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Jimin era crollato.
Non capiva più nulla, il suo mondo si era completamente distrutto, colorato di toni cupi e scale di grigi monotoni.
"Jimin, hey." Hoseok lo aveva calmato quella mattina, aiutandolo a respirare con calma. "Guardami, avanti. Respira, se continui così starai davvero male, hai capito?" Il suo tono gentile lo aveva rassicurato molto. "Bravissimo, Chim, ora butta fuori l'aria e asciuga quelle lacrime. Io e Yoongi adesso ti riportiamo a casa, così ti fai una bella dormita."
Ed era andato tutto esattamente come Hoseok aveva promesso, solo che... non riusciva a dormire.
Non riusciva a smettere di piangere.
Era incapace di pronunciare una sola parola, avrebbe voluto distruggere tutto con la forza del pensiero.
"Fanculo, Jungkook." sussurrò, avrebbe voluto non versare una lacrima. Non avrebbe voluto piangere per quello stupido ragazzo, ma non poteva dimenticare tutto d'un colpo il bellissimo periodo che aveva passato in sua compagnia.
La loro prima volta, le passeggiate mano nella mano, tutti i baci che si erano regalati a vicenda. Ricordò con un groppo alla gola il momento nel quale il castano gli aveva fatto la proposta di fidanzamento, era stato così dolce... aveva preparato tutto solamente per lui.
E Jimin ci aveva creduto, come un agnello crede ad un lupo, finendo per farsi solamente prendere in giro come era sempre successo con ogni persona della quale si era fidato. Probabilmente Jungkook lo aveva solo usato come passatempo, il suo aiuto era stato mosso dalla pietà, forse quando avevano fatto l'amore era solo un pretesto per fingere ancora di più.
Jimin era rotto in mille pezzi.
L'anello, ancora al dito del maggiore, sembrava voler stare a tutti i costi lì, come se Jungkook gli avesse rubato il cuore per tenerlo in una gabbia. Una gabbia di spine, che faceva così male da lasciare spazio ad urla che non volevano farsi sentire ed attacchi di panico che poteva affrontare solamente con le sue uniche forze.
Rimase in camera sua per due giorni, sua nonna si era ormai arresa all'evidenza: era maggiorenne, non poteva costringerlo a fare nulla.
Jimin non toccò cibo, il solo provare a farlo gli causava un senso di nausea, tutto ciò che aveva superato ritornò un fottuto ostacolo, stava malissimo.
Accanto al suo letto, un fiore ormai appassito sembrava voler simboleggiare il suo stato mentale, mentre fuori pioveva.
Il cielo piangeva con lui, che stava lasciando andare nuovamente le proprie emozioni attraverso le lacrime, il suo dolore e quello del cielo formavano uno straziante coro, un urlo di aiuto che non poteva essere udito nel rumore che la sua anima faceva.
Era solo.
Era perso.
Non era più nulla.
Dormì molto, non rispose alle chiamate di nessuno, usciva dalla stanza solo per andare in bagno o per lavarsi, sembrava quasi un fantasma.
Sua nonna gli lasciava qualcosa da mangiare, ma il ragazzo si sentiva poco bene solo all'odore di esso, non toccando nulla da quei piatti.
Sentì presto la carenza di vitamine, zuccheri e quanto altro necessario al suo corpo, ma era già tanto se trovava la forza di alzarsi da quel letto.

"Jimin, bambino mio, non mangi proprio niente neanche questa sera?" sua nonna si affacciò alla porta della stanza.
Il rosa scosse la testa.
"Piccolo, non hai detto alla tua nonna cosa è successo, vieni qui."
Il ragazzo si avvicinò alla donna che lo aveva allevato cercando di non cadere, per poi abbracciarla. "Nonna, Jungkook m-mi ha l-lasciato." Ammise, mentre la donna gli  accarezzava con dolcezza la schiena.
"Oh mochi, non era quello giusto per te, forse. Ma io sono sicura che non ti abbia lasciato perchè non ti ama, piccolo. Si vedeva tanto come teneva alla tua salute e alla tua felicità, questo te lo posso assicurare."
Jimin non riusciva comunque a smettere di piangere. "È s-stato con me per p-pietà, nonna!"
La donna lo strinse a sè. "Sono certa che non è così, un motivo dietro lo ha sicuramente, fidati della nonna. Ti va se provo a farti mangiare qualcosa e poi stare con te finchè non ti addormenti?"
Il rosa annuì debolmente.
"Allora vieni, mettiti sotto le coperte. Adesso nonna ti copre bene, devi stare al caldo fino a quando non ti riprenderai." Gli spiegò, sedendosi accanto a lui dopo avergli preparato un piatto di brodo e averlo invitato a berne almeno un po'.
"Nonna, tu sei sempre così buona con me, perchè continui a farlo quando io sono una delusione vivente?"
La signora scosse la testa. "Tu sei il mio orgoglio, Jimin, il mio bambino. In questi anni sei tanto cresciuto, ed anche se non sono stata in grado di eguagliare tua madre, ho sempre provato a fare tanto per te e tu mi hai reso fiera di questo. Sei un bravissimo studente, un ragazzo dolce e sempre disponibile, l'unica cosa che ti manca è la fiducia in te stesso, dentro di te è nascosto un guerriero, bambino mio. Ora dormi, va bene? Sarò accanto a te ogni minuto."
Il giovane annuì, chiudendo gli occhi. Riuscì per un momento a togliersi dalla testa Jungkook, i suoi pensieri vagarono indietro nel tempo.

"Nonna, nonno, la mamma mi ha regalato i gettoni per la giostra laggiù, posso provarla?" Il bambino di 5 anni correva ovunque, seguito dai nonni.
"Jimin, aspetta, non correre così!" Lo redarguì suo nonno, prendendolo in braccio.
"Ti prego, nonnino, solo un giro..."
La donna si era lasciata scappare una risata. "Okay, andiamo. Mostra i gettoni al signore della giostra, Jimin."
Il bambino si era alzato sulle punte dei piedi per far vedere quello che sua madre gli aveva consegnato prima di portarlo a casa dei suoi nonni.
"Puoi fare due giri, piccolo. Devi farti accompagnare da un adulto, sei con qualcuno?" Il proprietario della giostra era molto gentile.
"Con i miei nonni, signor proprietario."
Aveva fatto i famosi due giri, uno con il nonno ed uno con la nonna.
Aveva scelto prima un bel cavallino bianco, e poi la tazza blu: si era divertito davvero tanto assieme ai suoi nonni: avevano anche preso un gelato, il suo era a tre gusti ed era quasi più grande di lui, a detta del bambino.
"Mi piace tanto stare con voi, vi voglio bene!" Aveva detto; tornando a casa con una mano stretta in quella del nonno ed una in quella della nonna.

>>Spazio autrice<<Questa giostra si trova nel paese dove mio zio aveva la casa che ora è passata in eredità a mia madre, in uno dei Lidi Ferraresi♡cercavo una foto su Google e mi trovo proprio questa

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>>Spazio autrice<<
Questa giostra si trova nel paese dove mio zio aveva la casa che ora è passata in eredità a mia madre, in uno dei Lidi Ferraresi♡cercavo una foto su Google e mi trovo proprio questa... che bei ricordi d'infanzia.
Siete mai saliti su una di queste? :3
~Ely❤

𝐏𝐥𝐞𝐚𝐬𝐞, 𝐬𝐭𝐚𝐲 𝐟𝐨𝐫𝐞𝐯𝐞𝐫-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora