Piper's pov
*3 settimane dopo*
Non c'era cosa peggiore del dover studiare pile e pile di libri mentre fuori il sole splendeva come non mai.
Anche Allie si era presa indietro con lo studio, ritrovandosi così a pregare ogni divinità esistente per ottenere in qualche modo la sufficienza.
"Credo che morirò oggi. Sepolta dai libri" disse con tono drammatico poggiando la fronte sul tavolo.
"Io mi sento la testa scoppiare" affermai socchiudendo gli occhi e massaggiandomi le tempie.
La mia amica non fece in tempo a rispondermi che sentimmo all'improvviso un latrato alle nostre spalle. Ci voltammo subito, trovando Haze intento a litigare con Latte per una banale pallina da tennis.
Alzai gli occhi al cielo, e mi alzai per farli calmare prima che potessero iniziare ad abbaiare più forte.
Sgridai entrambi e presi loro la pallina, così i loro sguardi si fecero immediatamente pentiti.
Erano cresciuti tutti velocemente, non erano più i cuccioli piccoli e indifesi che avevamo salvato. Il più grande era probabilmente Yume, il quale come sempre passava i giorni a dormire e a rilassarsi beatamente. Quasi quasi avrei voluto essere al suo posto.
"Ti è arrivato un messaggio dalla tua amata" mi informò Allie indicandomi il cellulare.
Finalmente pensai.
Da quando Alex aveva iniziato a lavorare la vedevo di rado, e ci riuscivamo a sentire sempre meno.
I turni di lavoro la stavano sfinendo; tornava a casa sempre stanca e finiva per addormentarsi poco dopo.
La sentivo più...lontana, assente, e mi mancava.
Inoltre avevo paura che continuando così non sarebbe stata in grado di gestire anche il peso dell'università.
Sospirai, e presi in mano il telefono per leggere ciò che mi aveva scritto.
Quel giorno le avevo mandato un sms per chiederle di uscire dato che non ci vedevamo da tanto, anche se la risposta già me l'aspettavo.
"Mi ha dato di nuovo buca" affermai piano leggendo il messaggio.
Come non detto.
Era impegnata, era comprensibile. Infondo avrei dovuto immaginarlo, anche se una parte di me ci aveva continuato a sperare.
"Perché? Cos'ha scritto?" mi chiese Allie dispiaciuta.
"'Per i prossimi tre giorni dovrò lavorare fino le 22, mi spiace Pipes. Ti amo'" spiegai citando il testo.
La mia amica, notando il mio sguardo sconsolato, mi prese delicatamente la mano e disse: "puoi sempre aspettarla per quando torna"
Io mi risedetti sulla sedia vicino alla sua, sospirando nuovamente.
"Sì, è che...il problema non è quello" risposi guardandola tristemente.
"È solo un periodo impegnativo, anche se vi vedete più raramente non significa che il vostro amore sia diminuito" mi confortò lei, accennando un sorriso per rassicurarmi.
"Lo so, però..." tentai di dire con un nodo alla gola.
"Si sistemerà tutto, è un momento un po' faticoso ma passerà" cercò di consolarmi Allie, ed io abbassai lo sguardo.
"È quasi da un mese che continua a lavorare così...non ha nemmeno il tempo per riposarsi" affermai con voce leggermente tremante.
Nascosi il viso tra le mani e presi un respiro profondo, cercando di calmare la mia preoccupazione.
"Ne avete parlato?" mi chiese piano lei.
"N-no" risposi schiarendomi la voce e appoggiando il mento sul palmo della mano.
"Credo che dovreste farlo invece" mi consigliò la mia amica.
"Però...cosa le dovrei dire? Non è che può lasciare tutto e licenziarsi. E poi ha bisogno di quel lavoro" spiegai.
"No, parlale di come ti senti" suggerì, anche se io non ero sicura fosse la scelta migliore da fare. Non volevo stressare ulteriormente Alex con le mie preoccupazioni; aveva già parecchio a cui pensare.
Sospirai e socchiusi gli occhi, decidendo che in ogni caso l'avrei aspettata quella sera tardi. Mi aveva dato una copia delle chiavi di casa sua per qualsiasi evenienza, anche se l'aveva fatto soprattutto per una questione di comodità quando passavamo la notte insieme.
"Non lo so...uff, ho bisogno di un caffè" dissi infine alzandomi.
————
Dopo aver sprecato il resto del pomeriggio cercando inutilmente di ritrovare la voglia o la concentrazione per studiare, decisi di arrendermi e distrarmi guardando qualche serie tv insieme ad Allie.
