Chapter 82

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Alex's pov

"Svegliati amore" sentii dire. Era la voce di Piper che mi sussurrava piano nell'orecchio.
"Alex, psst, svegliati" continuò, poggiando una mano sulla mia spalla e scrollandomi leggermente.
Io mugolai contrariata, e strinsi la coperta per farle capire che avrei volentieri voluto continuare a dormire.
"Alex, alza il culo" mi sussurrò poi, al che io non riuscii a nascondere un sorriso.
"Che modi sono?" le chiesi divertita stropicciandomi gli occhi.
Mi voltai a guardarla, e lei sorrise mostrandomi il vassoio che reggeva. Aveva sistemato in un piattino una fetta di crostata alla nocciola, e in un bicchiere del succo di frutta.
"Ta daa" esclamò regalandomi un altro bellissimo sorriso.
"Colazione a letto? A cosa devo questo onore?" le chiesi con voce roca mettendomi seduta.
"Nulla, volevo solo portare la colazione alla mia fidanzata" rispose stringendosi nelle spalle e porgendomi il vassoio.
"Mi hai anche preso la crostata" dissi con un sorrisetto.
"So quanto la adori" affermò annuendo.
"La amo" precisai.
"Attenta o potrei diventare gelosa della crostata" mi avvertì lei facendomi ridere.
Presi Piper per il polso e la feci avvicinare a me, per poi stamparle un bacio sulle labbra.
"Non mi dispiacerebbe svegliarmi così ogni mattina" le sussurrai guardando i suoi occhioni azzurri.
"Insieme alla crostata?" scherzò lei.
"Sì, ma forse anche insieme a te" ribattei io sorridendo.
"Non sarebbe una cattiva idea" disse ricambiando il sorriso e baciandomi di nuovo.
Dopodiché si sedette al mio fianco portando le ginocchia al petto, e mi guardò appoggiando il mento sul palmo della mano.
"Dopo che avrai mangiato che ne dici di uscire?" mi domandò piegando leggermente la testa di lato. Sembrava un gattino quando faceva così.
"Mi stai invitando ad un appuntamento? Che romantica" affermai prima di sorseggiare il succo, e lei sorrise.
"Ti faccio vedere un po' la zona" spiegò.
"Beh, in quel caso non vedo l'ora di conoscere i posti in cui è cresciuto il mio fiorellino" risposi sorridendo.
"Immagino che non la smetterai di chiamarmi in quel modo anche se ti implorassi" disse alzando gli occhi al cielo.
"Esatto" affermai divertita.
————
Dopo aver fatto colazione ed esserci preparate scendemmo al piano di sotto.
In cucina salutammo Carol, intenta a leggere il giornale, e Bill, il quale stava seguendo un programma sportivo in tv.
"Avete dormito bene?" ci chiese lui cordialmente.
"Così bene che Alex non si voleva svegliare stamattina" ribatté la mia ragazza con un sorriso, ed io forzai una risata.
Bill ridacchiò, e sua moglie alzò gli occhi dal quotidiano.
"Piper mi ha detto che ti piacciono le crostate, quindi ne ho comprata una. Com'era?" chiese guardandomi.
Capii che la sua inaspettata gentilezza era stata probabilmente merito di Pipes, e sorrisi.
"Era perfetta, grazie" risposi.
"Mi fa piacere" disse lei, accennando un sorriso sincero.
La mia fidanzata si schiarì la voce, e disse: "io e Al pensavano di uscire e fare un giro per la città"
"Oh certo, non preoccupatevi andate pure" rispose Bill, e Carol annuì.
"Una domanda prima, ti dispiace se nell'insalata ci metto le olive Alex?" chiese la donna con una premura che mi stupì.
"N-no, certo che no. Vanno benissimo" affermai.
Piper mi guardò con la coda dell'occhio, e sorrise.
"Passiamo a vedere un attimo il nonno e andiamo" informò i suoi genitori, i quali acconsentirono salutandoci.

