35.Health

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Se pensava di poter sopravvivere al suo scontro con il cibo, si sbagliava. Fu tutto un disastro.
Ottenuto il permesso di alzarsi da tavola, Jimin andò verso la toilette.
Non potè fare nulla per evitare di rigettare quanto aveva mangiato, quasi in lacrime. Una volta terminato, dovette appoggiarsi per cinque minuti buoni alla vasca del bagno di casa Jeon, cercando di calmarsi.
Prima che potesse fare altro, qualcuno entrò.
"Jimin." era Jungkook, sembrava spaventato.
"Kookie..." il biondo imprecò dentro di sè, aveva avuto troppa fretta, dimenticando di chiudere la porta a chiave.
"Jiminie, sono stanco che tu mi menta." disse severamente il piì giovane, aiutandolo ad alzarsi, e aspettando con calma che si lavasse il viso. "Tu non mi hai mai detto nulla, sono il tuo ragazzo, è giusto che io sappia come stai!"
Le lacrime che avrebbero voluto uscire dagli occhi lucidi di Jungkook fecero capire a Jimin che forse avrebbe dovuto confessare al più piccolo tutta la verità fin da subito.
Salirono assieme fino alla camera del più piccolo, in silenzio.
"Tu... se continui così non riuscirai a tenere dentro nemmeno l'acqua, te ne rendi conto?" il castano sistemò le coperte del proprio letto per renderlo confortevole a Jimin.
Il biondino si sedette, prendendo la mano del suo ragazzo e stringendola. Quest'ultimo offrì subito l'aiuto che pensava di poter dare al giovane che amava con tutto sè stesso. "Lascia che io ti aiuti, Chim. Con i problemi di alimentazione non si scherza, okay?" Il ragazzo dai capelli color del grano scosse la testa. "Kookie no, non puoi capire..." il biondo parlò piano, era esausto sia fisicamente che mentalmente.
"Spiegami allora, piccolo, non puoi soffrire da solo, sono il tuo ragazzo."
"Alcune cose non mi danno fastidio. Tipo il brodo, le tisane, certe verdure o le arance... le cose che suppongo non mi facciano ingrassare."
Jungkook annuì. "È una questione psicologica." spiegò dolcemente, prendendo nuovamente la mano di Jimin. "Pesati un momento, che voglio vedere. Non sembri per niente in forma come dovresti essere, lo sai? Sei troppo magro, amore." Lo accompagnò nel bagno del piano superiore, con calma.
Non appena si avvicinarono alla bilancia, il biondino cominciò a tremare. "N-non voglio vederla. Lasciami stare, le bilance e gli specchi sono miei nemici, sono tutti miei nemici!"
"Jimin..." Jungkook tentò di calmarlo, con scarsi risultati.
"Mi porteresti via da qui? Ti prego Kookie, non obbligarmi."
"Io voglio aiutarti, piccolo, perchè ti amo!" Spiegò il minore, sembrava davvero preoccupato.
"Non puoi aiutarmi, neanche volendo. Jungkook io probabilmente sono solo un pazzo che non ha più controllo sul proprio corpo, tu non capisci! Non puoi capire nemmeno con l'empatia, ci arrivi?!" Il biondo gli tirò uno schiaffo così forte che nemmeno lui si sarebbe aspettato, non pensava di avere una tale forza. Poi, lo spinse via facendolo cadere.
Il castano era immobile, la mano premuta sulla guancia, l'espressione dolorante e le lacrime che gli rigavano il viso. A terra, lo osservava chiedendosi come mai.
"Oddio..." il biondo si accorse di ciò che aveva fatto, e subito gli corse accanto. "No Kookie, non volevo, ti assicuro che non volevo farti cadere, credimi." Lo aiutò ad alzarsi, vedendo che il suo ragazzo non opponeva resistenza.
"V-vado a prendere del ghiaccio."

