Capitolo 11

77 4 2
                                    

Capitolo 11. La storia della famiglia Phoenix

La mattina dopo il primo a svegliarsi fu Felipe che non essendo abituato alle ali aveva riposato male, invece Takashi e Dracorius avevano fatto si che avvolgessero il loro corpo in modo da riposare meglio.

Felipe, in quel momento, pensò: Sarà meglio farmi trovare pronto.

Aveva osservato i due ragazzi dormire per un po', però, poi qualcuno bussò alla porta facendolo tornare alla realtà: «Avanti»

Narciso entrò nella stanza sorridendo: «Buon giorno, come stai oggi?»

Era preoccupato per Felipe, lo aveva visto davvero ridotto male e non poteva fare molto per aiutarlo.

Con un leggero sorriso rispose: «Indolenzito. Non sono abituato alle ali, anche se devo dire che il petto è molto migliorato. Adesso almeno non mi fa male» 

«Lo immaginavo. Per dormire bene devi far aderire le ali al corpo» si avvicinò al ragazzo e gli tolse una ciocca di capelli dal volto.

«Grazie del consiglio, stavo per alzarmi dal letto...» disse lui senza pensarci troppo.

Narciso non ne sembrava sorpreso: «Ti riprendi molto velocemente...»

Il cavaliere perplesso abbassò lo sguardo: «Dev'essere opera dell'incantesimo che ha usato ieri Draco. Ha tossito sangue, ho paura per lui...»

Narciso lo vide tremare per un attimo, poi le lacrime iniziarono a scendere sul suo volto così il ragazzo lo avvolse nel suo abbraccio accarezzandogli i capelli per tranquillizzarlo: «Va tutto bene. È la prima volta che usava quel potere. Era logico non sapesse controllarlo bene. Mi stupirei del contrario...»

Il cavaliere in un sussurro sommesso gli chiese: «Davvero?»

Le parole di Narciso ebbero il potere di tranquillizzarlo, l'incantesimo era davvero molto forte, eppure, aveva la sensazione che qualcosa tormentasse sul serio l'animo del fratello. 

«Sì davvero, comunque ho notato che mio fratello ha usato il suo potere sulle vostre armi...» osservava interessato la katana a due lame e lo spadone posati in un angolo della stanza.

«Sì, le ha rese più leggere e più forti...» rispose lui sorridendo. 

«Lo immaginavo...» così dicendo accarezzò di nuovo il volto del ragazzo e si alzò avvicinandosi al fratello per svegliarlo: «Takashi, svegliati. Mamma vuole parlarvi...»

Il giovane mago mugugno qualcosa: «Lasciami dormire ancora un po'...» si girò dall'altra parte nascondendosi sotto le coperte.

Il cavaliere, disse, divertito: «Il solito pigrone. Ci penso io...» si alzò dal letto e barcollando cercò di avvicinarsi a lui.

Vedendolo in difficoltà Narciso gli mise un braccio attorno ai fianchi.

Quando fu vicino a Takashi, il cavaliere, gli passò un dito delicatamente sul collo facendolo scattare in piedi: «Ma cosa? Felipe!» gli tirò in faccia il cuscino arrabbiato.

Quello era il suo punto debole e non gli piaceva quando lo usavano contro di lui in quel modo. «Buon giorno, principe...» disse il cavaliere sorridendo allegro. 

Il libro maledettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora