Chapter 44

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Alex's pov

Tornammo in auto con i cuccioli, ma vidi Piper pensierosa.
"Tutto bene?" domandai allacciandomi la cintura.
Lei annuì con lo sguardo perso nel vuoto.
"Sì sì, non è nulla" si corresse guardandomi con un sorriso.
Io mi mordicchiai l'interno della guancia; glielo avrei chiesto di nuovo, ma non volli essere insistente perciò misi in moto l'auto.
Piper accarezzò i cani sorridendo mentre loro scodinzolavano debolmente.
"Appena arriviamo a casa vi laviamo per bene" disse loro con una vocina infantile che mi fece ridere.
"Secondo te quante settimane hanno?" mi domandò lei.
"Non ne ho idea, forse 6?" risposi.
In realtà non lo sapevo, non me ne intendevo di cani o animali domestici.
"Questo ti assomiglia" disse alzandone uno per mostrarmelo.
Distolsi lo sguardo dalla strada e le sorrisi.
"Perché mi assomiglierebbe?" chiesi incuriosita.
"È il più grande di tutti, e ha quell'aria da 'io sono il boss' o qualcosa del genere" spiegò Piper divertita.
"Io non sono così!" esclamai ridendo.
"Basta vedere come sei in camera da letto" rispose provocandomi.
Io sorrisi e mi morsi il labbro.
Frenai piano l'auto davanti al semaforo rosso, e mi voltai verso di lei con aria maliziosa.
"Forse non hai tutti i torti allora" dissi appoggiando una mano sulla sua coscia.
Lei però riportò la mano dalla mia parte ridendo.
"Il semaforo è già diventato verde" mi avvisò indicandolo.
"Che palle" sbuffai premendo l'acceleratore, e Piper ridacchiò.

