Jimin sentì qualcuno entrare nella stanza, riconobbe i passi: Jungkook.
Era troppo stanco anche per aprire gli occhi e dirgli "Hey, ti ho sentito."
La cosa che lo annoiava di più era essersi ammalato come un bambino, facendo preoccupare sua nonna ed il ragazzo dai capelli castani.
Sentì il minore posare una mano sulla sua fronte dopo avergli accarezzato delicatamente il viso, e imprecare.
"Aish, hyung..." sussurrò Jungkook, traspariva chiaramente la preoccupazione nella sua voce. "Ti lascio da solo per così poco e tu mi fai preoccupare così?! Idiota, come hai potuto ammalarti?"Poco più tardi, la voce del minore diventò più dolce.
"Jiminie, svegliati, devi prendere una pastiglia per far abbassare la temperatura."
Il biondino aprì con fatica gli occhi, e la prima cosa che vide fu il ragazzo che tanto gli piaceva.
"Kookie..."
La sua voce era davvero flebile, si sentiva un idiota patentato.
"Hyung, aspetta. Arrivo subito."
Con uno sforzo da parte di entrambi, Jimin riuscì a mettersi seduto con la schiena poggiata ai cuscini, per poi prendere la pastiglia che il più piccolo gli aveva portato assieme ad un bicchiere d'acqua. "Come ti senti?"
Il maggiore tremava, non potè far nulla per evitarlo. "Una merda, ecco come." sospirò, abbassando lo sguardo.
"Hai la febbre alta, dovresti lasciare che io mi prenda cura di te~"
"Mi fido di te, coniglietto." scherzò Jimin, mentre l'altro gli sistemò una coperta attorno alle spalle.
"Vado a prenderti qualcosa di caldo. Non ti muovere da qui."
E chi si muove pensò il biondo, avvolto nel plaid, si sentiva molto involtino primavera style.
Il brodo non era male, soprattutto visto e considerato che per prima cosa non gli dava alcun fastidio allo stomaco, ma soprattutto il fatto che fosse Jungkook a dargli da mangiare, utilizzando un cucchiaio.
Il castano, infatti, voleva che le "piccole e adorabili" mani di Jimin stessero al caldo sotto la coperta, e si era trasformato in un'eomma.
"Sei così gentile a prenderti cura di me." mormorò il biondo, finito il brodo.
"Tu che cosa avresti fatto, al mio posto?"
Non servì nemmeno il tempo per pensare alla risposta, fu ovvia.
"La stessa cosa."
Rimasero seduti l'uno accanto all'altro, condividendo il plaid.
"Spero ti si abbassi presto la febbre." il castano era ancora preoccupato.
"Oh non farci caso, ho un sistema immunitario che fa schifo."
Jungkook annuì. "Forse dovresti mangiare in modo diverso, o anche di più. Le difese del corpo hanno bisogno di vitamina C, quindi cose tipo le arance o i mandarini, poi il calcio che si trova nei latticini..."
Il biondo intrecciò le mani con quelle dell'altro. "Sei fissato con il corpo umano, mh?"
Jungkook spiegò che stava seguendo un anime chiamato Cells at work ambientato proprio nel corpo umano, e che si era divertito a cercare altre informazioni durante il tempo libero. Un modo alquanto singolare di passare i pomeriggi di noia quando non aveva nulla da studiare e Jimin non poteva uscire per qualche motivo.
Gli raccontò in breve la trama, sembrava interessante.
"...come ti dicevo, poi si aspetta una seconda stagione, ma vorrei che la ship si realizzasse." stava dicendo il più giovane, ma il biondo non potè fare nulla di diverso se non chiudere gli occhi: era molto stanco, aveva bisogno di dormire ancora.
"Oh... hyung, perdonami. Mi sono dilungato troppo, è giusto che tu dorma un pochino." si scusò il castano, a bassa voce, sistemando i cuscini in modo da rimetterli com'erano.
"Mi piace la tua compagnia." Jimin affondò il viso nella felpa over-size dell'altro, beandosi della sensazione di protezione che riusciva a percepire grazie a quel contatto con il minore.
