Chapter 46

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Alex's pov

Nella noia di quel pomeriggio, cercai un film decente da guardare.
Mi sedetti sul divano con Haze, il quale a volte tentava di mangiare dei popcorn dalla scodella che tenevo in mano.
Arrivò un momento clou del film, che mi fece salire l'ansia a mille.
E proprio allora il mio cellulare iniziò a squillare insistentemente.
"Che cazzo" sbuffai mettendo in pausa.
Presi il telefono e sullo schermo lessi il nome di Allie, così risposi subito.
"Pront-" non feci nemmeno in tempo a dire, che lei cominciò a parlare.
"Alex...Piper non sta per niente bene, non so cosa fare. Non credo di averla mai vista così, non vuole nemmeno alzarsi da letto. Forse tu riusciresti a confortarla un minimo" disse.
Corrugai la fronte, confusa.
"Non ho capito niente, perché sta male?" chiesi, e mi alzai dal divano per andare verso la porta.
"È venuta a sapere della morte di sua nonna...ed è stato un brutto colpo" spiegò, facendomi deglutire.
"Arrivo" esclamai, e riattaccai.
Misi in fretta le scarpe ed Haze mi seguì scodinzolando.
Lo guardai un attimo, poi sospirai.
"Va bene, forse sarai utile per migliorare il suo umore" esclamai prendendolo in braccio.
Mi chiusi la porta alle spalle e scesi le scale velocemente.
Suonai il campanello da Allie, la quale mi aprì poco dopo.
"Quand'è che ha sentito la notizia?" le domandai riferendomi sempre a Piper.
"Diciamo due ore fa...ha pianto tantissimo" rispose.
Io mi morsi il labbro, e lei mi fece cenno di andare da Piper in camera.
Annuii, e mi diressi di là continuando a tenere Haze in braccio.
Bussai piano alla porta di camera sua.
"Pipes, sono io" dissi con tono dolce.
Aspettai un po', ma non sentii nessuna risposta. Decisi quindi di entrare con cautela.
Era rannicchiata a letto con le coperte tirate fin sopra la testa.
Mi sedetti sul bordo del materasso, e la guardai.
"Pipes..." la chiamai.
Le accarezzai dolcemente la schiena, come per rassicurarla e farle sapere che io c'ero.
Lei non reagì, o meglio, si rannicchiò ancora di più.
"So che è dura perdere qualcuno di importante, credimi, ti capisco. Ma...piano piano le cose migliorano, cambiano. Il tempo aiuta; o magari siamo semplicemente noi che ci abituiamo alla scomparsa" dissi, mentre Haze mi mordicchiò piano un dito.
"È vero, quel qualcuno ti mancherà sempre, ma in qualche modo riuscirai a superarlo...riuscirai ad andare avanti senza quella persona" aggiunsi, poi guardai Haze che continuava a mordermi e feci un'espressione di dolore.
All'improvviso sentii le braccia di Piper avvolgermi inaspettatamente in un caldo abbraccio, mentre lei infilò la testa nell'incavo del mio collo.
Mi aveva spiazzata, ma appena mi ripresi ricambiai la stretta.
Sentii solo dopo qualche secondo le sue lacrime che cominciarono a scendere, bagnandomi leggermente la felpa.
Pianse, tenendosi aggrappata a me come se fossi la sua unica salvezza.
Appoggiai piano il mento sulla sua testa, e le accarezzai il dorso tentando di confortarla.
Infondo conoscevo bene il dolore causato dalla perdita di qualcuno a cui si tiene.
Dopo qualche minuto Piper riuscì a fermare i singhiozzi ed a riprendere fiato, calmandosi.
Le presi il viso tra le mani, e lei mantenne lo sguardo basso, anche se notai subito il rossore dei suoi occhi.
Mi faceva davvero male vederla così.
Sperando di consolarla la baciai più volte sulle labbra, agli angoli della bocca, sulle guance, sulla fronte.
Le asciugai le lacrime, e lei si accorse di Haze, che nel frattempo si era comodamente sdraiato a letto ignorando il tutto.
Sorrisi, e presi il cucciolo in mano portandolo da Piper.
"Guarda chi ti ho portato" le dissi sorridendo.
Per un attimo mi parve di vedere un po' di sollievo nei suoi occhi, come se stesse già un pochino meglio.
Accarezzò la testa di Haze che scodinzolò allegramente.
"Grazie" mi disse in un sussurro Piper.
Io sorrisi dolcemente, e le presi la mano.
"Non voglio vederti triste" ammisi lasciandole un altro bacio sulle labbra.
Sapevo che ovviamente non si sarebbe ripresa così in fretta, ma quel 'grazie' era già tanto, era sufficiente.
La cosa importante è che non avrebbe dovuto affrontare quella sofferenza da sola.
"Sono qui Pipes, ci sono" la rassicurai.

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