Alex's pov
"Hai preso tutto? Sicura?" mi chiese Piper mettendo le valigie nel bagagliaio.
"Sii" la rassicurai, esasperata dal fatto che me l'avesse già chiesto una trentina di volte.
Stavamo preparando tutto per il viaggio di ritorno, ma stavolta avrei guidato io per evitare di perderci nuovamente.
"Piper, non stressarla troppo" la rimproverò scherzosamente Cal schierandosi dalla mia parte.
Io ridacchiai, mentre la mia ragazza lanciò un'occhiataccia a suo fratello.
"È un peccato che siate rimaste così poco, anche se è stata breve la vostra visita mi ha reso contento" disse Harold.
Pipes lo guardò con occhi nostalgici, e si avvicinò a lui per abbracciarlo.
"Torneremo presto. Poi potete sempre farci visita, specialmente tu nonno" rispose lei dolcemente.
Lui annuì piano, e quando sciolse l'abbraccio accennò un sorriso per tranquillizzarla.
Dopo poco andai anch'io a salutare Harold, il quale mi abbracciò senza pensarci due volte.
"Alex, mi ha fatto davvero piacere conoscerti" disse lui racchiudendomi tra le sue braccia, e non potei fare a meno di sorridere.
"Anche a me, sul serio" ammisi.
"E ti prego di avere pazienza con la mia nipotina, so quanto può essere sfiancante certe volte" mi sussurrò facendomi ridacchiare.
"Non preoccuparti" risposi piano prima di sciogliere la stretta con un altro sorriso.
"Chiamaci più spesso però" sentii dire Bill a sua figlia, la quale acconsentì sorridendo.
"Ma non tralasciare lo studio, concentrati sull'università" intervenne Carol.
"Lo so mamma, lo studio" rispose Piper alzando gli occhi al cielo.
"State tranquilli" gli disse infine con un sorriso rassicurante.
Salutai Carol e Bill con un veloce abbraccio e con qualche parola di conforto, e mi stupii di vedere che Carol non sfoggiò un atteggiamento distaccato nei miei confronti come inizialmente era solita fare.
Cal invece decise subito di stritolarmi in un altro abbraccio che mi fece ridere.
"Grazie" mi disse sottovoce.
"Per cosa?" gli domandai non capendo.
Lui sciolse l'abbraccio, e mi sorrise.
"Per averla resa così sorridente" sussurrò, facendomi intendere che si stesse riferendo a Piper.
Io non seppi come ribattere, se non ricambiando il sorriso. In realtà ero io a dover ringraziare Piper per essere entrata nella mia vita ed averla stravolta.
Senza di lei sarei rimasta la solita vecchia Alex, quell'Alex che non aveva nessuna meta precisa da raggiungere e che ignorava le varie sfaccettature possibili dell'amore.
"Anche se non siamo rimaste molto è stato piacevole, grazie" dissi alla famiglia di Pipes.
"Puoi tornare a trovarci quando vuoi" rispose Bill gentilmente, e Carol si limitò ad annuire.
"Non dimenticare che sei di famiglia anche tu ormai" affermò poi Harold, così gli sorrisi di nuovo.
"Nonno, quasi quasi ho la sensazione che tu preferisca più lei a me" gli disse Piper ridacchiando, e la sua risata contagiò anche me.Dopo esserci salutati un'ultima volta io e Pipes salimmo in auto, pronte per ripartire.
"Comunque avrei potuto guidare io di nuovo" mi disse lei allacciandosi la cintura.
"Ti devo forse ricordare di come ci siamo perse all'andata?" le risposi cercando di trattenere una risata.
Lei mi rivolse una smorfia e sospirò piano, mentre io misi in moto l'auto.
"In ogni caso, cosa ne pensi di...voglio dire, come ti senti dopo aver conosciuto la mia famiglia?" mi chiese poi schiarendosi la voce.
I suoi occhi azzurri parevano pieni d'interesse aspettando di sentire la mia opinione.
Io le sorrisi, e ripresi a guardare la strada.
"È stato...diverso" dissi semplicemente.
"Diverso? In che senso?" mi domandò incuriosita.
"Beh, mi è sembrato un po' di stare in una di quelle famiglie che si vedono nei film o che si leggono sui libri. In una famiglia...normale? Non so se mi spiego" tentai di dire, e lo sguardo di Piper si fece per un attimo come immerso nei pensieri.
"La normalità è sopravvalutata" rispose stringendosi nelle spalle.
"In un certo senso sì" dissi io accennando un sorriso.
"All'apparenza possiamo sembrare una famiglia ordinaria, comune...ma in realtà non è esattamente così. In casa ci sono state e ci sono tutt'ora non poche discussioni, insieme a parecchi problemi" spiegò con tranquillità.
