Capitolo 18

71 4 1
                                        

Capitolo 18: La prova del veliero

Per loro sarebbe stato un gioco recuperare il diadema e portarlo alla regina, almeno era quello che pensavano in un primo momento, con molta attenzione entrarono all'interno del veliero e trovarono già le prime difficoltà. «Accidenti avremmo dovuto immaginarlo...»

 Ares sospirò per un attimo divertito dalla faccenda. Si vedeva dai suoi occhi che qualcosa gli mancava, o per meglio dire gli mancava qualcuno e aveva ancora poche energie dopo esser stato sottoposto a tutti quegli attacchi del demone che era imprigionato in lui. 

 «Cosa facciamo adesso?» chiese Takashi preoccupato.

Ares si portò davanti agli altri e osservando gli scheletri avvicinarsi a loro pericolosamente: «Ci penso io qua, voi andate avanti...» lentamente riprese il suo aspetto demoniaco.

Takashi, Felipe e Dracorius lo avevano visto solo una volta con il suo vero aspetto.

A loro si era presentato sempre con il suo aspetto umano da quando erano fuori dal Paese del Fuoco. Quando lo videro con il suo aspetto reale ne rimasero veramente sorpresi: era magnifico.

I lunghi capelli scarlatti brillavano come se fossero nati dal fuoco stesso. Felle leggere squame di drago viola comparvero attorno al suo occhio sinistro, corna viola si mostrarono sulla sua testa ed enormi ali nere nacquero sulla sua schiena avvolgendogli il corpo come una morbida coperta.

Gli abiti che indossava presero fuoco trasformandosi in un'armatura nera come la pece che mutava a ogni suo movimento, mentre si dirigeva verso il nemico.

 «No. Ares, ti prego, sei ancora molto debole» disse il mago cercando di fermarlo.

Il demone sorrise a Takashi, ma poi si dedicò a osservare di nuovo gli scheletri per capire come metterli fuori gioco una volta per tutte: «Andate. Io sto bene, però, dobbiamo sbrigarci»

Felipe afferrò Takashi che era rimasto a osservare Ares preoccupato, in fin dei conti entrambi erano convalescenti per l'uso eccessivo di energia e poteri magici. 

 «Andiamo. Il diadema è nella stiva del veliero» disse Felipe.

I tre ragazzi continuarono a scendere mentre le trappole scattavano inaspettate cercando di colpirli.

Intanto Ares se la cavava alla grande, anche se le forze andavano diminuendogli sempre di più.

«Che fatica, qua ci rimettiamo la pelle se continuiamo di questo passo» disse Dracorius guardandosi attorno.

Intanto Felipe osservava Takashi, sapeva che non dovevano sforzarsi o non avrebbero retto fino alla fine dicendo: «Dobbiamo farlo, se vogliamo ottenere nuovi poteri e poter tenere testa al nemico»

Una trappola scattò all'improvviso, milioni frecce riempirono l'aria.

«Attento, Felipe!» esclamò Dracorius spingendo il fratello di lato, ma fu colpito da una freccia alla spalla sinistra.

«Draco, stai bene?» gli chiese Takashi osservandolo terrorizzato, senza avere il coraggio di avvicinarsi a lui o di fare qualsiasi altra cosa, che non fosse tremare. 

«Sì, non è entrata in profondità» cercò di estrarre la freccia, però, la mano gli tremava mentre un dolore atroce gli percorreva tutto il braccio.

«Draco, se non puoi, lo faccio io» disse Felipe avvicinandosi al fratello per osservare la freccia e capire come estrarla.

«No, dobbiamo andare avanti. Io sto bene...» rispose il cavaliere.

Il libro maledettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora