La notte di Torino era senza nuvole. Ida Gelmini aveva parlato a lungo con mia moglie Irene, fino a quando, annaspando in discorsi già fatti e concetti ripetuti, aveva accettato l'invito di fermarsi per la notte.
Ida aveva dormito vestita, soltanto le scarpe erano scivolate via, ma non subito.
Irene invece era rimasta a vegliarla, e a guardare le sue scarpe, attenta a non farsi sfuggire l'unica altra donna in vita che sapeva "tutto".
L'altra, Camilla, era morta, ed era stato con lei che aveva condiviso i segreti della famiglia Bombati.
Ora invece c'era anche Ida.
Avrebbe dovuto pensarci, si incolpò mia moglie. Avrebbe dovuto, ma non lo aveva fatto, impegnata com'era ad inventarsi ogni giorno un modo per non guardare dentro a quel pozzo.
Alle sette la luce esterna del sole entrò nel salotto, diretta sul viso di Ida.
"Che ore sono?".
Mia moglie non rispose, indicò con la mano il pendolo che in quel momento batteva l'ora.
Un suono borghese e molto noioso, come il mogano della struttura che sorreggeva l'orologio acquistato anni prima da un rigattiere.
Irene scomparve in cucina e poco dopo tornò con un caffè in una tazza ampia e colorata.
"Grazie".
"Cosa intendi fare adesso?", chiese Irene pratica.
Ida si rese conto che la sua presunta inferiorità, quella con cui aveva sempre vissuto nel cono d'ombra della famiglia Bombati, tale non doveva più essere.
Cercò le scarpe, vergognandosi di quella minima nudità che le sembrò un eccesso. Non le trovò dove le aveva lasciate e il suo sguardo interrogativo fu colto da Irene.
"Le vado a prendere".
Ida, imbarazzata, approfittò dell'assenza di Irene per bere il caffè.
La padrona di casa riapparve nel tempo necessario per riporre la tazzina sul vassoio.
"Eccole".
"Grazie".
Ida si alzò, si diresse verso la finestra che offriva la vista verso via Verdi.
"È bello qui", disse ma non era un inizio di un discorso, soltanto delle parole per riempiere il vuoto creato dal disagio, o forse dovuto dai discorsi della sera precedente quando aveva mischiato le cose e le persone, il denaro ed il ricatto sottointeso.
"Ne vuoi un altro?", chiese Irene con un tono che parve anche servizievole.
Ida accettò ed Irene fu costretta a ritornare in cucina, rimandando a qualche minuto ancora la necessità di chiarire le intenzioni della donna.
La notte era stata una lunga attesa anche per l'ispettore Nicole Grimaudo che aveva piantonato l'ingresso della casa Bombati e Bonelli con una pazienza da soldato.
Aveva avuto molte ore a disposizione per pensare. Aveva anche cercato di indovinare la liaison tra le donne di quella famiglia, Ida Gelmini, Camilla De Luca e natulamente mia moglie Irene. E probabilmente anche chiave di quel mistero che le sembrava sempre più fitto ed imperniato sulla famiglia Bonelli-Bombati
Non aveva ancora alcun fatto determinante a disposizione, e la chiara sensazione di poterle sfuggire di mano la soluzione.
In piedi, sul marciapiede di fronte, con poche possibilità di ingannare la notte, La Grimaudo aveva formulato ipotesi, storie e idee, rimescolando facce, nomi e motivi che avrebbero potuto condurre all'omicidio di Camilla De Luca.
Non che avesse fatto progressi, però era riuscito a creare una storia che legasse tutte quelle persone.
E poi c'era un'altra donna in questa storia: Jaspreet.
Dai controlli eseguiti al Servizio Centrale Operativo, non era risultato molto riguardo la donna.
Una labile traccia però c'era, poteva risultare però un'informativa di poco conto: Jaspreet era stata registrata più volte come ospite in alcune sedi diplomatiche a Roma. Presenze che potevano essere giustificate dal lavoro di lei, visto che si era sempre registrata con i documenti dell'azienda per cui lavorava.
Accantonando questa informazione, l'ispettore Grimaudo si concentrò su Ida Gelmini che, probabilmente, si era recata a casa Bombati per riscuotere il credito per il suo silenzio. Poteva però essere per altri motivi.
Con quei ragionamenti, arrivò in piena notte e senza sapere quanto altro tempo avrebbe dovuto attendere.
L'ispettore Grimaudo era esausta quando le venne in mente di fare un ulteriore controllo su Michele Bombati.
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A pelo d'acqua
Mystery / Thriller@ pubblicato cartaceo da Edizioni della Goccia: Andrea è un medico. Vive a Torino, la sua è una vita solo apparentemente normale. Ha una sola passione: l'arte. Ed è proprio questa che lo porta ad imbattersi in una storia che cambierà la sua vita r...