Aveva preparato una ciotola enorme di popcorn, ed ogni volta che mangiavamo avevamo gli occhi di Latte, Yume e Haze puntati addosso come per implorarci di condividerne un po' pure con loro. Alla fine ci fu impossibile non cedere, anche se poi ci ritrovammo col tappeto ricoperto di briciole e popcorn.
"Stanotte rimani da Alex quindi?" mi chiese maliziosamente Allie punzecchiandomi un braccio.
"Non lo so, forse dormirò qua a casa" risposi stringendomi nelle spalle e spegnendo così il suo entusiasmo.
"E io che pensavo ti mancasse" disse, ed io la guardai non capendo.
"Voglio dire, pensavo ti mancasse anche farci sesso" affermò ovvia.
Le mie guance si arrossarono a causa della battuta improvvisa, e le diedi uno spintone che la fece ridere.
"Per fare quello stranamente il tempo lo riusciamo a trovare" dissi.
Conoscendo Alex era palese che non trascurasse il sesso nonostante tutti gli impegni.
Allie mi rivolse un altro sorrisetto, e io scossi la testa divertita.
"Beh, sono quasi le 22, non vai da lei?" osservò, indicando con un cenno della testa l'orologio.
"Di già?" chiesi sgranando gli occhi.
"Abbiamo guardato 3 episodi da 40 minuti ciascuno, puoi scommetterci" disse lei ridacchiando.
Mi alzai dal divano e, facendo attenzione a non pestare accidentalmente qualche coda, andai a prendere le chiavi della mia ragazza.
Passai poi dal bagno in rapidità per guardarmi allo specchio e per accertarmi che non assomigliassi ad uno zombie.
Il mio chignon era un po' spettinato, ma decisi di non curarmene visto che Alex mi aveva comunque detto – sue testuali parole – che i capelli ribelli mi rendevano in qualche modo più sexy. Non ero esattamente dello stesso parere, ma lasciai perdere.
"Okay io vado, ci vediamo dopo comunque" dissi ad Allie avviandomi all'uscio.
"Divertiti" mi augurò con tono malizioso, ed io ridacchiai mentre mi allacciai le scarpe.
"Certo" risposi ironicamente con un sorriso prima di uscire.
Mi chiusi la porta alle spalle e salii le scale tenendo in mano il mazzo di chiavi.
Avevo pensato anch'io di farle una copia della mia chiave di casa, ma dato che non vivevo da sola non era il caso.
Una volta arrivata aprii ed entrai nell'appartamento che profumava come sempre di lei.
Accesi poi le luci, notando per prima cosa dei libri aperti e lasciati in ordine sparso sul tavolino del salotto. Probabilmente studiava appena ne aveva l'occasione, e non riusciva a risistemare dopo.
Avanzai verso il soggiorno e riordinai i fogli sparpagliati raggruppandoli e poggiandoli sopra ai libri.
Il mio sguardo si posò su alcuni suoi appunti, e sorrisi nel vedere la sua calligrafia frettolosa ma impeccabile.
Agli angoli del foglio aveva scarabocchiato qualche piccolo disegno, forse in un momento di noia o distrazione.
Passai piano l'indice sull'inchiostro nero, sorridendo al pensiero della mia fidanzata annoiata dallo studio.
Poi mi sedetti sul divano e sospirai, mentre l'orologio appeso al muro segnava le 22:05.
Alla mia sinistra, sul bracciolo del sofà, c'era una felpa grigia di Alex che conoscevo bene e che adoravo per la sua morbidezza. Lei la indossava solo a casa perché diceva che non le stava bene, ma io ero completamente in disaccordo. Tralasciando il fatto che avrei trovato Alex irresistibile anche con addosso una busta della spesa, ero convinta che quella felpa le donasse davvero. Ogni volta che ce l'aveva addosso mi avvicinavo a lei e la racchiudevo in un abbraccio tenero che lei ricambiava.
Stare tra le sue braccia e venire avvolta dal profumo di quella morbida felpa era un po' come stare in paradiso.
Mi appoggiai sullo schienale del divano e mi portai la felpa vicino, accarezzando il cotone soffice al tatto.
Rimasi così ad aspettarla, mentre i minuti poco a poco passavano.
L'orologio segnò le 22:20, poi le 22:35, le 22:42 e così via.
La mia stanchezza intanto si stava facendo sentire, perché avevo sbadigliato un'infinità di volte mentre a stento cercavo di mantenere gli occhi aperti.
Avevo anche acceso la tv per tentare di svegliarmi ma avevo ottenuto l'effetto contrario.
Alla fine mi arresi, mi sdraiai raggomitolandomi sul divano, e decisi di 'riposare gli occhi' per soli 5 minuti.
————
"Pipes? Pipes?" sentii dire sottovoce.
Riconobbi subito la voce di Alex, mentre il suo tocco dolce mi sfiorò la guancia.
Riaprii piano le palpebre, e sbadigliai nuovamente.
"Non sapevo se svegliarti, però non volevo farti dormire qui sul divano" mi disse accennando un sorriso.
Solo in quel momento mi accorsi di come stessi ancora stringendo tra le mani la sua felpa grigia.
"Che ore sono?" le chiesi sfregandomi gli occhi.
"È da poco passata la mezzanotte" rispose lei sistemandomi un ciuffo di capelli dietro l'orecchio.
"Cosa?" domandai confusa, per poi mettermi seduta ed aggiungere: "perché hai fatto così tardi?"
"Non sapevo mi avresti aspettata" disse.
"Non è quello che ti ho chiesto" affermai ancora assonnata.
"È che...ho fatto gli straordinari stasera" spiegò sospirando, ed io la guardai corrugando la fronte.
"Stai scherzando? Perché?" chiesi, forse con troppa irruenza.
"Sennò da dove pensi che dovrei trovare i soldi per mantenermi?" rispose, ed io rimasi un attimo in silenzio.
"Al, posso capire, ma stai lavorando troppo e non te ne rendi nemmeno conto" affermai poi guardandola.
Aveva le occhiaie, lo sguardo stanco, e sembrava più pallida del solito.
Lei si passò una mano tra i capelli e prese un respiro profondo.
"Credimi, lo so bene. Ma se ora faccio uno sforzo dopo potrò rallentare i ritmi" spiegò con una tale tranquillità che per qualche motivo mi infastidì.
"Uno sforzo? Quei turni lavorativi ti stanno sfinendo, ogni volta che ti vedo sei sempre più stanca. Salti le lezioni all'università, non hai il tempo di prepararti per gli esami, e riesci a malapena a mangiare 3 pasti al giorno! Più che uno sforzo mi pare un sovraccarico estenuante" sbottai non riuscendo a nascondere la mia contrarietà.
"Beh, in tal caso scusami sapientona. Hai un'idea migliore?" rispose lei usando il mio stesso tono duro.
"Non ti sto dicendo di lasciare il lavoro, voglio solo che tu capisca che stai trascurando tutto il resto, compresa te stessa!" affermai esasperata, e lei mi guardò impassibile.
"Non capisco perché fai così. È perché ci vediamo di meno?" mi domandò più freddamente.
"Sono preoccupata! Dio, Alex, sono solo preoccupata per te" esclamai sbuffando ed alzandomi in piedi.
"E io ti sto dicendo che non ce n'è bisogno!" rispose spazientita alzandosi.
"Quindi cosa? Vuoi continuare ad andare avanti così, senza nemmeno valutare altre opzioni?" le domandai serrando i pugni e guardandola negli occhi.
"Spetta a me decidere cosa fare. Non vedo perché tu ti debba intromettere" affermò subito con severità.
Io la guardai, stupefatta dall'indifferenza che stava mostrando.
Poi sorrisi amaramente, ed annuii.
"Va bene, hai ragione. Non mi sarei dovuta preoccupare. Sai, non ce la facevo più a vederti così stanca, ma come dici tu non sono affari miei. Non ho la forza per discutere con te adesso. Fai quel cazzo che vuoi, infondo io non sono nessuno per dirti cosa fare" esclamai inacidita, voltandomi poi per andare verso la porta.
Lei mi guardò senza ribattere, serrando la mandibola dalla rabbia.
Voleva essere lasciata in pace? Bene, non mi sarei più intromessa in nulla che la riguardasse.
Prima che uscissi sbattendo la porta però la sentii imprecare sottovoce, e si portò una mano alla fronte come se avesse realizzato solo in quel momento cosa fosse accaduto.
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RomancePiper è una semplice ragazza che va all'università. È calma, ama i libri ed è soddisfatta della vita che ha col suo fidanzato Larry...o forse no? Forse le manca qualcosa, qualcosa che la faccia sentire viva, qualcosa che la renda veramente felice. U...