Cinquantasei

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Il Questore aveva fatto uscire dalla sala anche l'ispettore Grimaudo. La scelta non era causata da una richiesta di Toscani, ma dalla volontà del Questore a trattare l'argomento con la massima riservatezza.

"Di lei mi hanno detto molte cose", disse il Questore all'ufficiale.

"Ma non tutto. Intende dirmi questo?", rispose Toscani.

"Appunto".

"Non vorrei mancare di rispetto, e temo debba chiederle di riferirsi al mio diretto responsabile, ma in realtà credo sia giusto lei sappia che il mio nucleo investigativo è dedicato alle indagini ...delicate".

"Mi scusi Toscani, ma questo lo sapevo già".

"Così delicate da dare fastidio anche ai nostri Servizi".

Il Questore guardò il capitano Toscani e seppe in quel momento che andare oltre sarebbe stato inutile e, forse, anche dannoso. Ci sono aspetti delle istituzioni che non capirebbe mai, ammise a se stesso, e tanto vale allora non sapere nulla a riguardo.

"Cosa devo sapere della storia della famiglia di Bonelli, o meglio dei Bombati?".

"Negli anni ottanta, la Brigate Rosse ebbero un momento di debolezza, le armi sembravano scarseggiare ed in fondo, numeri alla mano, non avevano fatto danni così rilevanti. Anche se all'opinione pubblica quei fatti venivano amplificati, era pur vero che le stragi maggiori non erano mai state imputate alle BR, semmai all'estremo opposto. Le BR però facevano più paura perché si erano dichiarate, erano visibili, per quanto invisibili fossero, ed erano concrete. E pericolose. Ci furono degli attentati e delle uccisioni di carabinieri e poliziotti, di giudici e di alcuni dirigenti. Rapine finite male e persone che ne hanno tratto terribili conseguenze. Queste erano le BR e queste BR sono state sconfitte dallo Stato. Pochi i rimasugli degli anni novanta, terribili ma di poco impatto. Sembrava tutto finito dunque, tranne alcuni ancora latitanti. Poi al ROS è arrivato questo dossier. Conteneva la storia dei quadri famosi venduti in cambio di denaro e quel denaro, un fiume, era destinato a rinforzare le BR. Tutto fa pensare che la base fosse a Torino ma non l'abbiamo mai trovata".

Il Questore era assorto nel racconto del capitano Toscani. Soppesava ogni parola.

"Poi c'è stato l'omicidio".

"Sì. In pieno centro a Torino. È stato quanto l'inserimento della rilevazione dei riscontri balistici nel database centrale che mi ha portato qui. I bossoli erano gli stessi di un delitto a Roma in cui un carabiniere è stato ucciso ed il caso chiuso".

"Parrebbe un errore grossolano..." disse il Questore.

"Ed il suo sottinteso è chiaramente valido: un errore voluto".

Il Questore assunse un'aria dubitativa. Qualcuno voleva mandare un avvertimento? Un segnale di forza, tale da indurre a chiudere velocemente il caso?

Erano tutte domande che probabilmente non avrebbero mai avuto risposta.

"Cosa dobbiamo fare adesso, capitano?".

"I Bombati assicuravano quadri costosi, negli anni a cui ho fatto riferimento, e anche dopo quando tutto era finito. Perché hanno continuato a farlo? Erano già ricchi, ricchissimi. Perché esporsi ancora se il periodo delle BR era terminato? E come erano riusciti ad uscire da quel giro senza conseguenze?".

Il Questore guardò Toscani ed il suo sguardo era un chiaro invito a continuare.

"L'idea che mi sono fatto è che abbiano continuato ad agire in quel modo per finanziare altre attività. Chi sapeva delle BR ha dirottato l'attività su un altro fronte".

"Ma se Bonelli non parla, e se non troveremo Michele Bombati non avremmo niente in mano".

"Il Bombati è stato ricattato con l'uccisione dei suoi genitori, su questo io non ho dubbi. Bonelli invece rimane per me un mistero".

Il Questore fece di sì con il capo.

"Lo vada a prendere. E lo porti qui".

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