Chapter 75

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Piper's pov

Mi svegliai aprendo gli occhi lentamente, e sentii subito un mal di testa allucinante che mi fece imprecare con la voce impastata dal sonno.
Vari e confusi ricordi della sera precedente si susseguivano nella mia mente.
Sapevo che avevo litigato con Alex al bar, e che dopo la nostra discussione avevo iniziato a bere senza freni per rifugiarmi nell'alcol.
Cos'era successo dopo?
Mi stiracchiai, facendo una smorfia a causa dei muscoli doloranti.
Mi sentivo terribilmente stanca, e non riuscivo a capirne il perché.
Guardai la luce che filtrava dalle tapparelle di camera mia, e mi sfregai gli occhi nel tentativo di risvegliarmi un po'.
Con fatica, mi sporsi verso il comodino per prendere il cellulare, il quale era in bilico sul bordo e quasi sul punto di cadere.
Non avevo idea di che ora, giorno, mese o addirittura secolo fosse, talmente ero stordita.
Una volta afferrato il telefono cliccai subito sul tasto home, e lo schermo si illuminò rendendomi momentaneamente cieca a causa della luminosità impostata al massimo.
Borbottai infastidita, ed abbassai quella luce abbagliante.
Guardai l'ora, e mi stupii di come fossero già le 15. Non avevo mai dormito fino a così tardi, inoltre avevo anche perso lezione all'università.
Decisi di mandare un veloce messaggio ad Allie, e le scrissi:
'Perché non mi hai svegliata stamattina?T-T'
Non ero una a cui piaceva saltare giorni scolastici, soprattutto per motivi banali come una sbronza.
La sua risposta non tardò ad arrivare:
'Ci ho provato, ma non ti muovevi di un centimetro, sembravi morta. Hai solo borbottato qualche insulto per poi nascondere la testa sotto il cuscino e riaddormentarti'
Oh.
Non me lo ricordavo.
'Così magari la prossima volta impari a darti una controllata quando bevi' aggiunse.
Ridacchiai nervosamente, dato che la mia amica aveva ancora una volta ragione.
Le scrissi delle brevi scuse per il mio comportamento da ubriaca, immaginando quanto fossi stata insopportabile la sera prima.
Dopodiché, visto che il mal di testa mi stava uccidendo, mi alzai faticosamente dal letto per andare a prendere un'aspirina.
Avevo la nausea, le vertigini e mi sentivo uno schifo.
"Dovrei smetterla di ubriacarmi così" mi lamentai, andando verso il bagno come uno zombie.
La mia andatura poteva fare concorrenza a quella di una 90enne decrepita.
Entrai in bagno, sciacquandomi subito il viso con dell'acqua fredda.
E fu solamente quando guardai la mia immagine riflessa nello specchio, che ricordai.
Vidi tutti i succhiotti, i graffi che marchiavano la mia pelle.
Tutte le immagini della notte precedente mi stavano improvvisamente tornando in mente.
Mi lasciai sfuggire un "porca puttana" sottovoce, portandomi una mano sulla bocca dallo stupore.
Ricordai di come mi ero buttata tra le braccia di Alex, baciandola con foga.
Ricordai tutta la nottata selvaggia che avevamo trascorso a casa sua.
"Non l'ho sognato? Vero?" dissi ancora in uno stato di trance, dando voce ai miei pensieri.
Ma no, era tutto reale. E le prove le avevo proprio addosso, sulla mia pelle.
Mi venne però in mente anche un'altra cosa.
Avevo detto ad Al che la amavo, poco prima di addormentarmi sul suo letto. E lei aveva risposto al mio 'ti amo' nello stesso modo, una volta riportata a casa.
L'aveva detto sul serio. Ciò significava che mi amava davvero?
Mi guardai di nuovo allo specchio, e a quel pensiero uno stupido sorriso comparve sul mio viso.
Un sorriso da ebete, che non riuscii a controllare.
Magari infondo Alex ci teneva ancora a me, a noi. Alla nostra relazione.
Avevo bisogno di chiamarla e di sentire la sua voce.