Quando tornò, trovò il minore ancora in lacrime, e tolse le mani dal suo volto, posando il ghiaccio dove era necessario.
"Ti fa tanto male?" Sussurrò, dispiaciuto.
Jungkook scosse la testa, non riusciva a smettere di piangere.
"Altri lividi?"
Il minore mostrò la schiena, dove un bel livido faceva la sua comparsa sotto la spalla sinistra.
Jimin sistemò la crema su quella zona, senza dire una parola. Fu il castano a parlare.
"Jimin-hyung?"
Il maggiore lo guardò, preoccupato. "Dimmi."
"V-vattene."
Jimin era sorpreso, non lo aveva mai visto così.
"Jungkook, posso spiegare-"
"Va via. Ti prego, esci da casa mia, ho bisogno di stare da solo."
Il biondo annuì, per poi aprire la porta ed uscire dal bagno, sentiva chiaramente il minore piangere, si stava sfogando.
Fuori da casa Jeon, si diede dello stupido, davvero dello stupido. Come aveva potuto anche solo pensare di toccare il suo ragazzo in quel modo? Eppure, lo aveva fatto istintivamente, una specie di protezione.
Però era lui ad aver sbagliato, ad aver fatto star male fisicamente ed emotivamente l'unica persona che era certo di amare davvero.
Tornò a casa a piedi, nonostante fosse abbastanza distante, voleva fare attività fisica, nonostante avesse già espulso ciò che aveva mangiato: si sentiva in colpa per troppe cose, doveva scaricare un po' la tensione.
Respirò a pieni polmoni, era quasi a metà strada, quando incontrò qualcuno. Lo aveva già visto in giro, sembrava un ragazzo gentile.
Il giovane, che doveva avere la sua età, lo salutò, per poi avvicinarsi.
Con sè aveva un cagnolino, forse era fuori per una passeggiata.
"Sei Jimin, vero? Io sono Taehyung, un amico d'infanzia di Jungkook."
Il ragazzo dai capelli biondi annuì. "Piacere mio. È il tuo cagnolino?"
"Si chiama Yeontan. Tannie, saluta, da bravo."

Parlarono per un po', ed il padrone del cagnolino lo invitò a bere qualcosa ad un bar poco lontano da lì. Si trovò bene mentre confidava al ragazzo quanto era successo, stranamente non si vergognava. Aveva la sensazione che la persona con la quale stava parlando fosse qualcuno che non si permetteva di giudicare gli altri, ed infatti non si sbagliò. Era un ragazzo molto obiettivo.
"Beh, credo che si sia spaventato, sai? Jungkook in passato ha avuto gli stessi problemi con sua sorella Jia. Da come mi hai raccontato, non è stato fatto di proposito, giusto?" Taehyung bevve un sorso del suo caffè con latte.
"Assolutamente no. Davvero, non so cosa mi sia preso in quel momento."
"È molto semplice, invece. Eri nervoso, è comprensibile, ed il fatto che lui sia il tuo ragazzo ha peggiorato le cose. Sai, tutti pensano che in una relazione sia più facile condividere i problemi, ma non è così: si ha paura che il partner non capisca, ci prenda per pazzi e ci abbandoni, è così?"
Jimin annuì. "Quindi... che cosa posso fare ora, Tae?"
Il ragazzo dai capelli grigi ci pensò un momento, mentre Yeontan si faceva fare le coccole da Jimin.
"Credo che lui debba ragionare oggettivamente come ho appena fatto io, prendere in considerazione tutto e rendersi conto di come stanno le cose. Quando si sentirà pronto, potrete parlare e discutere della cosa, che ne dici?" Il proprietario del cagnolino gli rivolse un sorriso.
"Direi che è perfetto. Non sai quanto il tuo aiuto sia stato importante, Tae, davvero!"
"Ti lascio il mio numero, se hai bisogno, okay? Prenditi cura di Jungkook, ma anche di te stesso. Aish, Tannie, smettila di mordermi, ora andiamo al parco; lasciami il tempo di pagare e salutare Jim- aiai, basta, Yeontan!"

𝐏𝐥𝐞𝐚𝐬𝐞, 𝐬𝐭𝐚𝐲 𝐟𝐨𝐫𝐞𝐯𝐞𝐫-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora