Chapter 3

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Alex's pov
*numerose ore prima*

Mi svegliai di soprassalto, nel cuore della notte.
Il sogno che avevo appena avuto era parecchio strano: avevo sognato una ragazza bionda dagli occhi azzurri, che però non avevo mai visto prima.
Eppure sembrava così reale, sembrava quasi che la conoscessi davvero.
Scossi la testa per riprendermi, e mi alzai a bere un bicchiere d'acqua.
Erano le 4 del mattino, e qualche ora più tardi avrei cominciato il mio ultimo anno d'università.
Mi sentivo leggermente ansiosa, anche se non ne capivo il perché.
Non avevo un valido motivo per essere agitata, ma provavo una strana sensazione. Il mio sesto senso mi stava dicendo che sarebbe successo qualcosa di particolare.
"Sarà anche colpa di quel sogno ridicolo. Basta, devo lasciar perdere. Domani andrà tutto bene, come sempre" mi dissi.
Appoggiai il bicchiere vuoto sul tavolo della cucina, e decisi di tornare a letto.
Mi sdraiai cercando di non pensare a niente, per concentrarmi solo sul dormire.
Fortunatamente in poco tempo la preoccupazione se ne andò, lasciando spazio ad un sonno tranquillo.

La sveglia suonò verso le 7, riportandomi alla realtà.
Quel giorno avrei dovuto fare parecchie cose, perciò avevo deciso di alzarmi prima.
Mi feci una doccia veloce, mi vestii, e finii di impacchettare le ultime cose negli scatoloni per il trasloco.
Avevo deciso di traslocare per essere più vicina all'università, e di conseguenza risparmiare sia fatica che tempo.
Dopo aver chiamato gli addetti che mi avrebbero aiutata a trasferirmi nel nuovo appartamento, scelsi di andare a fare colazione in qualche bar, anche perché a casa non mi era rimasto granché.
Uscii, ed una volta in auto, cercai su internet i bar migliori della zona.
Scorsi tra alcuni nomi, finché non ne trovai uno che attirò la mia attenzione.
"Questo può andare" dissi soddisfatta, rileggendo la via per ricordarla.

Quando arrivai nel bar, mi piacque subito l'atmosfera tranquilla presente.
I mobili in legno erano eleganti, ed allo stesso tempo contribuivano a fornire al tutto un'aria di modernità.
Dopo aver ordinato un croissant e un caffè, mi guardai un po' intorno, finché non notai qualcuno.
Capelli biondi e lunghi fino all'altezza delle spalle, occhi azzurri e chiari.
Era lei.
La ragazza che era apparsa nei miei sogni quella notte si trovava di fronte a me, a qualche tavolino di distanza.
Era intenta a leggere un libro, perciò non notò il mio sguardo fisso su di lei.
Mi ci vollero un paio di secondi prima di riprendermi, e solo allora distolsi gli occhi da quella biondina.
«Ma come cazzo è possibile? Non la conosco nemmeno, non l'ho mai vista in vita mia. Non solo prima la sogno, ma poi me la ritrovo pure davanti?»
Scossi la testa, sospirando e dando la colpa allo stress.
Non ci dovevo dare importanza, infondo poteva essere stato solo un caso.
Per concentrarmi su altro, estrassi dalla tasca il cellulare, e notai 2 messaggi da Sylvia.
Sylvia era ormai la mia ex fidanzata, che però continuava ad assillarmi per convincermi a tornare insieme a lei.
Mi diceva che sarebbe cambiata per me, per noi, e tutte quelle altre stronzate simili.
Sbuffai, evitando di rispondere ai suoi messaggi. Non era il momento di pensare a lei.
Decisi allora che sarebbe stato meglio uscire da quel bar, ed andare all'università.
Prima però mi soffermai a guardare di nuovo la ragazza bionda seduta vicino la finestra, e mi chiesi se anche lei quel giorno fosse capitata lì per caso o se al contrario fosse una cliente abituale.
Era così bella mentre era immersa nella lettura, che mi scappò un sorriso.
«Ma a cosa sto pensando? Merda» mi dissi.
Mi alzai, e dopo aver pagato uscii dal bar prendendo un respiro profondo.
Decisi di lasciare l'auto parcheggiata là, dato che si trovava comunque nei pressi dell'università.

Una volta arrivata, in aula mi sedetti nelle file più avanti per seguire la lezione ed evitare di pensare ad altro.
Fu tremendamente noioso, e l'ora finì dopo quelli che mi sembravano secoli.
Mi arrivò anche un nuovo messaggio da Sylvia.
'Vediamoci in corridoio un attimo' mi aveva scritto.
Lei frequentava il secondo anno nella stessa università. Quando stavamo insieme eravamo solite vederci tra una lezione e l'altra, per chiacchierare e scambiarci baci.
Stavo per risponderle di no, ma subito dopo mi inviò un altro sms: 'ti prego Alex'.
Sbuffai, ed alla fine acconsentii anche se di malavoglia.

Quando fui fuori dall'aula notai di nuovo la ragazza bionda che avevo visto al bar quella mattina.
Stava parlando con una sua amica, vicino ai distributori automatici.
«Frequenta pure lei questa scuola? Cazzo, non ho la più pallida idea di chi sia e ora la incontro ovunque» pensai.
Mi voltai dall'altra parte, vedendo Sylvia appoggiata agli armadietti.
Sembrava nervosa, tesa.
Mi avvicinai, e le chiesi svogliata: "quindi, cosa mi devi dire di così urgente?"
Lei deglutì, ed io la guardai aggrottando la fronte.
"Alex...ti ricordi di Stella?" mi chiese preoccupata.
Certo che me la ricordavo, come avrei potuto dimenticare la persona più egoista di questo mondo?
"Sì, ma cosa c'entra lei adesso?" le domandai infastidita.
"Beh...è tornata" disse tutto d'un fiato.
A quelle parole, sbarrai gli occhi incredula.
Perché era tornata? Perché proprio ora poi?
Cercai di metabolizzare il tutto e di calmarmi.
Stavolta sarebbe stato diverso. Stavolta non le avrei permesso di rovinare nuovamente le cose.
"Sai cosa? Non m'importa. Se cercherà di contattarmi o parlarmi la ignorerò. Non voglio avere nulla a che fare con lei" affermai con decisione.
"Va bene...mi sembrava giusto fartelo sapere" rispose Sylvia ancora turbata.
"Devo andare, ho un'altra lezione" tagliai corto, e non le diedi modo di aggiungere altro perché me ne andai immediatamente.
«Non devo lasciarmi condizionare dal suo ritorno. Non devo pensarci.» continuai a ripetermi, anche se più me lo ripetevo, più ripensavo al passato.

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