Arrivammo all'appartamento poco dopo e decidemmo di lavare i cuccioli a casa mia.
Anche salendo in ascensore Pipes continuò a giocherellare con loro facendoli scodinzolare.
Quella scena mi fece sorridere, sembrava davvero felice.
"Ti piacciono così tanto?" chiesi guardandola.
"Diciamo che ho sempre voluto un cane, ma non è mai stato possibile. I miei genitori non erano d'accordo" spiegò.
Io in risposta annuii comprensiva sospirando.
Arrivate al mio piano scendemmo, ed io aprii la porta facendo entrare Piper.
Ormai anche in casa mia c'erano segni di lei ovunque: i suoi elastici per capelli che perdeva in giro, i suoi dvd preferiti che guardavamo e riguardavamo in salotto, e poi il suo profumo sui miei vestiti dato che amava indossare certe mie felpe.
Inoltre in cucina ogni volta la scatola dei cereali era mezza vuota, perché lei finiva sempre per mangiarsi i pezzetti di cioccolato lasciando il resto.
"Andiamo a lavarvii" disse Piper rivolta ai cuccioli.
Io sorrisi e mi diressi verso il bagno, accendendo il rubinetto della vasca aspettando l'acqua calda.
Lei lasciò i cuccioli a terra e loro scossero il pelo sporco.
Appena la temperatura dell'acqua fu perfetta prendemmo con cautela ogni cucciolo e lo appoggiammo nella vasca.
Piper prese il sapone e ne mise un po' sul palmo della sua mano cominciando a strofinare uno di loro.
Mi fece cenno di fare lo stesso, quindi la imitai, anche se leggermente schifata.
Lei notò la mia espressione e rise.
"Non fare quella faccia" mi invitò divertita.
"Chissà quali cose hanno nel pelo" dissi continuando a pulirli.
"Sei grande e vaccinata, su su" mi prese in giro Piper.
La schizzai un po' con l'acqua e lei fece lo stesso, dando il via ad una gara di schizzi.
Il risultato ovviamente fece diventare il mio bagno allagato e pieno di schiuma.
"Forse non avremmo dovuto farlo" disse Piper guardandosi intorno.
"Nah" risposi scrollando le spalle, e ripresi ad insaponare l'ultimo cucciolo rimasto.
Lei sorrise, per poi prendere gli altri due avvolgendoli in un asciugamano pulito.
"E anche quest'ultimo è lavato" dissi finendo.
Appoggiai il cucciolo a terra per cercare un altro asciugamano, ma non appena lo feci lui si mise a correre.
"Merda" dissi inseguendolo.
Stava lasciando chiazze d'acqua ovunque col suo pelo gocciolante.
Alle mie spalle invece sentii Piper ridere guardando la scena.
Il cane non si volle fermare, mi fece anche fare un giro di corsa attorno al divano e alla cucina.
Finalmente però si fermò nascondendosi sotto una sedia.
Sospirai sollevata e lo presi, riportandolo in bagno.
Piper continuava a ridere tanto che aveva praticamente le lacrime.
"Divertente" dissi ironica fulminandola con lo sguardo.
Avvolsi il cucciolo in un panno asciutto riuscendo a calmarlo.
Inaspettatamente Piper mi stampò un bacio sulle labbra e sorrise.
"Questo per cos'era?" domandai sorridendo.
"Niente, ne avevo voglia" rispose scrollando le spalle. "Ed eri dolcissima inseguendo quel cane" aggiunse ridacchiando.
Io sorrisi e mi avvicinai al suo viso per baciarla nuovamente.
Fu un bacio più profondo, che mi fece desiderare di spingermi più oltre.
Com'è che Piper non mi bastava mai?
Lei però si staccò e mi guardò sorridendo.
"Non ora" disse indicandomi i cuccioli che teneva in braccio.
Io sbuffai, e mi finsi arrabbiata prendendo l'altro cane per poi dirigermi in salotto e sedermi sul divano.
Piper mi seguì sedendosi al mio fianco e appoggiando la testa sulla mia spalla.
Cominciò a lasciarmi vari baci sul collo, come per farsi 'perdonare'.
"Così mi fai venire ancora più voglia sai?" le dissi trattenendo un sorriso.
Lei si rialzò e mi guardò mordendosi il labbro.
Incerta sul da farsi tentò di cambiare argomento, cosa che mi fece divertire.
"Come li dovremmo chiamare?" mi domandò riferendosi ai cani.
"Perché pensi ad un nome? Li teniamo solo momentaneamente" le ricordai.
"È vero ma...sarebbe bello no? Sono due maschi ed una femmina" disse guardandoli.
Io ci pensai un attimo, poi mi venne in mente un nome adatto.
"Questo lo chiamerei Haze, cioè nebbia in inglese" esclamai indicando quello che avevo in braccio.
Piper annuì entusiasta sorridendo.
"Invece a lei starebbe bene Latte. Ha il pelo incredibilmente bianco ora che è pulita" disse accarezzandone uno.
"E l'ultimo?" domandai osservandolo, era così stanco che stava per addormentarsi.
"Yume. So che significa sogno in giapponese" suggerì Piper con un sorriso.
"Non fa una piega" dissi ridacchiando.
Lei appoggiò nuovamente la testa sulla mia spalla, stringendosi a me.
"Ah dobbiamo dar loro da mangiare!" esclamò improvvisamente alzandosi dal divano a velocità sovrumana ed andando in cucina.
"Cosa cerchi?" le chiesi divertita alzando la voce per farmi sentire.
"Boh, del latte o della carne, qualsiasi cosa" rispose.
Andai a raggiungerla, aprii il frigo e tirai fuori degli avanzi di lasagna.
"Potrebbero andare?" domandai.
"Credo di sì, basta tagliarli in parti piccole" disse, e così fece.
Appoggiò il piatto a terra vicino ai cuccioli, che cominciarono a mangiare immediatamente.
Riempì poi una scodella con dell'acqua lasciandola di fianco a loro.
Sorrise soddisfatta, un sorriso che contagiò anche me.
La presi per il polso avvicinandola, e iniziai a lasciarle una serie di baci che partivano dal lobo fino a scendere sempre più in basso.
"Alex..." mugolò lei socchiudendo gli occhi.
La alzai appoggiandola al bancone della cucina, continuando a baciarla.
"Dai" mi pregò mordendosi il labbro, ma il suo respiro si fece più pesante.
Proseguii quella lenta tortura stringendola a me e mordicchiandole dolcemente la pelle qua e là, infatti poco dopo cedette.
"Okay okay, però andiamo in camera" disse ansimando, ed io sorrisi.

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