Piper's pov
*1 settimana dopo*
All'università Alex continuava ad evitarmi, non mi parlava e non mi guardava più.
Non riuscivo a capire quel suo comportamento. Mi aveva baciata di sua spontanea volontà, e poi mi trattava come se non esistessi.
Per di più la sua relazione con Stacy sembrava essere diventata qualcosa di serio e...stabile.
Le avevo chiesto il perché di tutta quella situazione, e lei mi aveva semplicemente rivolto uno sguardo freddo, disinteressato.
"Non eri mica speciale, Piper. Sono andata avanti, dovresti farlo anche tu" mi aveva detto.
Quelle parole mi avevano trafitto il cuore. Quasi non ci potevo credere.
Le lacrime mi avevano rigato le guance senza nemmeno rendermene conto.
Dopo tutto ciò che avevamo passato, dopo tutte le promesse che ci eravamo scambiate, mi parlava davvero così? Con quel tono serio, indifferente.
Non ero speciale, sì, forse ero perfettamente sostituibile. Magari Alex aveva ragione, ed ero io che l'avrei dovuto capire prima.
"Non so cosa ti aspettassi, ma la nostra storia è finita" aveva poi affermato, scrollando le spalle come se niente fosse.
Avrei voluto dire qualcosa, ma i singhiozzi me lo impedivano.
Successivamente si era allontanata, nonostante io non avessi voluto terminare la conversazione.
Aveva raggiunto Stacy, e dopo averle circondato la vita con un braccio l'aveva baciata dolcemente, come di solito faceva con me.
La rossa sorrideva felice, stringendosi a lei.
Io, inerme, guardavo la scena che avevo davanti col cuore infranto. Non riuscivo a crederci, era tutto confuso.
Provavo un senso di estraneità, di non appartenenza.
Volevo cercare di andare verso Alex e raggiungerla, ma il mio corpo non accennava a muoversi. Sembravo bloccata, o meglio intrappolata.
Cercavo di chiamare il suo nome più volte, ma nessun suono usciva dalla mia bocca.
La guardai andare via, mentre a me mancava l'aria.
Mi sembrava di essere finita in...acqua. Era come se stessi affogando, e non riuscivo a tornare a galla.E fu allora che mi svegliai di soprassalto, tra le lenzuola stropicciate.
Mi portai una mano al petto, cercando di calmarmi.
Avevo il fiato corto, e stringevo ancora la coperta dalla paura.
Mi asciugai le lacrime, ripetendomi più volte che era stato solamente un sogno.
Un incubo, uno dei più realistici che avessi mai avuto.
Era vero però che era passata una settimana dal bacio tra me ed Alex.
Le avevo chiesto spiegazioni, ma lei non mi aveva dato retta, oppure mi aveva presa in giro con le sue solite battutine.
Però le cose non sembravano peggiorate tra noi, come invece avevo sognato.
Mi sfregai gli occhi stanchi, e presi il cellulare dal comodino.
"Merda!" imprecai, vedendo l'ora indicata sullo schermo.
Mi sarei dovuta preparare in tutta velocità per non arrivare in ritardo a lezione.
Saltai giù dal letto, tolsi il pigiama in meno di 2 secondi, ed aprii l'armadio indossando la prima maglietta che trovai.
Dopodiché presi un paio di jeans, e nella fretta li misi saltellando in giro per la stanza.
Mi preparai rapidamente, ed un paio di minuti dopo fui pronta ad andare.
Latte e Yume dormivano in salotto, completamente indisturbati, ancora nel mondo dei sogni.
Li invidiai un attimo, desiderando di trovarmi al loro posto. Yume russava leggermente, cosa che mi fece sorridere.
Poi mi ripresi ricordando di non avere tempo da perdere, perciò afferrai lo zaino ed uscii velocemente di casa, chiudendo la porta alle mie spalle.
——
Miracolosamente riuscii ad arrivare all'università in orario.
Non avevo avuto il tempo di fare colazione, ed il mio stomaco si stava già lamentando.
Fuori all'entrata notai subito Stacy, e mi tornò in mente l'incubo che avevo avuto.
Rabbrividii al solo pensiero di ciò che mi aveva detto Alex nel sogno. Inoltre la sua espressione fredda mi era sembrata così reale, così vera da rendermi turbata.
Passai di fianco la rossa, la quale era intenta a parlare con altre ragazze. Sembravano davvero tutte uguali, oche che schiamazzavano senza controllo.
Il loro tono di voce era talmente alto che sentii subito ciò di cui stavano parlando.
Alex. Stacy stava raccontando di lei.
