Capitolo 46

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Capitolo 46. Lo scontro finale.

I guerrieri rimasero per tutto il giorno nella tana dello scorpione in attesa.

Solo all'alba del giorno dopo, però, arrivò loro il via libero per l'attacco.

L'esercito dei soldati alleati contro Abraxas marciò senza trovare ostacoli e si fermò davanti all'immenso portone delle mura che circondavano il castello.

Senza parlare i guerrieri a capo degli arcieri diedero il segnale per preparare le frecce. Quando diedero di nuovo il segnale una pioggia nera come la morte si infranse oltre le mura del castello, ferendo e ammazzando diversi soldati che passavano di lì in quel momento.

L'attacco sarebbe avvenuto tutto attorno alle mura per questo si era creato un circolo di soldati che non avrebbero permesso ai nemici di sfuggire al loro destino.

Intanto Takashi, Ares, Felix, Taylor, Felipe e Dracorius si diressero con un altro gruppo di soldati fino all'entrata segreta dei tunnel che gli avrebbero portati ai vari piani del castello. Ad attenderli trovarono cinque ragazzi che sembravano esser stati torturati per molto tempo, ma non avevano detto niente ad Abraxas visto il potere magico incontrollato che pervadeva le pareti del castello.

Takashi l'avvertiva bene, ma sembrava non essere per niente coinvolto, una strana aura argentea l'avvolgeva proteggendo lui e il piccolo che portava in grembo.

Preoccupato si accarezzò il ventre, Dracorius guardandolo gli domandò: «Vuoi che venga con te?»

Il giovane mago lo guardò per un attimo e lo prese per mano: «Voglio che tu mi prometta di tornare da me a tutti i costi»

Quella richiesta sorprese Dracorius che posandogli un bacio sulla fronte gli disse: «Tornerò da te a tutti i costi, mio principe»

Takashi sorrise un po' più rilassato, la paura viveva in un angolo del suo cuore.

Felipe che parlava velocemente con i cinque soldati che li avrebbero accompagnati si rivolse agli amici: «Ragazzi, loro sono Fabian, Sigfrid, Elia, Mattias e Eragon»

I cinque ragazzi si avvicinarono ognuno a un ragazzo accompagnato da Felipe.

Fabian che si era avvicinato a Takashi disse: «Principe, voi verrete con me. Vi porterò all'ultimo piano del castello dove troverete Abraxas»

Il giovane mago lo osservò per un attimo sorridendo: «Chiamami Takashi, non mi piace che mi si dia del lei. In fin dei conti sono più piccolo di te d'età» il ragazzo gli sorrise di rimando annuendo.

I due si diressero al primo corridoio a sinistra seguiti da un gruppo di cinquecento soldati, non ne avrebbero portati di più con loro, non conoscendo bene la conformazione del corridoio e non sapendo quali armi avrebbero potuto usare oltre allo scudo per difendersi, ma per questo motivo non volevano pesare sul mago facendolo affaticare inutilmente per proteggerli.

Sigfrid andò da Ares sorridendogli, ma il demone lo anticipò: «Io e te invece ci avvieremmo verso uno dei piani del castello insieme, giusto?»

«Sempre se mi vorrete al vostro fianco» rispose lui abbassando il volto.

Ares con delicatezza gli posò una mano sulla guancia facendogli rialzare lo sguardo: «Certo vieni pure con me, ma stiamo attenti a non farci ammazzare. Qualcuno attende il nostro ritorno» aveva notato lo sguardo di Elia sul ragazzo che gli si era avvicinato e avrebbe fatto di tutto per riportarlo indietro sano e salvo.

Poco dopo si avviarono all'interno del secondo corridoio sulla sinistra.

Elia rimase con Felice e Dracorius, lui avrebbe guidati loro e i soldati lungo il corridoio centrale.

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