Capitolo 38

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Capitolo 38. La partenza arriva

Era l'alba quando Neko si svegliò.

Hikaru si era addormentato appoggiato al suo letto, adorava il suo gattino lo amava moltissimo, ma non voleva che si preoccupasse troppo per lui.

Dovevano solo dedicarsi alla ricerca dell'ultimo pezzo del suo cuore.

Gli aveva chiesto di rimanere al sicuro a casa dei suoi genitori, ma Hikaru era stato irremovibile, però, gli aveva promesso che sarebbe stato attento e avrebbe ascoltato quello che gli dicevano lui e il fratello.

«Hikaru, svegliati. Non puoi dormire così» accarezzò il volto del ragazzo che aprì gli occhi: «Neko» si mosse nel buio della stanza e baciò il compagno.

«Posso stare qua?» guardava Neko con occhi da cucciolo abbandonato.

«Certo...» rispose lui spostandosi di lato e lo fece distendere accanto a se abbracciandolo accarezzandogli i capelli.

Passarono il resto delle ore che li separavano dalla colazione a farsi le coccole.

Solo quando fu pronta la colazione Marika andò a chiamarli: «Ragazzi è pronto da mangiare vi aspettiamo in sala da pranzo»

«Certo arriviamo...» si alzarono dal letto.

Dopo essersi vestiti si diressero nella sala da pranzo dove avrebbero mangiato. Hikaru era al settimo cielo da quando era tornato a casa e Neko stava bene tutto gli sembrava più bello.

Quando entrarono nella stanza non trovarono Zel.

Il mezzo demone si guardò intorno preoccupato: «Scusate, mio fratello dov'è andato?»

Marika rispose sorridendo: «Ha detto che doveva fare delle compere. È uscito presto questa mattina...»

«Se me lo avesse chiesto sarei andato con lui...» era perplesso. Non aveva avuto nemmeno l'occasione di cancellare il segno dei suoi artigli dalla sua spalla. Hikaru sorrise coccolandolo con dolcezza: «Scommetto che tornerà presto. Non avrai nemmeno il tempo di sentire la sua mancanza» sorrideva a Neko allegro cercando di distrarlo un pochino dall'assenza del fratello.

«Certo» sospirò e ricambiò il sorriso del ragazzo.

«Hikaru, è vero che partite?» Katrine aveva preso il fratello in contropiede con la sua domanda: «Sì dovremmo andarcene appena torna Zel. Dobbiamo andare in un posto, però, tornerò a trovarti appena ne ho la possibilità» sorrise alla sorellina cercando di tranquillizzarla.

«Sei cattivo!» esclamò lei per poi correre via dalla stanza andando a chiudersi nella sua camera.

«Katry!» esclamò Hikaru voltandosi verso la porta.

Marika sospirò e guardò il figlio per un attimo dispiaciuta per la reazione della figlia e soprattutto perché sapeva lui ci sarebbe rimasto malissimo: «Glielo avevo detto che saresti partito, ma non voleva crederci»

Hikaru sospirò triste e si alzò da tavola: «Vado a parlarle» si diresse fino alla stanza della sorella.

Bussò tre volte, ma non avendo risposta entrò.

Trovò la sorella sdraiata sul letto con il volto immerso nel cuscino: «Katry, mi dispiace. So che non vuoi che vada via, però, devo recuperare un pezzo del mio cuore. Se non lo faccio sento che mi mancherà sempre qualcosa»

La ragazza gli rispose: «No! Tu non tornerai più qui! Mi vuoi lasciare sola! Ti odio! Vattene!»

Il ragazzo rimase colpito da quelle parole.

Il libro maledettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora