Attraversai la strada e continuai a camminare velocemente con l'intenzione di liberarmi di quel pensiero quanto prima. Ero a pochi metri da casa. Quella piccola imperfezione sulla cravatta aveva però irritato in modo definitivo il mio umore e rovinato l'inizio della giornata. Per lo stupido livore che stavo elaborando, e per la distrazione dovuta ai miei turbamenti, per poco non urtai una donna che camminava nella direzione opposta. Sbattemmo spalla contro spalla, ma non mi voltai per scusarmi e temetti una pessima figura. Lei comunque fece altrettanto. A questo punto ho necessariamente dovuto stringermi il nodo della cravatta, ma non come avevo sempre fatto. C'era in me qualcosa di diverso, che però non seppi comprendere. Continuai per la mia strada e mentre ormai potevo vedere il caseggiato, mi accorsi che stavo quasi strisciando lungo i muri. Spaventato dal mio stesso comportamento, mi fermai e guardai le persone sfilare davanti a me. Tutte con l'evidente intenzione di evitarmi, compivano dei giri larghi, tenendo una certa distanza.
"Questo è pazzo", credo mormorassero tra sé, come a volte effettivamente avevo sentito da alcune persone che avevano notato i miei strani comportamenti.
Così, mi limitai a guardare la faccia di un uomo che si avvicinò per chiedermi se stessi bene, poi allarmato per il mio atteggiamento, si allontanò con uno scatto. Non compresi il suo atteggiamento e pensai a quante volte avevo dato agli altri la netta sensazione della mia pazzia. Chi mi conosce, infatti, sa alcune cose di me. Accarezzo le copertine dei mensili e dei settimanali. Avete capito bene, sono oggetti che adoro, possono trascorrere interi minuti a limitarmi di osservare le copertine e di ricevere dal contatto un vero e proprio piacere, concreto. Adoro più toccarli che leggerli. Il solo pensarci, anche ora, mi fa stare bene: la carta patinata della copertina, la consistenza del dorso, la luce riflessa dalla carta, i colori intensi, le titolazioni. Questo è soltanto una delle mie stranezze, e la mia propensione a perdermi in queste astruse follie è molto frequente. E poi, scartando tante altre piccole cose ma imbarazzanti, ci sono i musei. Tutti, o quasi tutti, purché non di arte contemporanea. Di quest'ultimi non mi sono mai innamorato, negl'altri, invece, se non dovessi svolgere anche la mia professione di medico, se non dovessi salvare vite, dimenticandomi di salvare me stesso dalle mie stesse fobie, potrei passarci un'esistenza intera.
Vi sembrerà un interesse normale, forse un po' snob, ma invece è molto altro: i musei sono la mia ossessione.
Mi spiego.
L'ultimo a cui ho dato la mia attenzione è quello di Van Gogh ad Amsterdam. Il penultimo: l'esposizione dei quadri di Klimt a Vienna.
E quando dico "attenzione" intendo dire la mia "totale attenzione".
Adesso mi crederete un esperto di arte, ed invece non capisco nulla o quasi, ma mi immergo per ore in quello che gli artisti hanno realizzato e, quasi sempre, dimostrando poca erudizione, insisto monotono e mi soffermo soltanto sui quadri famosi, quelli che dovrebbero conoscere tutte le persone del mondo, quelli per farvi capire che tutti considerano dei capolavori assoluti.
E con ciò? Vi chiederete. Visitare i musei non rappresenta un "problema" o una mania, e la considerazione ve la concedo. Accarezzare le copertine dei mensili, potrebbe essere una stranezza; stringere continuamente il nodo della cravatta, una mania; pensare alla propria vita come un continuo cambio di scena, un qualcosa di patologico.
Ma i musei?
Ebbene, lascio giudicare voi.
Il museo di Van Gogh ad Amsterdam l'ho visitato venticinque volte nella mia vita, quindici volte soltanto nell'ultimo anno. Quello di Klimt ha meritato la mia attenzione trentacinque volte. Trentacinque (!), compresi cinque week end consecutivi andata e ritorno Caselle/Vienna e, per non annoiarvi oltre, evito di citarvi il numero delle mie visite ai musei più noti come il Louvre, gli Uffizi o D'Orsay. E non è un caso che i numeri che vi ho citato siano sempre dispari, non lascio mai le cose "a metà" cioè in un numero pari. Se non è pazzia questa...

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A pelo d'acqua
Mystery / Thriller@ pubblicato cartaceo da Edizioni della Goccia: Andrea è un medico. Vive a Torino, la sua è una vita solo apparentemente normale. Ha una sola passione: l'arte. Ed è proprio questa che lo porta ad imbattersi in una storia che cambierà la sua vita r...