"Non sapete quanto sia fantastico il sesso con lei. Dio, ieri è stato assurdo. Sono ancora esausta, non abbiamo praticamente dormito" disse ridacchiando.
Le altre continuavano ad ascoltare interessate, chiedendole certe cose che avrei voluto non sentire.
"Ho sentito che la sua ex era una frana a letto. Non sapeva nemmeno da dove iniziare, vi rendete conto? Povera Alex, sarà stato orribile" aggiunse ridendo.
Mi fermai subito, stringendo i pugni dal nervosismo.
Si stava per caso riferendo a me?
Fui pervasa da una rabbia improvvisa, un fastidio interiore.
Mi voltai nella sua direzione, e senza pensarci due volte mi diressi verso di lei con passo deciso.
"Cos'hai detto?" le chiesi, attirando la sua attenzione insieme a quella delle altre 3 ragazze.
Mi guardò con superiorità, inarcando un sopracciglio.
"Tu? Di nuovo? Senti, non ho ancora capito chi sei. Faresti prima a sparire" disse, per poi girarsi nuovamente dall'altra parte e sghignazzare.
"Sei solo una troia, non so cosa ci trovi Alex in te" affermai, incrociando le braccia.
Sentendo quelle parole le sue amiche smisero di ridere, e lei si voltò a guardarmi di nuovo.
"Scusa, credo di aver sentito male. Come mi hai chiamata? Troia?" mi domandò, chiaramente irritata.
Io annuii tranquillamente.
"No, hai sentito bene, troia" dissi, con aria di sfida.
A quelle parole potei chiaramente vedere il suo viso diventare rosso per la rabbia.
Mi scappò un sorrisetto, che le fece perdere il controllo.
Infatti, un secondo dopo mi ritrovai con la guancia dolorante per lo schiaffo che mi diede.
La sberla fu seguita da un incantevole 'brutta puttana' che mi urlò contro.
Ed a quel punto le saltai addosso, incazzata più che mai.
Le tirai un pugno in pieno volto, stupendomi di ciò che avevo appena fatto.
Lei mi tirò i capelli insultandomi con la delicatezza di un camionista, mentre io cercavo di togliermela di dosso.
In tutto ciò le sue amiche non si azzardarono ad intromettersi, preoccupate dal nostro litigio.
Ci intimavano di smettere, mentre noi non le ascoltavamo nemmeno.
Altri studenti si erano fermati a guardarci, insicuri sul come intervenire.
Ad un certo punto sentii una presa alle mie spalle, che mi trascinò per farmi separare da Stacy.
Riconobbi subito quel profumo, quel contatto familiare.
Mi voltai ed incontrai gli occhi verdi di Alex, guardarmi sia confusi che preoccupati.
"Cosa stai facendo?" mi domandò, tenendomi stretta.
"Lasciami" le ordinai, ancora arrabbiata.
Probabilmente era stata lei stessa a dire a Stacy che ero una 'frana' e che 'non sapevo nemmeno da dove iniziare'.
"Alex! Guarda cosa mi ha fatto!" esclamò la rossa, mostrando un graffietto praticamente inesistente sulla sua guancia.
Le sue amiche intanto la consolavano, mentre lei continuava a piagnucolare.
"Non sapevo fossi capace di tanto" mi disse Alex, trattenendo una risata.
Io mi scansai aggressivamente, liberandomi dalla sua presa.
Ma non ricominciai a litigare, afferrai lo zaino che era caduto a terra e lo misi in spalla.
Mimai con le labbra uno 'stronza' a Stacy, e lei mi fulminò con lo sguardo.
Feci per andarmene, quando Alex mi trattenne prendendomi per il polso.
"Stai bene?" mi domandò, con una nota di preoccupazione nella voce.
Avevo qualche piccola ferita qua e là, ma non era niente di grave.
"Sì" risposi secca, poi dissi "posso andare?" ricordandole che la sua mano teneva ancora il mio polso.
Lei mollò la presa, leggermente insicura.
Sembrava volesse dirmi altro, ma quando guardò Stacy, la quale osservava la scena, mi lasciò andare.
Mi diressi verso le porte d'ingresso dell'università, ed entrai sbuffando.
Non potevo credere che Alex avesse davvero detto quelle cose su di me. Io non ero mica andata in giro a parlare di come fosse lei a letto.
Andai a lezione, sperando di non pensarci per concentrarmi sulla spiegazione dell'insegnante.
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RomancePiper è una semplice ragazza che va all'università. È calma, ama i libri ed è soddisfatta della vita che ha col suo fidanzato Larry...o forse no? Forse le manca qualcosa, qualcosa che la faccia sentire viva, qualcosa che la renda veramente felice. U...