del male, è una promessa." il sorriso che gli rivolse servì a calmarlo, mentre veniva annunciata la loro fermata.
"Sistemo la coperta, così poi possiamo scendere, okay? Tu smetti di piangere, Jiminie, altrimenti non ti porto al mare."
Il ragazzo annuì, abbozzando un sorriso. "Grazie, coniglietto."
"Non hai nemmeno bisogno di ringraziarmi."

𝐏𝐥𝐞𝐚𝐬𝐞, 𝐬𝐭𝐚𝐲 𝐟𝐨𝐫𝐞𝐯𝐞𝐫-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora