Chapter 10

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Piper's pov

Ero uscita con Larry da poco, quando improvvisamente ricordai di aver dimenticato il cellulare a casa.
"Larry, mi sono accorta di aver scordato il telefono...va bene se torniamo indietro così lo vado a riprendere?" chiesi al mio ragazzo.
"Non c'è problema tesoro" rispose lui tranquillo.
Io gli sorrisi, e ci incamminammo ripercorrendo la strada per tornare al mio appartamento.
"Ci metto poco, torno appena lo prendo" gli dissi una volta giunti davanti il portone di casa.
"Va bene, ti aspetto qui" rispose con un sorriso che io ricambiai.
Decisi di prendere l'ascensore per salire, non mi andava di fare tutte quelle scale.
Entrai nell'ascensore e schiacciai il pulsante che mi avrebbe portata al mio piano.
Salii in fretta, e quando si aprirono le porte presi le chiavi per entrare in casa.
Ma mi fermai sulla soglia appena sentii una voce, una voce che potrei distinguere tra mille.
Era Alex, stava parlando con qualcun altro. Anzi, discutendo: il suo tono era piuttosto arrabbiato.
La curiosità era tanta, perciò salii un paio di gradini per vedere cosa stava accadendo.
Alzai lo sguardo tentando di capire chi fosse l'altra persona.
Vidi una ragazza, era più bassa di Alex, aveva i capelli castani e corti, e la sua t-shirt lasciava intravedere i numerosi tatuaggi.
Mi chiesi perché Alex fosse così infastidita da lei.
Sentii che non dovevo stare là ad origliare, ma allo stesso tempo volevo assolutamente capire cosa stesse succedendo.
"Stella, non mi interessa. Quante volte te lo devo dire?" disse Alex esasperata.
"Non ti sto dicendo di perdonarmi, ti sto pregando di aiutarmi solo quest'ultima volta. Non ti coinvolgerò in alcun modo, non finirai nei casini."
"La mia risposta non cambia, e non cambierà. Se pensi che ci cascherò ti sbagli. So che non sei cambiata." continuò Alex.
Io sospirai decidendo di non dovermi immischiare negli affari altrui, quindi cercai di scendere le scale senza farmi sentire, ma fallii miseramente perché scivolai su un gradino bagnato perdendo l'equilibrio.
Atterrai con un tonfo, lamentandomi della chiazza d'acqua presente su quel dannato gradino.
«Com'è che io inciampo sempre?» pensai alzando gli occhi al cielo.
"Piper?" sentii improvvisamente la voce di Alex dietro di me.
Mi girai e la guardai, sembrava piuttosto confusa.
"Hey..." dissi imbarazzata cercando di alzarmi.
Lei si affrettò ad aiutarmi, e mi chiese: "stai bene?"
Incrociai il suo sguardo, e nei suoi occhi verdi intravidi una leggera malinconia, che non mi seppi spiegare.
"Si, tutto bene" le sorrisi debolmente.
Lei mi aiutò a rialzarmi, ma appena appoggiai il piede a terra sentii un dolore lancinante, e per poco non caddi nuovamente.
Fortunatamente però Alex mi teneva stretta, quindi mi appoggiai a lei.
"Hey! Sicura di stare bene?" mi domandò preoccupata.
"Credo di essermi slogata una caviglia" mi lamentai guardando il mio povero piede.
"Devi metterci del ghiaccio" ci interruppe un'altra voce.
Era quella ragazza, Stella, e vidi Alex alzare gli occhi al cielo.
"Non abbiamo bisogno del tuo aiuto. Grazie, ma puoi anche andare" disse Alex irritata.
"Non vuoi nemmeno presentarmi alla tua amica?" chiese l'altra.
"No."
Stella sorrise, poi mi guardò e disse: "Piacere, sono Stella. Tu sei?"
"Piper..." risposi, temendo però che la ragazza al mio fianco si sarebbe innervosita ancora di più.
"Piper, ti accompagno a casa, devi riposare con quella caviglia" si rivolse a me Alex.
E fu in quel momento che mi ricordai del mio fidanzato.
"Merda, devo avvisare Larry, mi sta aspettando qua fuori" dissi.
"Vuoi dire il tuo...ragazzo?" mi chiese Alex con un tono diverso.
"S-sì" risposi io, e per qualche motivo abbassai lo sguardo.
Ci fu un attimo di silenzio, ma poco dopo lei mi disse "forza, prendi le chiavi ed apri, così ci metti del ghiaccio."
Poi si girò, e disse rivolta a Stella: "Perché sei ancora qui? Pensavo te ne fossi già andata."
"Wow, come siamo aggressivi. Va bene, va bene, me ne vado. Però pensa a ciò che ti ho detto." rispose scendendo le scale ed andandosene.
Alex sospirò e mi guardò facendomi cenno di aprire.
Io annuii, e quando entrammo lei mi accompagnò fino al divano per farmi sedere.
"Grazie, davvero" dissi guardandola.
"Non c'è di che. Comunque la tua coinquilina non è qui? Avrebbe potuto aiutarti lei col ghiaccio"
"No, è uscita ancora prima.." la informai.
"Ah, capisco" disse.
Io mi morsi il labbro nervosa. Quando stavo con Alex provavo ogni tipo di emozioni, e non riuscivo a spiegarmelo.
Dopo poco smorzai il silenzio dicendo imbarazzata: "Scusa se te lo chiedo...potresti per favore prendermi il cellulare? È sul comodino in camera mia"
"Certo, non c'è problema, dimmi solo in quale stanza devo andare" rispose.
"È la prima che vedi a destra" le indicai.
Lei si allontanò, e quando ritornò in salotto mi porse il cellulare che teneva in mano.
"Beh immagino che adesso a te ci penserà il tuo fidanzato... io devo andare" esclamò Alex.
"Aspetta..." le dissi prima che si dirigesse verso la porta.
"Io..." Non sapevo veramente cosa dirle.
Però non volevo farla andare via in quel modo.
"Ti va di parlarne?" fu l'unica cosa che riuscii a chiedere.
"Parlare di cosa?" mi domandò.
"È da prima che ti vedo un po' giù quando parli con me...È successo qualcosa?" chiesi preoccupata.
"Niente di importante...adesso devo andare, scusami" tagliò corto lei, ed uscì chiudendosi la porta alle spalle.

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