Chapter 69

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Alex's pov

*il giorno dopo*
Mi svegliai di malavoglia, spegnendo la sveglia sul comodino.
Haze era accanto a me, che dormiva beatamente.
Io, al contrario, quella notte non avevo praticamente chiuso occhio, per colpa del pensiero di Piper insieme ad Emily.
Erano davvero andate ad un appuntamento? C'era qualcosa di serio tra di loro? Tra me e Piper era completamente finita?
Tutte quelle domande mi stavano facendo impazzire, susseguendosi nella mia mente.
L'idea di Pipes con qualcun altro non mi piaceva, e mi sentivo male solamente a pensarci.
Da una parte però ero ancora arrabbiata, perché infondo aveva tradito la mia fiducia come se niente fosse.
Se fosse stata onesta sin dall'inizio, avrei evitato di innamorarmi di lei. Mi sarei risparmiata questi fastidiosi sentimenti di affetto. E soprattutto non le avrei fatto conoscere la vera me, non le avrei raccontato cose che non avevo mai detto a nessun altro.
Sbuffai, dandomi mentalmente della stupida.
Decisi di farmi forza ed alzarmi dal letto, ricordandomi che sarei anche dovuta andare a prendere Stacy a casa sua.
Stacy era la mia nuova ragazza, o meglio, il mio nuovo passatempo.
L'avevo conosciuta in un pub, la sera in cui io e Piper ci lasciammo.
Non provavo niente per lei, anzi, la maggior parte delle volte mi infastidiva, ma almeno a letto non era niente male.
Inoltre la volevo usare per far arrabbiare Piper, visto che sapevo che detestava le ragazze del genere.

Dopo essermi alzata andai in bagno a sciacquarmi il viso, realizzando che sembravo uno zombie.
Non perché avessi le occhiaie o altro, ma semplicemente perché il mio sguardo risultava più spento. I miei occhi verdi sembravano più scuri, come se avessero perso vitalità.
Ma decisi di non importarmene, ed andai in cucina per prepararmi una colazione veloce.
Sentii alle mie spalle il suono di uno zampettare leggero e rapido, e poco dopo vidi Haze raggiungermi.
Lo salutai accennando un sorriso, accovacciandomi per accarezzandogli il pelo morbido.
Lui invece, mi azzannò la manica della felpa, e la tirò per invitarmi a giocare.
"No no no!" dissi rapidamente, cercando di tirarlo via per fargli mollare la presa.
"Lascia, Haze" affermai.
Lui alla fine ubbidì, ma solo dopo un mugolio contrariato.
Sospirai, sollevata di aver salvato una delle mie felpe preferite, e gli accarezzai il muso facendolo scodinzolare.
Poi mi rialzai, ed andai a cercare qualcosa di buono da mangiare.
C'era ancora la scatola dei cornflakes aperti, i preferiti di Piper.
Spesso, dopo che passavamo la notte insieme, facevamo colazione da me, perciò li avevo comprati solo per lei.
Il sorriso che mi regalava quando la mattina mi risvegliavo al suo fianco era stupendo.
Poi mi abbracciava, come solo lei sapeva fare, avvolgendomi col suo dolce profumo. Io le sorridevo, credendo di essere in paradiso.
Ed a quel pensiero sentii la sua mancanza, ancora una volta.
"Ma perché ti devo pensare sempre?" esclamai, dando voce ai miei pensieri.
Sbuffai, e presi una brioche alla marmellata, di quelle già confezionate.
Ovviamente di marmellata ce n'era a malapena una goccia, ed era secca da far schifo.
La mia espressione di disgusto attirò l'attenzione di Haze, che mi guardò piegando la testa di lato.
"Che merda" dissi tra un morso e l'altro, con la brioche in bocca.
Ero di malumore, e sapevo che nessuno sarebbe riuscito a sollevarmi di morale. Beh, a parte Piper, certo.
Finito di mangiare andai a prepararmi, e successivamente fui pronta per uscire.
Salutai di nuovo Haze, per poi chiudermi la porta alle spalle.
Scesi con l'ascensore, e quando uscii fuori fui subito colpita dall'aria gelida.
Imprecai sottovoce dirigendomi verso la mia moto nera, parcheggiata poco più in là.
L'avevo comprata un po' impulsivamente, senza badare ai costi.
Era da parecchio che volevo ricominciare a guidare le moto: amavo quella scarica di adrenalina che scorreva nelle mie vene ogni volta che salivo in sella. Mi faceva sentire libera, svincolata da qualsiasi cosa.
Mi misi il casco, salii spostando il cavalletto, ed accesi il motore, il quale rimbombò con un'aggressività che mi fece sorridere.

La casa di Stacy non era particolarmente lontana, perciò ci impiegai meno di dieci minuti per arrivare.
Lei, non appena mi vide, cacciò un fastidioso urletto di gioia.
Fermai la moto accanto a lei, le porsi l'altro casco che avevo, e le feci cenno di salire.
"Amo quando mi porti in moto!" esclamò emozionata, col suo solito tono di voce troppo alto.
"Andiamo, dobbiamo essere alla stazione con gli altri tra quindici minuti" dissi.
Dovevamo prendere il pullman insieme a tutti gli altri compagni del corso, e ciò significava che ci sarebbe stata anche Piper.
Non sapevo ancora come l'avrei affrontata, sapevo solamente che ce l'avevo con lei e che magari sarebbe stato divertente farla arrabbiare.
Stacy salì dietro di me, allacciando le braccia attorno alla mia vita per tenersi.
"Pronta?" le chiesi, facendo ruggire il motore.
Lei annuì, e quando partimmo la sentii lanciare un altro gridolino emozionato.
Mi aveva praticamente distrutto un timpano.
"Non sono sorda, ma potrei diventarlo per colpa tua" dissi, accelerando.
"Cosa? Non ho sentito!!" esclamò lei, mentre il vento ci veniva prepotentemente addosso.
"Nulla" risposi scocciata, alzando la voce per farmi sentire.
Aumentai ulteriormente la velocità, sentendo la brezza fresca sulla mia pelle.
Stacy certe volte mi parlava, ma io non le prestavo particolare attenzione, dato che focalizzavo la mia concentrazione sulla strada che avevo davanti.
Guidare le moto era davvero una liberazione per me, era come se entrassi in un'altra dimensione, lasciandomi alle spalle la realtà che mi circondava.
Ognuno ha bisogno di evadere qualche volta, staccarsi da tutto per concedersi un attimo di pausa.
Ed io trovavo rifugio in questo, nel guidare.

Arrivate alla stazione dei pullman, parcheggiai vicino al punto di ritrovo, dove si trovavano gli altri.
Avevo addosso lo sguardo invidioso e affascinato di tutti, cosa che mi fece sorridere da sotto il casco.
Non mi dispiaceva attirare l'attenzione della gente, anzi, ormai ci avevo fatto l'abitudine.
Tra tutti però la prima che notai fu Pipes, accanto ad Allie.
Osservava prima me e poi Stacy, con un'espressione che lasciava chiaramente trasparire il suo fastidio.
Tolsi il casco e scesi dalla moto, senza degnarla di uno sguardo.
Feci scendere la rossa, poi le sfilai il casco e la baciai, proprio davanti gli occhi di Piper, che ci guardava ancora.
Lo feci apposta, mi piaceva farla arrabbiare, mi divertivo.
Stacy poi approfondì il bacio, stringendosi a me.
Con la coda dell'occhio vidi Piper voltarsi dall'altra parte, irritata come non mai.
Terminai il bacio tirandole leggermente il labbro inferiore, facendola sorridere.
Sentii la voce di Pipes che con acidità disse ad Allie: "può tirarsela anche di meno, adesso deve sempre venire in moto?"
Io trattenni un sorriso compiaciuto, e mi avvicinai a lei.
"Qualcosa non va, Chapman?" le chiesi con tono provocatorio.
"Tiratela di meno Vause" rispose, chiamandomi per cognome come avevo fatto io.
Mi guardò con aria di sfida, incrociando le braccia.
Dio, amavo farla incazzare.
Stacy si avvicinò a me, cingendomi la vita con un braccio.
"Qualcosa non va tesoro?" mi domandò, lasciandomi un bacio sul collo.
Piper sbuffò incredula, soprattutto sentendo la parola 'tesoro'.
"Non preoccuparti, facevo solo due chiacchiere con questa mia vecchia amica" le dissi, riferendomi alla bionda.
"Vecchia amica?" sbottò quest'ultima, forzando una risata.
Poi continuò, dicendo: "Sai cosa? Non provare a rivolgermi la parola per tutto il corso della mostra"
Pronunciò quella frase fulminandomi con lo sguardo, ed io mi lasciai sfuggire un sorriso.
"Non ne avevo intenzione" risposi calma, aumentando la sua ira.
"Come ti pare" esclamò infine lei, per poi allontanarsi spazientita.

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