"L'idea di normalità pare solo un'illusione" affermai quasi parlando tra me e me.
"Ogni famiglia è diversa poi. Quelle dei film spesso sono solo idealizzazioni di ciò che riteniamo perfetto" aggiunse Pipes, ed io sorrisi.
"Già...comunque, anche se è stato un viaggio breve non è andata male" affermai tornando all'argomento iniziale.
"E io che pensavo saresti voluta tornare subito a casa" rispose lei divertita.
"Pff, è stato bello accompagnarti" ammisi scrollando le spalle, e lei mi regalò un sorriso dolce.
"Però la parte in cui avete parlato della mia infanzia imbarazzante potevate anche evitarla" aggiunse dopo facendomi ridere.
"Scherzi? È stata una delle cose migliori" risposi divertita, immaginandomi nuovamente una Piper in versione ridotta e più ribelle.
"Perché invece non mi racconti qualcosa della tua di infanzia?" mi chiese.
"Tipo cosa?" le domandai di rimando.
"Quello che vuoi. Qual era il lavoro dei tuoi sogni per esempio?"
Io ci pensai un attimo, tentando di riportare alla memoria i ricordi offuscati.
"L'artista, penso" risposi accennando un sorriso.
Da piccola disegnavo sempre, appena ne avevo l'occasione. Crescendo invece mi ero leggermente distanziata da quell'abitudine, ma la passione era rimasta la stessa. Usavo il disegno come valvola di sfogo, come via d'uscita per entrare in un mondo incredibilmente calmo.
Piper mi guardò come se avesse gli occhi a forma di cuore, cosa che mi fece ridere di nuovo.
"Ti immagino da bambina con in mano un pennello e una tela colorata davanti" affermò dolcemente.
"Preferivo disegnare a matita anziché dipingere" precisai, e lei sorrise.
"E poi? Facevi qualche sport? Oppure ti piaceva andare a scuola?" mi chiese più curiosa.
"Mi vuoi sottoporre ad un interrogatorio per caso?" replicai sorridendo.
"No, andiamo, raccontami altro" mi pregò con uno sguardo a cui non sarei mai riuscita a dire di no.
Così sospirai, e alla fine cedetti.
"Okay, vediamo...non facevo nessuno sport ma ero brava in tutto" iniziai a dire.
"Dovevo aspettarmelo" intervenne lei facendomi sorridere.
"E no, odiavo la scuola" dissi stringendo con più forza il volante tra le mani senza nemmeno rendermene conto.
Ricordavo bene come gli altri bambini spesso mi avessero presa in giro continuando ad infastidirmi. Non indossavo vestiti firmati o alla moda, non potevo permettermi di divertirmi al loro stesso modo, e mi comportavo diversamente, perché io non ero loro. Figuriamoci, non avevo nemmeno un padre a cui fare gli auguri per la festa del papà.
"Come mai?" mi chiese Pipes piano, forse notando il mio lieve smarrimento.
"Beh, chi non odia la scuola?" risposi come se niente fosse.
"A me piaceva da piccola" affermò, al che io inarcai le sopracciglia in segno di stupore.
"Forse mi sono fidanzata con un alieno" scherzai.
"Ha ha ha. Certo" ironizzò lei con una smorfia.
"Non mi piaceva, tutto qui" affermai, sperando che non cercasse ulteriori spiegazioni.
Per cambiare discorso subito dopo le chiesi: "Cosa dovremmo mangiare per cena? Cerchiamo un locale o un ristorante?"
"Mm...e se ci fermassimo in un fast food?" propose lei.
"Cibo malsano? Beh, ci sto" risposi senza problemi, e Piper ridacchiò.
Successivamente prese il suo cellulare per controllare quali fossero i migliori fast food nelle vicinanze, e dopo poco riuscì a trovarne uno accettabile.
"Ordiniamo al drive through? Così mangiamo direttamente in auto" suggerii io.
"Per me va bene" accettò Piper, la quale intanto era impegnata ad inserire i dati della destinazione nel navigatore.
"Odio questo coso. È di una lentezza incredibile" sbottò riferendosi al navigatore.
"Hey, non insultare il mio amore chiamandolo 'coso'" scherzai divertita.
"La vostra relazione è ufficiale allora?" mi prese in giro lei facendomi ridere.
"Più che ufficiale" risposi con tono ovvio.
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RomancePiper è una semplice ragazza che va all'università. È calma, ama i libri ed è soddisfatta della vita che ha col suo fidanzato Larry...o forse no? Forse le manca qualcosa, qualcosa che la faccia sentire viva, qualcosa che la renda veramente felice. U...