Dopo aver preso l'aspirina, aprii la rubrica sul cellulare per chiamare Al.
Scorsi tra i contatti con mano tremante, mentre i battiti del mio cuore acceleravano.
Perché ero così agitata?
Cliccai sul suo nome, e presi un respiro profondo.
Non sapevo cosa le avrei potuto dire, soprattutto dopo la notte passata insieme.
E avesse voluto di nuovo illudermi? Usarmi per poi tornare ad ignorarmi?
Sospirai, e cercai di scacciare via quei pensieri negativi.
Decisi di smetterla di preoccuparmi, perciò prima che potessi cambiare idea premetti sul tasto 'chiama'.
Appoggiai il cellulare all'orecchio, sentendo gli squilli.
Con l'indice dell'altra mano picchiettai piano sul tavolo della cucina, aspettando con ansia che rispondesse.
"Hey" fu la prima cosa che mi disse, accettando la chiamata.
Il suo tono era...calmo.
Sentire la sua voce mi tranquillizzò all'istante.
"Ciao" la salutai, accennando un sorriso.
"Sei all'università?" mi domandò.
"N-no, in verità mi sono svegliata tardi" dissi con leggero imbarazzo, e la sentii ridacchiare.
Poi le chiesi: "tu invece?"
"Sto per fare un colloquio, tra una decina di minuti mi dovrebbero chiamare" rispose tranquillamente.
Un colloquio? Non credevo avrebbe cercato immediatamente un lavoro.
"Eh? Stai già cercando lavoro?" le chiesi.
"Sì, beh...in realtà ci pensavo da tempo. Dovrò pur mantenermi in qualche modo. Ho chiamato l'agenzia prima, e hanno accettato di vedermi subito" spiegò.
Abbassai leggermente lo sguardo, iniziando a tracciare con l'indice piccoli cerchi sul tavolo.
Cosa le potevo dire?
"Allora immagino sia meglio non disturbarti" dissi, sorridendo piano.
Subito dopo però, con tono speranzoso le domandai: "più tardi...mi chiami per farmi sapere?"
Lei però non rispose alla mia domanda, anche se la sentii sorridere.
"Ti va di fare un giro in moto dopo?" mi chiese invece.
A quella frase non riuscii a nascondere la gioia, ed il mio sorriso si ampliò.
Ogni volta che vedevo Stacy appiccicata a lei sulla moto provavo una gelosia tremenda, dato che avrei voluto stare io accanto ad Alex.
"Dici davvero?" esclamai emozionata.
"Sì, davvero" rispose lei, ridacchiando.
"Sì sì sì. Ti prego" dissi felice.
Era bello come stessimo semplicemente chiacchierando senza preoccuparci di ciò che era successo la notte precedente.
"Okay, allora ci vediamo dopo" affermò divertita.
"A dopo" la salutai ancora sorridendo.
Ci fu un breve attimo di silenzio, durante il quale nessuna delle due volle riattaccare.
"Alex" dissi, prima che potesse concludere la telefonata.
"Sì?" mi chiese lei.
"Buona...fortuna" le augurai, nonostante sapessi che ce l'avrebbe fatta senza problemi.
Infondo era Alex Vause, ce la faceva sempre.
"Grazie Pipes" disse dolcemente.
Dopodiché terminammo la chiamata, e non potei fare a meno di sorridere ancora una volta.
Avevamo parlato tranquillamente, come eravamo solite fare quando stavamo insieme.
Tutto il risentimento che avevo provato per lei era completamente svanito.
La amavo sul serio, e non avevo mai smesso di farlo.
Mi coprii il viso con le mani, e sbuffai.
"Mi manchi" sussurrai, dando un'altra volta voce ai miei pensieri.

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