Chapter 9

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Alex's pov

Era da tutto il giorno che pensavo a ciò che era successo la sera precedente.
Non feci altro che continuare a ripetermi di calmarmi e di dover prendere le distanze da Piper.
Dovevo allontanarmi da lei, sia per il mio che per il suo bene.
Per mettere a tacere questi pensieri cercai in casa qualche buon libro da leggere, e appena ne trovai uno che attirò la mia attenzione, lo presi.
In verità l'avevo già letto un paio di volte, aveva la copertina vecchia e rovinata, ma racchiudeva così tanti ricordi che mi faceva sempre piacere sfogliare quelle pagine.
Da bambina era il mio libro preferito, lo leggevo spesso con mia madre, che ormai non c'è più.
Lei se ne andò quando avevo 16 anni, e dopo la sua perdita non fui più la stessa. Attraversai un periodo davvero difficile, che durò anni. Fu durante questo tempo che purtroppo incontrai anche Stella.
Guardai il romanzo che tenevo stretto tra le mani e scossi la testa per scacciare i brutti momenti del passato. Volevo solo perdermi tra quelle pagine.
Cominciai a leggere, e poco a poco i ricordi tornarono a galla.
Mi venne in mente il giorno in cui mia madre Diane mi regalò questo libro, al mio 9° compleanno.
Fu proprio lei che mi convinse a cominciare a leggerlo. Inizialmente non mi era piaciuto, l'avevo giudicato dalla copertina e mi era parso noioso.
Diane si era offerta di leggerlo con me ogni sera, dicendomi di dargli almeno una possibilità.
Fu così che mi innamorai di quel libro; lo rileggevo sempre quando volevo trovare un po' di pace, e mettere in stand-by la mente.
Mi faceva sorridere ripensare a tutti i momenti della mia infanzia vissuti con mia madre. Cercai di non rattristarmi, anche se avrei dato ogni cosa per riaverla al mio fianco.
Tra la lettura i minuti passarono veloci, e quando guardai l'orologio erano quasi le 17.
Appoggiai il libro sul tavolino di fianco al divano, e decisi di farmi un the caldo per poi uscire in terrazzo per ammirare un po' il panorama.
Faceva meno freddo del solito, cosa che mi fece sorridere.
Mi appoggiai coi gomiti sulla ringhiera, e stetti là osservando la vista.
In lontananza si potevano notare tutte le auto che sfrecciavano per le strade velocemente, ma anche quelle bloccate invece nel traffico.
I palazzi alti si erigevano imponenti, probabilmente pieni di persone indaffarate.
La città era sempre in movimento, sembrava quasi che nessuno si prendesse mai una pausa.
Chiusi gli occhi per apprezzare la leggera brezza del vento fresco, quando sentii una voce estremamente familiare.
Mi sporsi di sotto per guardare, e vidi Piper in compagnia di un ragazzo, probabilmente della stessa età.
Alto, magro, capelli neri e abbastanza ricci.
Chiacchieravano e sorridevano come vecchi amici, ma di colpo vidi qualcosa che mi fece bloccare il respiro.
Lui l'aveva presa per mano e l'aveva baciata, ed in quel momento sentii una fitta al cuore.
Piper era fidanzata, aveva un ragazzo.
Certo, da una parte avrei dovuto aspettarmelo, ma non ci avevo pensato sul serio.
Inoltre avevo scelto io stessa di prendere le distanze, e sapere che frequentava qualcuno non avrebbe dovuto fare la differenza.
«Allora perché mi sento così?» pensai.
Loro si allontanarono mano nella mano, sorridendo come due piccioncini innamorati. A quella scena però feci una smorfia di fastidio.
Ma perché? Perché mi sarebbe dovuto importare infondo?
Osservai ancora un attimo i due, soffermandomi su Piper.
"Lei sembra felice" mormorai piano.
Non avevo motivo di sentirmi in quel modo, infondo ci conoscevamo da pochissimo, quindi perché mi aveva dato tanto fastidio vederla insieme a qualcun altro?
Rientrai in casa sbuffando, e qualcuno bussò alla porta.
Non avevo idea di chi potesse essere, ed andai ad aprire.
Ma me ne pentii immediatamente.
"Hey, da quanto tempo eh?" disse.
Io, irritata, cercai di chiudere la porta subito, ma la sua mano la bloccò.
"Non mi saluti nemmeno?" mi chiese, ed io alzai gli occhi al cielo.
"Stai scherzando? Davvero hai il coraggio di presentarti qua come se non fosse successo nulla?" domandai.
"Mettiamo da parte il passato, va bene? Tutti fanno errori" rispose con noncuranza.
Solo la sua vista mi faceva ribollire il sangue, ero già al limite della pazienza.
"Tutti fanno errori, è vero. Ma tu non sei nemmeno pentita. Anzi, scommetto che sei qui perché ti servo ancora una volta, visto che non ti è rimasto più nessuno da ingannare" affermai.
"Alex-" cercò di dire, ma io la interruppi.
"No, è inutile. Non voglio avere più niente a che fare con te, Stella."

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