"A me piaci tu." sussurrò Jungkook, e poco dopo il maggiore si addormentò."Non c'è promessa che possa reggere." stava dicendo qualcuno, ridendo. "L'amore è una bugia così grande, piccolo Park."
La sua voce, quella voce. Il suo ex migliore amico era tornato per torturarlo, Jungkook non era con lui.
"Sei felice che ti abbia lasciato? Io sì, sono proprio contento che ora tu sia rimasto solo, ti avevo avvertito. Non hai voluto diventare popolare, ma ne stai pagando le conseguenze. Ti sei innamorato di uno dei ragazzi più richiesti di tutta l'università, Jimin. Cosa provi ora che sai che tutti i suoi sentimenti erano falsi, che ti ha usato solo come una sua marionetta?"
Le parole morirono sulle labbra del biondo, ormai in lacrime.
"Gli hai venduto la tua anima fragile, sei felice, Park?"Si svegliò urlando, era stato così reale. Spaventoso, a dirla tutta.
"Jimin, calmati." il viso del castano fu la prima cosa che vide. Il suo piccolo corpo tremava, non riuscì a lasciare che le mani di Jungkook si posassero sui suoi capelli per calmarlo.
"N-non toccarmi, stronzo!"
Il più piccolo sussultò. "Come?! Hyung, che cosa ti ho fatto?" le sue labbra tremavano un poco, nonostante il maggiore sapesse che non era realte ciò che aveva sognato, era impossibile per lui controllare la paura, e con essa ciò che diceva.
"Sono la tua marionetta? La tua stupida scelta solo per usarmi?"
"Jimin, no. Ho scelto di accettare i sentimenti che provo per te, okay? Non mi permetterei mai e poi mai di utilizzarti come strumento. Mi sto prendendo cura di te perchè ti amo, TI AMO, cazzo! Stavi solo sognando, ti prego di capire, v-va tutto bene, è tutto okay..."
Finalmente, il biondo riprese il controllo di sè stesso, accorgendosi di aver fatto piangere Jungkook.
Per colpa di uno stupido sogno, il ragazzo che amava era in lacrime.
Sembrava così piccolo e dolce...
"Scusami, Kookie."
Si fiondò tra le braccia del più piccolo, che dapprima rigido, si lasciò andare a quel contatto. "Potresti perdonare la mia stupidità? Ho avuto tanta paura di un sogno, io non so come spiegarti, è stato brutto-" le mani delicate del minore passarono tra i suoi capelli, come spesso succedeva quando il biondo era agitato e aveva bisogno di conforto e tranquillità.
Jungkook poi si spostò, posando l'indice sulla mano destra di Jimin, accarezzandola dolcemente.
Le lacrime rigavano ancora le sue guance, ma non sembrava importargli, e Jimin le asciugò al posto suo con la mano sinistra: non aveva dubbi, aveva trovato una persona speciale, non poteva lasciarla andare.
Jungkook era il suo angelo, il suo mondo. Era la penicillina che lo aveva salvato, e lui avrebbe fatto lo stesso.
"Rimani qui ancora un po', Kookie" pregò, sorridendo dolcemente.
Jungkook annuì, baciandolo delicatamente sulle labbra.
La domanda era sempre quella.
Erano pronti per fare un passo in più?
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𝐏𝐥𝐞𝐚𝐬𝐞, 𝐬𝐭𝐚𝐲 𝐟𝐨𝐫𝐞𝐯𝐞𝐫-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 ✔
Fanfiction[Completata] 𝐃𝐮𝐞 𝐮𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐢𝐭𝐚𝐫𝐢 𝐝𝐚𝐥 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐚 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞 𝐢𝐧𝐭𝐫𝐞𝐜𝐜𝐢𝐚𝐭𝐨, 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐩𝐚𝐫𝐜𝐡𝐞 𝐦𝐨𝐥𝐭𝐨 𝐬𝐭𝐫𝐨𝐧𝐳𝐞, 𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚𝐦𝐛𝐢 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐫𝐢𝐜𝐞𝐫𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐟𝐞𝐥𝐢𝐜𝐢𝐭à...