Chapter 41

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Piper's pov

"Pipes perché fai così?" mi domandò Alex esasperata.
'Perché?' Non era evidente?
"Non capisci sul serio?" chiesi mettendo via le mie cose.
Menomale che dovevo cambiare aula e quindi allontanarmi da lei.
"Le ho dato il mio numero per un motivo. E non devi pensare subito che nascerà qualcosa tra me e lei" esclamò guardandomi.
Io sbuffai e mi avviai verso la porta con lo zaino in spalla.
"Dove vai?" mi gridò dietro.
"Parliamone dopo" risposi senza voltarmi verso di lei.

Anche durante le altre ore non riuscii a concentrarmi, e lo notò anche Allie, la quale seguiva la mia stessa lezione di poesia.
"Com'è andata la notte da Alex?" mi chiese maliziosa punzecchiandomi il braccio con la penna.
"Bene" risposi soprappensiero.
"Eh? Perché non ti vedi emozionata allora?" domandò delusa ed io sospirai.
"Prima ero a lezione con lei. Una ragazza la continuava a fissare...e alla fine le ha chiesto anche il numero. Si sono scambiate i numeri capisci? Era chiaro come il sole che quella voleva fare colpo su Alex. E la cosa peggiore è che Al non ci trova nulla di sbagliato" spiegai, mentre piano piano sentii il sangue ribollire.
"Dai, magari ti stai preoccupando troppo. Hai provato a sentire almeno la sua versione?" mi chiese Allie guardandomi.
"No, non la reggevo più e sono uscita dall'aula subito" esclamai.
"Mmh, allora dopo prova a sentire cosa ti dice lei" mi consigliò scrollando le spalle.
Appoggiai il mento sul palmo della mano e sbuffai.

Uscita dall'università Alex mi venne subito incontro.
"Ti stavo aspettando" disse avvicinandosi a me.
"Eccomi" risposi senza guardarla negli occhi.
Mi incamminai e lei mi seguì posizionandosi alla mia destra.
"Sei ancora gelosa?" domandò con un sorriso divertito guardandomi, ed io rimasi in silenzio.
Alex ridacchiò.
"Dai, sai che le bionde alla fine sono le mie preferite. Anche se devo ammettere che mi piacciono anche le more" esclamò per provocarmi.
Io alzai gli occhi al cielo, aumentando il passo.
"Mi piacciono anche gli occhi azzurri, come i tuoi. O come quelli di quella ragazza" continuò trattenendo una risata.
Sbuffai pesantemente, pregando la smettesse di comportarsi come una bambina di 4 anni.
"Sei arrabbiata?" mi chiese ridacchiando.
"Smettila" dissi fulminandola con lo sguardo.
"Aww, il mio biscottino Piper è così carino quando si ingelosisce" esclamò con una vocina fastidiosa.
"Alex!" gridai innervosita voltandomi verso di lei.
"Sai, preferisco sentire il mio nome tra i tuoi orgasmi" disse sorridendo maliziosamente.
"Aaahh Alex...sì Alex...mmh, Alex" imitò i miei gemiti divertita.
Io arrossii violentemente e le tappai la bocca, ricordandole che eravamo in strada, anche se in quel momento non c'era nessuno.
"La vuoi smettere?" le dissi arrabbiata.
Lei mi spostò il braccio e si avvicinò al mio orecchio.
"Mi fai eccitare quando ti incazzi" sussurrò provocandomi mille brividi.
La spinsi via deglutendo, e ripresi a camminare più velocemente per cercare di farla allontanare.
Eravamo vicino casa comunque, quindi ci avrei messo poco per seminarla.
Alex mi raggiunse, e mi seguì anche in condominio continuando a fare battute idiote.
Presi l'ascensore, e quando salii al 6° piano lei scese insieme a me.
"Tu abiti di sopra" le ricordai sbuffando.
"Ma mi annoierei senza di te" disse tranquilla.
"Va bene, annoiati con calma" affermai con un sorriso ironico entrando in casa e chiudendo la porta.
"Mi lasci fuori così?" gridò per farsi sentire.
"Non voglio sorbirmi altre tue battutine infantili" risposi dall'altra parte.
"Aprimi, suu" mi pregò ma io l'ignorai sedendomi sul divano e accendendo la tv.
Dopo qualche minuto vidi un foglietto spuntare da sotto la fessura della porta, sicuramente mandato da Alex.
Sospirai ed andai a raccoglierlo.
Lo aprii e lessi: 'Chiedo umilmente perdono mia signora'
Subito dopo ne arrivò un altro, in cui c'era scritto: 'Ok, forse ho esagerato prima, ma mi diverte vederti arrabbiata (e non scherzo quando dico che sei bella quando ti incazzi)'
Lessi più attentamente quelle parole, ed all'improvviso mi vennero in mente i bigliettini che avevo trovato al bar: la scrittura era la stessa.
Era lei che li aveva scritti quindi.
Pensandoci trattenni un sorriso divertito.
Mi mandò un terzo foglietto, che diceva: 'Guarda instagram'
Corrugai la fronte e aprii l'applicazione sul telefono.
Mi arrivò la notifica di un tag su un post da parte di Alex.
Andai a vedere incuriosita, notando che aveva postato diverse foto mie.
Alcune erano della sera in cui ci eravamo ubriacate, altre me le aveva scattate di nascosto.
Mentre leggevo, mentre mangiavo un mandarino facendo una faccia strana, o mentre dormivo.
Nella descrizione aveva scritto:
'La mia ragazza non riesce mai a venire male in foto :(
P.s. devo ricordarmi di non farla ingelosire'
Rilessi quelle parole ed il battito del mio cuore accelerò.
Mi venne da sorridere, e con un sospiro decisi di farla entrare in casa.
Appena aprii la porta la vidi seduta sul gradino delle scale, e lei mi guardò inarcando un sopracciglio.
"Ancora arrabbiata?" domandò alzandosi.
"Beh, devi ancora spiegarmi perché hai dato il numero a quella ragazza che ti va dietro" affermai, e lei scoppiò a ridere.
"Non mi va dietro, gliel'ho dato solo perché a quanto pare vuole i miei consigli per conquistare una che ha incontrato in un bar, credo" esclamò scrollando le spalle.
"Poi volevo anche vedere se saresti diventata gelosa" ammise.
"Non è ovvio?" le dissi alzando gli occhi al cielo, e lei abbassò lo sguardo.
"Lo so...è che non riesco davvero a capacitarmi come tu possa tenere così tanto a me...quindi in un certo senso ho bisogno di vederne la prova. Non sono abituata a ricevere un simile affetto" spiegò.
Sentii quelle parole arrivare direttamente al mio cuore.
"Al...certo che tengo a te. Non so spiegare la fortuna che ho avuto nel trovarti" le dissi prendendole il viso tra le mani.
"E ti amo anche quando fai delle battute sceme come prima" aggiunsi sorridendo.
Lei ricambiò il sorriso per poi baciarmi.
Poco dopo mi allontanai e la guardai divertita.
"I biglietti che ho trovato al bar quindi erano opera tua?" chiesi ridacchiando.
"Forse" rispose facendomi l'occhiolino, ed io risi.
Lei si avvicinò nuovamente alle mie labbra in modo provocatorio.
"Però...ora pensiamo ad altro" sussurrò maliziosa prendendomi per il polso ed entrando in casa.

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