Piper's pov
Ero tornata a casa, e avevo dormito quel poco che avevo potuto prima di alzarmi per andare all'università.
Inviai un messaggio ad Alex per chiederle se avesse voluto andare insieme a scuola.
Mi mancava, anche la notte precedente continuavo a pensare a lei alla festa.
Notai la doppia spunta che segnava la lettura del messaggio, ma non mi aveva risposto.
«Magari è impegnata» pensai, senza darci troppo peso.Uscii di casa chiudendomi la porta alle spalle, ed incontrai Alex che scendeva le scale.
Vedendola sorrisi immediatamente.
"Hey" la salutai con tono dolce avvicinandomi.
Lei però aveva lo sguardo basso, e sentendo la mia voce si fermò sul gradino.
Non voleva incontrare i miei occhi, non mi rispondeva.
"Al?" chiesi confusa, ma niente.
C'era qualcosa che non andava.
"Alex" dissi preoccupata, e le presi la mano.
Ma a quel contatto lei si scansò, ed evitandomi proseguì a scendere le scale.
La chiamai nuovamente, non capivo cosa fosse successo.
Le corsi dietro e la fermai prendendola per un polso.
"Cosa succede?" le domandai cercando i suoi occhi.
"Come puoi fingere così?" mi disse sottovoce, con tono distrutto.
Continuai a non capire, ed iniziai davvero a preoccuparmi.
"Cosa?" chiesi piano.
Lei finalmente alzò lo sguardo, ma non mi guardò. Fissò un punto indefinito alle mie spalle.
Il suo viso era stanco, la pelle pallida, le occhiaie ben visibili.
"Guardami" la implorai sentendo un nodo alla gola.
"Lascia perdere" esclamò sottovoce, quasi senza forze.
No, no, mi faceva male vederla così.
Si girò dall'altra parte e scese gli ultimi gradini rimasti.
Io inizialmente rimasi ferma, spiazzata dopo aver visto quel lato di Alex che non avevo mai conosciuto.
Poi la seguii uscendo fuori, ma lei era sparita. Aveva già preso un'altra via.
Perché mi stava evitando?
Vederla soffrire mi distruggeva, volevo mi parlasse, volevo mi spiegasse la ragione per la quale si sentiva così.Arrivai all'università, sperando di incrociarla da qualche parte, ma non la vidi.
La vidi solamente all'ultima ora di lezione, quando entrò in classe.
"Alex" la chiamai facendole un cenno, le avevo anche tenuto il posto per farla sedere vicino a me.
Lei alzò lo sguardo verso la mia direzione, ma mi passò davanti scegliendo di sedersi nelle file più indietro.
I suoi occhi erano talmente spenti che sentii una fitta al cuore.
La guardai allontanarsi e prendere posto infondo.
Stavo per spostarmi per andare di fianco a lei, ma l'insegnante era già arrivato in aula.
Sospirai, chiedendomi quale potesse essere il motivo di quel suo comportamento.Passai tutta l'ora a scervellarmi, non seguendo una parola di ciò che disse il professore.
Appena la lezione terminò raccolsi le mie cose alla velocità della luce, decisa di andare a parlare con Alex.
Mi avvicinai a lei guardandola.
"Spiegami" dissi.
Lei non rispose e si mise lo zaino in spalla, avviandosi verso l'uscita.
"Non ignorarmi" la pregai.
Non voleva ascoltarmi, sembravo invisibile.
"Non ce la faccio a vederti così" esclamai, con gli occhi che diventarono lucidi.
Alex uscì ma io la seguii immediatamente.
"Basta, ora mi devi parlare, cos'è successo?" dissi deglutendo parandomi davanti a lei in modo da impedirle il passaggio.
"Se proprio non lo sai, chiedilo a Stella" rispose con un filo di voce.
Stella?
«Ma alla fine non è successo nulla...» pensai tra me e me, ricordando la festa.
"Cosa?" domandai non capendo.
Lei sospirò stanca, poi mi passò accanto spostandomi leggermente.
Uscimmo fuori dall'università, e il freddo mi provocò la pelle d'oca.
Raggiunsi ancora una volta Alex, lei si fermò e si girò verso di me.
Finalmente incontrai i suoi occhi verdi, ma vidi una profonda malinconia in essi.
"Ti prego, so che dobbiamo fare la stessa strada, ma potresti stare un po' distante?" mi domandò, col viso che non lasciava trapelare emozioni.
Quelle parole mi trafissero il cuore come lame affilate.
Alex non mi diede nemmeno il tempo di rispondere che riprese a camminare davanti a me, ed una lacrima improvvisamente mi rigò il viso.
Camminai rimanendo a qualche passo dietro di lei, continuando a tenere lo sguardo fisso sulla sua schiena.
Lei manteneva gli occhi a terra, tenendo le mani in tasca.
Di colpo però si fermò, e la vidi traballare portandosi una mano alla testa.
Corsi verso di lei, probabilmente si stava sentendo male.
"Stai bene?" domandai preoccupata, mentre lei aveva gli occhi socchiusi cercando di rimanere in equilibrio.
Le appoggiai una mano sulla spalla, ma lei si spostò.
"Sì" rispose secca.
Era strano, troppo strano vederla così fredda, specialmente dopo tutti i momenti dolci che avevamo passato insieme.E pensare che solamente il giorno prima ci eravamo promesse di vedere l'alba insieme.
Ora per lei sembravo invisibile.
Non potevo sopportare di vederla in quel modo.
Dovevo andare a parlare con Stella, c'era qualcosa che non andava.
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A window full of messages
RomancePiper è una semplice ragazza che va all'università. È calma, ama i libri ed è soddisfatta della vita che ha col suo fidanzato Larry...o forse no? Forse le manca qualcosa, qualcosa che la faccia sentire viva, qualcosa che la renda veramente felice. U...