15.See them

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Durante la lettura del capitolo vi consiglio di ascoltare Sea~

Jimin non ne poteva più. Quella situazione lo stava distruggendo lentamente, come un dolce veleno.
Faticava a guardarsi allo specchio, lo faceva giusto il necessario per non uscire di casa messo troppo male, stava perdendo peso, forse troppo, ma a lui non importava.
Stava male, e il suo dolore era causato dalla sua immagine, da come si vedeva: non sarebbe mai stato bello, nessuno lo avrebbe mai apprezzato per quello che era.
Spesso si ritrovava a piangere in qualche posto appartato, spaventato dalla sua stessa vita, che stava mandando a rotoli. I suoi genitori, la sua salute, l'università... era tutto un casino, aveva bisogno di essere salvato da qualcuno, prima di fare qualche tremenda idiozia guidata da ciò che sentiva dentro.

Ma mai e poi mai avrebbe potuto immaginare ciò che successe due settimane più tardi, durante un sabato come tanti.
Jungkook lo aveva invitato ad uscire, e sembrava andare tutto bene, fino a quando il ragazzo non disse una frase.
"Jimin-hyung, come mai non parli mai dei tuoi genitori con me?"
Il biondo impallidì, proprio non se lo aspettava dal ragazzo più giovane.
"Ci sono certe cose personali, Kookie..." cercò di salvarsi, ma quello che era ormai diventato il suo migliore amico aveva il coltello dalla parte del manico, e non sembrava voler lasciare andare l'argomento.
"Io ti ho fatto conoscere i miei genitori." ribattè infatti il castano, guardandolo negli occhi, mentre Jimin cominciò a sentirsi estremamente a disagio.
Era vero, aveva conosciuto i signori Jeon una settimana prima, quando era andato a casa dell'amico.
"Jungkook, io-"
"Jimin, sono stanco. Perchè mi tieni segrete certe cose? Non ti fidi di me forse? Hai paura che io ti prenda in giro?"
Il biondino trovò la forza di annuire, senza riuscire ad alzare lo sguardo.
"Hyung, io non mi permetterei mai. Mai e poi mai, per quale motivo dovrei ridere di te? Sei un ragazzo carino, un buon amico e un bravo compagno di università." disse Jungkook, sorridendo sinceramente.
"Tutti mi hanno sempre preso in giro per questo, l'unico che non lo ha fatto è stato Hoseok-hyung. Hai forse chiesto a lui qualcosa?" si insospettì il biondo, esasperato.
"Io ho provato a chiedergli qualcosa, ma lui non ha aperto bocca. Quindi, Jimin, lo chiedo a te. Con tutto il rispetto, posso sapere qualcosa riguardo i tuoi genitori? Ho visto quella foto su instagram ed io..."
Jimin decise che era arrivato il momento della verità, forse Jungkook lo avrebbe aiutato. In parte, almeno.
Annuì, accompagnandolo alla fermata dell'autobus.
"Ti accompagno da loro, Jungkook. Per cortesia, non una parola su questo argomento."

Il viaggio fu silenzioso, Jimin era seduto dalla parte del finestrino, con le cuffie alle orecchie e la musica a tutto volume, un solo brano a ripetizione: Demons.
O almeno, fino a quando il mezzo non si fermò davanti alla struttura dove erano ricoverati i suoi genitori.
Scese, posando le cuffiette nelle tasche della felpa, per poi accompagnare Jungkook fino all'entrata, seguendo con calma la stradina delimitata dalle aiuole.
"Aspettami qui. Torno subito."
Chiese all'infermiera il permesso di andare a trovare i suoi genitori, dopo aver verificato che il numero della stanza fosse rimasto invariato, accompagnò Jungkook verso l'ascensore.
I corridoi bianchi e asettici lo spaventavano, mettevano sempre una certa inquietudine, proprio come in un ospedale. Ovunque, l'odore forte di medicinali riempiva l'aria, rendendola pesante e parecchio sgradevole, ma Jimin ormai era abituato. L'unica nota di colore che spezzava la monotonia di quella struttura erano i corrimano alle pareti, di legno chiaro, che contrastavano con il bianco cadaverico dei muri.
Finalmente, il ragazzo trovò la porta della stanza dei genitori, e l'aprì lentamente.
"Eccoci, siamo arrivati. Loro sono mia madre e mio padre." disse il biondo, con voce decisamente atona.
"Oh..." il castano era rimasto in silenzio, dopo essersi reso conto del luogo in cui si trovava in quel momento.
Il biondo si avvicinò al padre, facendo cenno all'amico di seguirlo, sapeva che si sentiva leggermente a disagio. "Papà, lui è Jungkook. È all'università con me..." il più piccolo sembrò esitare, poi strinse la mano al signor Park, che gli sorrise di rimando.
"È un piacere conoscerla, signor Park, mi chiamo Jeon Jungkook." il minore fece un piccolo inchino, lasciando che Jimin salutasse l'uomo a dovere con un grande abbraccio.
Il biondo parlò un po' con il padre, lasciando che anche il castano intervenisse liberamente nella conversazione, mentre l'uomo li ascoltava e spesso scriveva loro le risposte; mentre altre volte faceva segni con la testa o le mani per esprimere le proprie impressioni su ciò che gli veniva raccontato dai due ragazzi.
Successivamente, l'attenzione di Jimin e Jungkook si spostò alla madre del primo, che era seduta dal lato opposto della stanza. La donna portava i capelli raccolti in uno chignon, e sembrava intenta a ricordare qualcosa, forse il suo passato.
Jimin si avvicinò a lei, prendendola per mano dopo aver attirato la sua attenzione.
"Mamma, lui è Jungkook." disse il biondino, con un sorriso dolce.
La donna si concentrò per un momento, poi parlò al ragazzo più grande, che la osservava, speranzosa. "Sei il mio bambino, vero... Jimin?"
Suo figlio annuì, felice di sentire il suo nome pronunciato dalla donna che lo aveva messo al mondo e cresciuto fino a quel terribile giorno.
Le voleva così tanto bene... detestava le persone che desideravano la morte dei genitori perchè non li sopportavano, o auguravano loro tutti i mali del mondo: lui voleva indietro la sua mamma ed il suo papà, e niente di più.
La signora Park sorrise, felice.
"È un piacere rivederti; e conoscere questo bel giovanotto."
Rimasero ancora un po' con i signori Park, per poi uscire dalla stanza dopo aver salutato entrambi.
Jimin notò che l'amico era piuttosto silenzioso, e pensò che forse forse gli stava bene essere rimasto sorpreso in senso negativo, almeno aveva capito che non sempre era corretto farsi gli affari degli altri, e che molte volte portava brutte conseguenze. Entrare in una struttura del genere era deprimente; distruttivo, non adatto a tutti.
Lo poteva vedere dall'espressione sul  volto del più giovane, mentre si avviavano verso l'ascensore.

Angolo autrice

E così Jungkook ha scoperto la verità sui genitori di Jimin... cosa succederà ora?
Credete che Jimin sospetti qualcosa a proposito della sorella di Jungkook o che ci pensi la suocera Min Yoongi a sistemare le cose?
Fatemi sapere :3
~Ely❤

𝐏𝐥𝐞𝐚𝐬𝐞, 𝐬𝐭𝐚𝐲 𝐟𝐨𝐫𝐞𝐯𝐞𝐫-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora