Chapter 49

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Alex's pov

Quella notte Piper gemette il mio nome innumerevoli volte, fino a crollare esausta a letto.
Io mi sdraiai di fianco a lei e le sorrisi compiaciuta.
Aveva la fronte perlata di sudore ed il suo petto si abbassava ed alzava ritmicamente.
Le passai una mano tra i capelli, poi le lasciai un casto bacio sulle labbra e lei mi sorrise.
"Amo stare qui con te" disse tirando a sé la coperta.
"Mi pare ovvio, ti faccio venire così tante volte" risposi maliziosa sorridendo.
Lei ridacchiò e si strinse a me, così la racchiusi in un abbraccio.
Socchiuse gli occhi e cominciò a parlarmi di qualcosa, ma poco dopo rallentò, lentamente cadendo nel sonno.
Si addormentò piano tra le mie braccia, con un'espressione rilassata in volto.
Sorrisi, pensando a quanto fortunata fossi ad averla conosciuta.
Tutte le mie precedenti relazioni non erano state niente di che, se non puro divertimento.
Ma Piper riusciva a rendermi diversa, migliore. Riusciva a farmi vedere le cose da un altro punto di vista, a farmi felice in ogni momento...a farmi sentire amata.
Mi spostai leggermente per spegnere la luce dell'abat-jour sul comodino, facendo attenzione a non svegliare la mia ragazza.
Appoggiai nuovamente la testa sul cuscino, e sentii gli occhi farsi sempre più pesanti.
In men che non si dica mi addormentai, sorridendo avvolta dal profumo di Piper.

La mattina dopo mi svegliai sentendo dei rumori provenire dalla cucina.
Mi sfregai gli occhi e mi stiracchiai, notando che Piper non era al mio fianco; sicuramente era già in piedi.
Mi alzai svogliatamente ed andai a sciacquarmi il viso in bagno, continuando a sbadigliare.
Dopodiché mi diressi verso la cucina, curiosa di vedere cosa stesse combinando Pipes.
"Hey" mi salutò con tono dolce appena mi vide.
Io sorrisi, aveva addosso un'altra mia felpa che ovviamente le stava da dio.
"Ciao" dissi sorridendo, e mi avvicinai a lei.
Stava preparando la colazione, in aria si sentiva un profumo dolce.
Aveva cucinato i waffles, li adoravo.
"Mi viene fame solo a guardarli" esclamai mentre lei li disponeva su due piatti.
Abbracciai Piper da dietro e lei sorrise, poi si voltò verso di me e mi stampò un bacio sulle labbra.
"Non so se siano venuti fuori bene" disse.
Io le presi i piatti dalle mani, e li appoggiai sul tavolo.
"Sono sicura che saranno fantastici" la rassicurai.
Le feci cenno di sedersi mentre io afferrai lo sciroppo d'acero e la nutella.
Presi posto di fronte a lei, che mi guardò coi suoi stupendi occhi blu e un sorriso stampato in volto.
"Se proprio fanno schifo te lo dico, tranquilla" scherzai facendole l'occhiolino.
"Dai" disse ridacchiando, e prese il barattolo di sciroppo.
Mi piaceva vederla ridere, mi piaceva il suono della sua voce.
Aveva una risata spontanea, che sembrava una melodia.
Versò lo sciroppo d'acero su uno dei waffles nel suo piatto, poi io feci lo stesso.
Appena misi in bocca il primo boccone, le mie papille gustative gioirono sentendo quel sapore dolce.
"Buoni?" mi chiese lei guardandomi.
Io sorrisi ed annuii.
"Provali" la invitai sorridendo.
Piper assaggiò un pezzo, ma lo sciroppo sulla superficie cominciò a colare, e lei lo leccò sporcandosi ai lati della bocca.
Si pulì passandosi la lingua sulle labbra, e mi vennero in mente pensieri poco... puri?
Appoggiai il mento sul palmo della mano e mi morsi il labbro guardandola.
Aveva i capelli raccolti in uno chignon un po' disordinato, da cui saltavano fuori delle ciocche ribelli.
Era tremendamente sexy, non mi stancavo mai di ammirarla.
Lei mi guardò inarcando un sopracciglio.
"Che c'è?" domandò con un sorriso.
"Ripensavo alla notte scorsa" le dissi maliziosa, e le sue guance si arrossarono leggermente.
"Alex" mi richiamò lei, anche se infondo era divertita.
"È colpa tua, stavi leccando quel waffle in quel modo e non ho potuto fare a meno di pensarci" risposi scrollando le spalle.
Piper arrossì di più, spostando lo sguardo sul waffle che aveva nel piatto.
Cambiò argomento, ma le immagini di lei senza vestiti scorrevano senza sosta nella mia mente.
"Stai ascoltando?" mi chiese ad un certo punto.
"Mh?" le risposi, ritornando alla realtà.
Non avevo sentito una parola di ciò che aveva detto.
"Hai capito quello che ho detto?" domandò.
Ecco, appunto.
Io scossi la testa, rivolgendole un sorriso innocuo.
"A cosa pensavi?" chiese addentando un altro waffle.
"Niente" mentii con tono calmo, mentre i ricordi della notte prima, quando lei gemeva aggrappandosi alle lenzuola, ancora occupavano la mia testa.
"Questo pomeriggio dobbiamo portare tutti i cuccioli dal veterinario. Prendiamo di nuovo la tua auto?" mi domandò.
"Certo" risposi annuendo.

Finita la colazione pregai Piper di rimanere per fare una doccia insieme, ma lei non potè accettare, dicendomi che a casa avrebbe dovuto svolgere una ricerca per l'università, da consegnare dopo le vacanze.
"Non puoi cominciarla un'altra volta?" le chiesi.
"Se andiamo in montagna per una settimana poi non avrò più tempo" mi spiegò, mentre io la guardai dispiaciuta.
"D'accordo" mi rassegnai, e lei mi baciò dolcemente prima di avviarsi verso la porta.
"A dopo" mi salutò mandandomi un bacio con la mano, cosa che mi fece sorridere.

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