Capitolo 13

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Capitolo 13. La leggenda dei cinque regni

«Ares ti va se andiamo a fare una passeggiata?» gli domandò Takashi tendendogli la mano sorridendo.

«Sì, certo...» rispose lui afferrò la mano del ragazzo e lasciarono la stanza. Scesero fino al piano inferiore e uscirono nella notte. L'aria era leggera e fresca.

Ares era molto felice di stare con Takashi, che ormai era come un fratello per lui. A un certo punto il mago si voltò a guardarlo sorridendo: «Ares, mi è venuta un'idea...» 

«Quale?» domandò incuriosito il demone che tremò per un attimo scosso da un brivido di freddo.

Takashi lo guardò perplesso. Non l'aveva mai visto tremare nemmeno quando stava molto male e pensò: Possibile che Ares, stia male e che l'aria fredda che c'è questa notte non lo aiuti?

Accantonando quel pensiero per un attimo in un angolo del suo cervello sfiorò il volto del demone: «Ti faccio un regalo...» così dicendo fece comparire le ali, una piuma gli volò nelle mani e con un incantesimo la trasformò in un cristallo legandola a una catenina d'argento che mise al collo di Ares. 

«Così saprò se avrai bisogno di me...» disse il giovane mago, consapevole che quella era la verità. Se Ares in qualsiasi momento avesse bisogno di lui, lo avrebbe saputo senza problemi e sarebbe corso da lui. 

«Che bella, grazie Takashi...» era imbarazzato per quel regalo, nessuno a parte Razak gli aveva regalato qualcosa.

«Correrò da te ogni volta che ne avrai bisogno...» disse ancora una volta il giovane prestigiatore.

Mentre parlavano al piano di sopra Dalia, bussò alla porta della stanza, portando loro da mangiare.

Nello stesso momento Dracorius, ormai sfinito, andò a distendersi.

Takashi e Ares sarebbero tornati in fretta.

La notte passava svelta e il demone non poteva stare al sole.

Il suo corpo ormai lo tradiva, era eccitato e sospirò rassegnato, doveva farlo da solo, così aprì il pantalone e iniziò a massaggiarsi la virilità. 

«Accidenti... così non va bene...» mugugnò infastidito.

Sentendolo lamentarsi Razak bussò alla porta: «Tutto bene Draco?» era preoccupato.

«Sì, tutto bene...» rispose lui iniziando a muovere la mano più veloce, venne pochi minuti dopo, ma non era per niente soddisfatto.

In quel momento nella stanza entrò Takashi appena rientrato dalla passeggiata spinse Dracorius, che si era alzato di scatto, nuovamente contro il letto e gli prese la virilità in mano.

«Draco, non resisto davvero più. Ti voglio dentro di me...» disse Takashi togliendogli la maglietta.

«Ta... ka... shi...» lo chiamò il cavaliere tra i gemiti.

Sentendosi chiamare con voce roca il ragazzo si abbassò iniziando a leccargli un capezzolo, con la mano invece gli prese nuovamente la virilità e con movimenti lenti la fece scorrere per tutta la lunghezza. 

«No... non... resisto...» disse Dracorius e pochi minuti dopo gli riempì la mano con il suo liquido.

Takashi ne leccò via un po' sorridendo malizioso: «Davvero molto buono, ma adesso facciamo sul serio. Prendimi, Draco...» finì di togliersi gli abiti, ma non osò muoversi. 

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