Piper's pov
*2 giorni dopo*
Alex continuava a comportarsi da stronza o ad ignorarmi, rendendomi solo più confusa.
Onestamente ci avrei anche voluto fare pace, ma in quel modo non ne vedevo la possibilità.
"Va bene, la smetti?!" dissi ad Al in preda all'esasperazione.
Anche quella mattina mi ero imbattuta in lei uscendo di casa, e mi stavo sorbendo di nuovo le sue fastidiose battute.
"Perché te la prendi tanto? Ho solo detto che sembri un po' trascurata senza di me" mi rinfacciò con un sorrisetto.
Quella giornata mi sentivo particolarmente irritabile, e sapevo di non poter sopportare un'altra parola di Alex.
"Forse ti mancano le mie attenzioni?" mi stuzzicò ancora una volta, scrutandomi da dentro l'ascensore.
Il suo sguardo pieno di sfida mi fece sbuffare, nonostante in esso ci trovai un non so che di attraente.
"Sai cosa mi manca? Il silenzio" risposi con un sorriso ironico ed infastidito, per invitarla a stare zitta.
Non avendo voglia di sentire ulteriori frecciatine, mi voltai per iniziare a scendere le scale.
"Non ti va proprio di condividere l'ascensore con me, eh?" mi chiese, di nuovo usando quel tono sfacciato.
Io la ignorai, non avendo la forza di rispondere ancora una volta, e scesi i gradini.
Dato che quella mattina Alex doveva andare al lavoro non l'avrei vista all'università, perciò almeno sarei stata lontana dalle sue distrazioni.
Allie invece era uscita di casa presto e non avevo la più pallida idea di quando sarebbe tornata. Mi aveva vagamente accennato che sarebbe andata da alcuni amici di Jack, il suo ragazzo.
Uscii dal condominio mettendomi gli auricolari nelle orecchie ed accendendo la musica ad un volume piuttosto alto, come ero solita fare.
Scelsi una canzone rilassante, per cercare di migliorare il mio umore.
Il sole si stava timidamente nascondendo dietro delle grandi nuvole grigie, le quali sembravano fargli da scudo.
La strada era come sempre trafficata, piena di automobili ed automobilisti che sembravano già impazienti e stressati.
Mi soffermai poi ad osservare l'asfalto e le sue crepe, da cui spuntavano qua e là degli steli d'erba selvatici.
Dopodiché sentii il cellulare vibrare nella tasca dei jeans, così lo presi per leggere le notifiche.
Un messaggio da Lorna, nel gruppo che avevamo in comune.
'Ragazze ma questo gruppo? Lo vogliamo usare o no?💄' aveva scritto.
Mi fece sorridere il fatto che usasse così spesso l'emoji del rossetto.
Alex rispose subito dopo, scrivendo con menefreghismo un semplice: 'io abbandono'.
Io non scrissi nulla, anche se a quelle parole avvertii improvvisamente del timore farsi strada in me. Forse abbandonando il gruppo si sarebbe allontanata ulteriormente anche da me?
Nicky intervenne minacciandola: 'Stronza, tu prova ad uscire e vedi'
'Per caso mi stai sfidando?' scrisse Alex, ed in quel momento riuscii ad immaginare anche l'espressione competitiva che probabilmente aveva.
'Siete incorreggibili...🤷🏻♀️ Piper, so che stai visualizzando anche tu!' riprese Lorna, coinvolgendo anche me.
In verità non sapevo bene cosa scrivere, ma decisi di rispondere comunque.
'Sembra la discussione tra due bambine, me ne tiro fuori' spiegai.
'Andiamo Chapman, pensavo ti piacessero le sfide' scrisse Nicky.
'Non è capace di vincere' ribatté Alex, tornando ad infastidirmi.
'Quando la smetterai di comportarti così?' replicai irritata.
'Qualche volta mi sembrate cane e gatto voi due' scrisse Lorna, ed io non potei che essere d'accordo.
Alcune volte mi pareva di non avere nulla in comune con Alex, mentre a momenti mi rendevo conto che condividevamo le stesse idee e opinioni.
Sapevo però che sotto sotto c'era sempre un legame, un qualcosa di comune che ci connetteva nonostante tutto.
Sospirai e rimisi il cellulare in tasca, per evitare di discutere nuovamente con la mia ragazza.Arrivai all'università un paio di minuti dopo, e come se la mia pazienza non fosse già al limite, tra i corridoi mi imbattei nella stessa ragazza di qualche giorno prima.
Bionda, piuttosto bassina, con dei grandi occhi color nocciola. Ecco, sì, Hazel.
Era intenta a parlare con una sua amica, ma quando passai al loro fianco sentii qualcosa che mi irritò.
"Sai quella di cui ti parlavo, quella Alex? Non l'ho più vista...e mi manca. Mi mancano anche i suoi occhi, non riesco a fare a meno di pensarci. Oddio, pensi che me ne sia innamorata?" chiese l'arachide alla sua amica.
Possibile che tutte ronzassero attorno ad Alex? E da dove spuntavano? Era come se ogni volta ce ne fosse una nuova che perdeva la testa per lei.
"La prossima volta prova a chiederle il numero, secondo me sei il suo tipo" le suggerì l'altra ridacchiando.
Il suo tipo, lei? A quelle parole mi venne quasi da ridere conoscendo Alex.
"Spero di rivederla presto...'la ragazza dagli occhi belli'" disse la bionda con sguardo sognante.
Quello sarebbe dovuto essere il soprannome che aveva dato ad Al?
Non resistetti, e presa da una gelosia improvvisa mi avvicinai e dissi loro la prima cosa che mi venne in mente.
"I suoi occhi non sono poi così belli eh" sbottai.
Chiaramente mentivo, e lo sapevo benissimo perché ero la prima che si perdeva nel verde dei suoi occhi come per incanto.
Le due mi osservarono con un misto di confusione e stupore nello sguardo, ovviamente sorprese dalla mia comparsa improvvisa.
Mi voltai subito dopo senza aggiungere altro, dirigendomi scocciata verso l'aula.
Non potevo negare che Alex mancasse anche a me nonostante si stesse comportando da stronza.
Forse era proprio quello a darmi maggiormente fastidio, il non saperle resistere, e sentire sempre la sua mancanza, anche involontariamente.
Non appena trovai posto in aula, presi in mano il cellulare ed aprii la chat con lei.
Non era più online, così aprii la tastiera indecisa se scriverle o meno un messaggio.
Magari dovevo lasciare stare e non scriverle nulla, ma le mie dita quasi automaticamente digitarono le parole 'mi manchi'.
Cosa stavo facendo?
Mi sembrava di provare un centinaio di emozioni contrastanti; una parte di me mi suggeriva di mandare a fanculo tutto e di inviare quel messaggio, mentre un'altra parte mi tratteneva in modo convinto dal farmi avanti.
Sospirai nervosamente, e decisi di cancellare l'sms per non mandarlo.
Ovviamente, con la solita sfortuna che mi perseguitava, anziché eliminarlo il mio pollice sfiorò il tasto 'invia'.
"Merda!" imprecai a bassa voce, e il ragazzo seduto di fianco a me mi lanciò un'occhiata stranita.
Alex avrebbe sicuramente letto il messaggio, per poi prendermi in giro usando il mio 'mi manchi' a suo favore.
Sospirai, poggiando il telefono sul tavolo e nascondendo il viso tra le mani.
Forse però quel messaggio ci avrebbe aiutato a fare pace. Non sopportavo discutere con lei; anche i litigi più brevi mi facevano sentire tremendamente la sua mancanza.
Era anche vero che ormai non potevo farci niente, se non aspettare la sua risposta.
Mi sfregai gli occhi e tornai a guardare la chat, ed improvvisamente le due spunte si colorarono di blu, segno che Alex aveva letto l'sms.
Non credevo l'avrebbe visualizzato subito, perciò attesi la sua replica ...che però non arrivò.
Certe volte decideva di non rispondermi apposta, ed in quel caso sapevo che voleva godersi quella dichiarazione facendomi sentire un'idiota per averglielo rivelato.
Avrei dovuto aspettarmelo: si stava continuando a comportare in quel modo strafottente che non tolleravo.
Alzai gli occhi al cielo e sbuffai ricacciando il cellulare nello zaino, ancora una volta infastidita da Alex.
————
*3 ore dopo*
Finalmente, finite le lezioni di quella mattina, potevo tornare a casa.
Era presto, e stando in classe mi era anche venuto sonno. Effettivamente quando c'era Alex non mi annoiavo, ma quella è un'altra storia. Ancora non mi aveva risposto, e onestamente ne avevo abbastanza del suo atteggiamento menefreghista.
Uscii dall'università, ma mi bloccai vedendo l'inaspettata pioggia che scendeva scrosciante. Non avevo previsto un diluvio, perciò ero senza ombrello.
Allie probabilmente non era ancora a casa e non avrebbe potuto darmi uno strappo in auto, quindi rimasi indecisa sul da farsi.
Gli altri studenti che uscivano avevano tutti con sé l'ombrello, così mi maledii mentalmente d'aver dimenticato di guardare il meteo.
Cos'avrei dovuto fare? Correre come una deficiente sotto l'acqua?
In pratica sì, sembrava l'unica opzione possibile.
Afferrai lo zaino, tenendolo sopra la testa come per fare da riparo, e presi un respiro profondo.
Mi ci sarebbero voluti una decina di minuti per arrivare a casa, forse un po' meno correndo velocemente.
Sospirai, e senza pensarci troppo mi misi a correre verso casa. Sentii subito la pioggia battente scontrarsi contro la mia pelle come una doccia fredda, facendomi venire i brividi.
Imprecai un paio di volte quando misi piede in alcune pozzanghere esageratamente profonde, inzuppandomi completamente le scarpe e sentendo l'acqua attraversare il tessuto.
Lo zaino non era di grande aiuto, infatti in meno di due minuti sembravo già un pulcino bagnato dalla testa ai piedi.
All'improvviso sentii suonare il clacson di un'auto alla mia destra, così mi voltai.
Il finestrino si abbassò, e con mia sorpresa vidi Alex, la quale stava sorridendo divertita.
"Non sapevo fossi così veloce a correre" mi prese in giro lei osservandomi.
Io roteai gli occhi al cielo mostrandomi scocciata, anche se sotto sotto ero sollevata di vederla.
"Non eri al lavoro tu?" le domandai sospettosa.
"Il mio turno oggi finiva presto. E poi, ho i miei metodi" rispose calma.
"Dovevo immaginarlo" affermai scuotendo piano la testa.
"Dai, sali" mi disse, facendomi cenno di entrare in auto.
Mi avvicinai poi al finestrino, tenendo lo zaino in mano e sentendo l'acqua scorrere su di me.
"Perché dovrei?" le domandai provocandola.
"Non fare la difficile Pipes" rispose, per poi aggiungere "sai che mi piaci bagnata, ma in un altro senso"
Io avvampai all'istante e la fulminai con lo sguardo, mentre lei scoppiò a ridere.
"Salgo solo se la smetti di fare battute del cazzo" affermai.
"Sali e basta" mi disse ridacchiando.
Sbuffai, ma decisi di salire per non rimanere ancora sotto la pioggia.
Aprii la portiera sgattaiolando subito all'interno, dove tirai un sospiro di sollievo.
"Non pensi sia strano?" mi chiese, così la guardai.
"Che cosa?" domandai con tono neutro, strizzando la mia maglietta per far fuoriuscire l'acqua.
"Il fatto che finisco sempre per incontrarti come per puro caso" rispose accennando un sorriso, per poi dire: "E comunque sei stata fortunata che ti abbia fatta salire anche in questo stato. Non provare a rovinarmi i sedili però"
"Ci tieni così tanto all'auto? È solo acqua" ribattei io facendola ridacchiare.
Poi si sporse verso i sedili posteriori, e prese una sua felpa color sabbia.
"Tieni, mettiti questa" disse lanciandomela addosso.
"Che gentilezza" replicai sarcasticamente.
Prima di svestirmi però mi ritrovai inaspettatamente in imbarazzo, e il suo sguardo su di me mi fece solo arrossire.
"Vuoi una mano?" mi chiese divertita vedendo la mia reazione.
"No, faccio da sola" borbottai.
Mi tolsi la maglietta fradicia, e mi accorsi nuovamente di come Alex mi stesse osservando con un sorriso.
"La smetti di guardarmi?" dissi spremendo ancora una volta il tessuto bagnato.
"Non stavo guardando te, ma la macchia che c'è sulla tua maglietta" rispose innocentemente.
"Quale macchia?" le chiesi ispezionando la mia t-shirt bianca.
Alex scoppiò in una risata che mi fece capire che mi stava solo prendendo in giro, così alzai gli occhi al cielo.
Mi misi la sua felpa, venendo subito accolta da quel solito profumo dolce di vaniglia e fragola. Quel profumo che mi faceva sempre sentire al sicuro.
Trattenni un sorriso stringendomi nella comoda felpa di cotone, larga come piaceva a me.
"E i pantaloni non te li togli?" mi chiese lei.
"Hai il cambio?" domandai inarcando un sopracciglio.
"No, dico solo che non mi dispiacerebbe vederti senza" rispose con un sorrisetto, al che io le lanciai un'occhiataccia.
"Sei la solita" affermai.
"Se non sbaglio però hai detto che ti mancavo" mi ricordò con tono malizioso, facendo un riferimento al sesso.
"In verità volevo mandare quel messaggio ad un'altra persona" mentii.
"Ah sì? A chi? Larry?" mi chiese con un sorriso, sporgendosi leggermente nella mia direzione.
Nei suoi occhi mi parve di intravedere un pizzico di gelosia, mista a quella sua solita aria di sfida e provocazione.
Per un attimo mi venne voglia di baciarla, di sentire di nuovo il sapore delle sue labbra sulle mie, col cuore martellante nel petto.
"Capisco sempre quando cerchi di mentirmi" disse lei non cascandoci, ed io feci una smorfia.
"Certo...comunque ti ha cercato la tua amica oggi" la avvisai cambiando argomento, soprattutto per trattenermi dal saltarle addosso e baciarla. Cosa estremamente difficile, anche perché il suo profumo avvolgente mi stava mandando in estasi.
"Di chi parli?" mi domandò interessata.
"Quella con gli occhi nocciola" risposi, ed a quel punto non riuscii a nascondere il lieve fastidio.
"Perché? Anche a lei sono mancata?" azzardò ridendo.
"A quanto pare non può fare a meno di te" dissi contrariata, voltandomi verso il finestrino.
"Perché, tu puoi fare a meno di me?" mi chiese dopo un istante di silenzio.
A quella domanda mi girai nuovamente nella sua direzione, incontrando i suoi occhi smeraldo.
Era chiaro che non potevo, che non avrei mai potuto lasciarla andare. Infondo senza di lei mi sarei sentita persa.
Per qualche ragione non riuscivo a trovare il modo giusto per risponderle, non sapevo come esprimere tutto ciò che in realtà provavo nei suoi confronti.
Così mi limitai a comunicarglielo con uno sguardo che racchiudeva solo amore e sincerità. Spesso tra noi nemmeno servivano le parole per capirci, bastava un'occhiata fugace.
Il suoi occhi sembrarono addolcirsi, e un leggero sorriso nacque sulle sue labbra.
"Torniamo a casa allora" disse mettendo in moto, mentre il suono della pioggia ci faceva da sottofondo.
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RomancePiper è una semplice ragazza che va all'università. È calma, ama i libri ed è soddisfatta della vita che ha col suo fidanzato Larry...o forse no? Forse le manca qualcosa, qualcosa che la faccia sentire viva, qualcosa che la renda veramente felice. U...