La Polizia entrò in casa mia senza troppi salamelecchi. Un solo urlo aveva infatti anteposto la loro azione, una voce che intimava una richiesta alla quale però io non seppi rispondere.
Poi la porta emise un terribile "crac", e gli uomini in divisa entrarono con le stesse inutili urla di prima. E con le pistole spianate, sembravano essere furenti.
Li guardai, o mi immagino li stessi guardando, e mi sforzai per mettere a fuoco le loro gesta.
Mi accorsi che, dopo i poliziotti, che già si muovevano nervosamente nel mio appartamento, c'erano anche due carabinieri che sembrarono contendersi lo stesso territorio.
Perché non erano arrivati prima?
Rimanendo nel dubbio, ripetei a me stesso di restare calmo e, come se fossi invisibile, nessuno di loro parve dare troppo peso alla mia presenza.
Eppure avrei dovuto essere immediatamente interrogato. Così pensai, forse perché non mi rendevo conto della mia situazione.
E poi loro sembravano interessati ad altro. Alle carte sparse ovunque nel mio appartamento. Compromettenti il nome della mia famiglia, e di me stesso. Prove, le avrebbero poi definite. Giustamente. Erano sul tavolino vicino al letto, su una mensola nell'ingresso, sul tappeto.
Sentii dire da una voce che c'era una donna nel bagno, ed ora che ci facevo caso, udivo anche lo scrosciare dell'acqua della doccia.
Io mestamente, ero nel mio letto, e il tutto pareva chiudere il quadro probatorio che avrebbero poi descritto nei loro verbali.
Io però non sono certo che le cose sarebbero poi state archiviate nella logica conseguenza di ciò che il mio appartamento mostrava loro. E, ben più autorevole di me, non sembrava esserlo neppure il maresciallo dei carabinieri che era stavo inviato e che ora potevo distinguere chiaramente. Un uomo di carnagione scura, sorridente, mi parve sicuro di sé, di quelli che il mestiere lo conoscono bene.
Ha appena detto ai suoi collaboratori – non toccate niente – quando poi ha aggiunto distruggendo le mie speranze – tanto è stato lui – ma io vidi che nel suo sguardo c'era poca determinazione eppure disse proprio quelle parole.
E sì, perfetto, chiudiamo presto la questione, ed il caso e risparmiamo costose scartoffie, interrogatori, inutili rilievi, supposizioni, supplementi di indagine, e mal di pancia, questo deve aver pensato il maresciallo ma, nello stesso tempo, vidi in lui uno spiraglio a mio favore.
Che poi, non ci sarebbe stato nulla di male, ad archiviare e risolvere in fretta il mio caso. Ormai tutto era spazzato via.
Ma poi, lo stesso maresciallo, indicando il bagno e sottintendendo la donna, stesa a terra gocciolante, aggiunse - Pensiamo piuttosto a lei, siete certi che sia morta? – e nel pronunciare quelle parole sorprese tutti, anche il medico della Croce Rossa, che era sopraggiunta e che riteneva di non potere fare più nulla a riguardo. Il medico, impacciato, si ritrovava ora a rispondere che - Sì, la donna è morta - , ma nel pronunciare quella frase, anche in lui la convinzione sembrò essere poca, spazzata da quell'alito di vento smosso dal dubbio del carabiniere e, così, con movimenti automatici, e sentendosi in colpa per la velocità del suo primo controllo, ripete i movimenti che già, appunto aveva fatto, ma con maggior professionalità e constatò, sollevato (!), di non essersi affatto sbagliato.
"È morta, maresciallo".
Il carabiniere, però, non è ancora convinto. Prende il telefono, comunica una prima sintesi di quanto ha davanti a sé. Vorrebbe un esito migliore, un lieto fine delle cose, ma comprende che così non fosse. Non più oramai, anche questa volta è arrivato tardi, si annota mentalmente.
"Possiamo chiudere il rubinetto?", annuncia come per infliggere una punizione a chi gli ha dato la brutta notizia.
Ed infatti queste erano le sue intenzioni, quelle di infliggere un fastidio al portatore delle brutte notizie.
Il medico della Croce Rossa, allora, si prodigò per scavalcare il corpo senza toccarlo nello stretto spazio che c'era tra la donna e la struttura della doccia. Non è un'operazione semplice, ma ci riesce e fa quanto richiesto.
Appena dopo, nell'appartamento, cala un silenzio totale che sa di morte.
Solo in quel momento, ricordai che la donna nel bagno non poteva essere che Jaspreet.
Provai a parlare. Ma non mi uscii una sola parola.
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A pelo d'acqua
Mistério / SuspenseAndrea è un medico. Vive a Torino, la sua è una vita solo apparentemente normale. Ha una sola passione: l'arte. Ed è proprio questa che lo porta ad imbattersi in una storia che cambierà la sua vita riportandolo nel suo passato. E poi c'è Jaspreet u...