Harold era in salotto, e quando ci vide sorrise dandoci il buongiorno.
Mi abbracciò nuovamente, proprio come se fossi di famiglia. La naturalezza di quel gesto d'affetto mi procurò inaspettatamente un nodo alla gola, e per qualche motivo provai un senso di inclusione ed appartenenza che mi fece quasi commuovere.
Nel corso della mia adolescenza avuto solo mia madre al mio fianco, era stata lei la mia famiglia. E nonostante la vedessi di rado mi dicevo che andava bene così, che non mi mancasse niente, che stavo bene.
La verità era che sentivo da sempre una mancanza, un vuoto dentro, e non ne capivo precisamente il perché.
Dopo la sua perdita avevo iniziato a credere che quel vuoto non se ne sarebbe mai andato, ma quando incontrai Piper qualcosa in me cambiò all'improvviso.
Quel vuoto iniziò a riempirsi senza nemmeno accorgermene, piano piano. Perché dopo averla conosciuta, dopo essermene innamorata, ero cambiata.
E la sensazione di appartenenza che riusciva a darmi solo lei era disarmante.
"Come stai cara? Il mio fiorellino ti tratta bene?" mi domandò Harold una volta sciolto l'abbraccio.
Io ridacchiai, e Piper scosse la testa scoraggiata.
"Oggi mi ha portato la colazione a letto, penso che mi tratti anche troppo bene" dissi io.
"Che brava. Pensa che con Larry non si comportava mai così" rispose lui sorridendo.
"Nonno...non parliamo di Larry adesso, io e Alex dobbiamo andare" lo pregò Piper.
"No aspetta, sono curiosa di sentire" dissi sorridendo e rivolgendo la mia attenzione ad Harold.
"Tesoro, con Larry non eri mai stata così premurosa. Ti ricordo che ti dimenticavi ogni volta quale tipo di biscotti mangiasse nonostante te lo ripetesse in continuazione, mentre di Alex sai tutto" affermò lui guardando sua nipote, e a quella frase sorrisi nuovamente.
"Andiamo, non è vero! E non ero così pessima, quei biscotti avevano un nome impossibile da ricordare" negò lei.
"Non cercare scuse inutili amore" le dissi pizzicandole una guancia per prenderla in giro.
Piper sospirò e fece una smorfia contrariata, allontanando la mia mano dalla sua guancia.
"Dico solo che con Larry eri diversa, mentre ora sei più felice" spiegò Harold tranquillamente, e la mia fidanzata arrossì.
"Certo...o-ora io e Alex dobbiamo andare comunque" disse lei con un leggero imbarazzo, prendendomi la mano.
Io ridacchiai, e salutai Harold prima di essere trascinata via da Piper.
"Perché questa fretta? È divertente sapere quanto preferisci me a Larry" le dissi uscendo di casa.
"Alex, è ovvio che la mia relazione con lui era diversa" rispose lasciando la mia mano per chiudere la porta alle nostre spalle.
"Perché? Forse perché non lo amavi allo stesso modo?" la stuzzicai con un sorrisetto.
"Smettila" disse voltandosi dall'altra parte per cercare di nascondere le guance rosse.
"Non lo vuoi ammettere" affermai ridacchiando.
Lei sbuffò per poi prendere un respiro profondo.
Si girò a guardarmi, e all'improvviso disse: "E va bene...amo più te, okay?"
Prima che potessi ribattere Piper iniziò a scendere lungo il vialetto, così la seguii con stampato in faccia un sorriso di vittoria.
"Lo sapevo" le dissi come per vantarmi.
"Allora perché me l'hai chiesto?" domandò lei.
La fermai, prendendole la mano e facendola voltare nella mia direzione.
Unii poi le nostre labbra in un bacio calmo, e la strinsi a me.
"Per questo, e perché mi diverte vederti in imbarazzo" le risposi dopo il bacio, accarezzandole una guancia.
"Dovevo immaginarlo" disse alzando gli occhi al cielo e trattenendo un sorriso.
Poi si allontanò per aprire il piccolo cancello d'entrata, ed uscimmo entrambe.
"Quindi? Dove mi porti?" le domandai interessata.
"Ti faccio vedere i posti che conosco da sempre" rispose prendendomi di nuovo la mano ed intrecciando le nostre dita.

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