Capitolo 30

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Capitolo 30: Verità svelata

Neko si era addormentato accanto a Zel che si teneva a lui.

Il sole stava sorgendo e aveva ripreso parte del suo aspetto demoniaco.

Intanto Hikaru si affaccendava nel preparare da mangiare.

I due demoni dovevano recuperare le forze dopo la nottata che avevano passato anche lui, però, non era messo meglio.

Era molto provato per via dei nuovi frammenti di cuore che aveva inserito di nuovo nel suo corpo.

«Buon giorno Hikaru...» era ancora mezzo addormentato, ma era tornato normale.

«Ciao, Neko. Come sta Zel?» era preoccupato e non lo nascondeva.

«Stanco direi. Le ferite sono profonde e credo impiegheranno un po' a guarire. 

«Cosa c'è di buono da mangiare?» era affamato e non vedeva l'ora di mettere qualcosa di buono sotto ai denti.

«Non so cosa ti va di mangiare? Io ho uova e pancetta» disse sorridendo cercando di mostrarsi allegro anche se era esausto.

«Buono, posso averne anche io?» gli domandò accarezzando dolcemente i capelli del fratello, che in quel momento si svegliò: «Neko, scusami ti ho trattenuto...» si allontanò velocemente, ma quel movimento lo fece sbiancare riaprendogli la ferita sull'addome facendolo gemere di dolore, mentre con le braccia nascondendola.

«Zel, attento! Che hai fatto? Fammi vedere...» prese il fratello dolcemente per le spalle e lo fece distendere per la seconda volta.

«Non è niente. Posso sopportarlo...» era pallido, però, di certo le sue parole non avevano convinto Neko.

«Ti prego, Zel...» lo supplicò il mezzo demone.

Era terrorizzato, glielo si leggeva negli occhi: «Va bene...» distolse le braccia da sopra le bende rivelando un'ampia macchia di sangue.

«Lo sapevo. Hikaru, dov'è la medicina che hai usato ieri?» non guardava il ragazzo, se lo avesse fatto si sarebbe accorto del dolore che offuscava i suoi occhi e avrebbe capito la portata del sentimento di Hikaru verso di lui.

«Nella tasca esterna del mio zaino. La trovi subito. È l'unica cosa che c'è» rispose lui mettendosi a ricucire la maglia di Zel dove gli artigli del demone l'avevano strappata ferendolo. Non riusciva quasi a tenere gli occhi aperti, la stanchezza era davvero troppa e sentiva il suo cuore sempre più debole e fragile.

«Trovata! Dovrò cambiarti anche le bende, queste sono coperte di sangue»

Zel sentiva bene il cuore del ragazzo instabile ed era impossibile che Neko non avesse capito: «Se proprio devi, facciamolo...» si mise seduto in modo da facilitare il lavoro del fratello che impiegò mezz'ora per mettergli la medicina e fasciargli la ferita evitando di fargli male.

«Ecco fatto...» era contento e sorrideva allegro il fratello. Si era fidato di lui e lo aveva lasciato fare. Questo per lui era davvero importante. Una voce dentro gli diceva che se riusciva a capire cosa aveva fatto di sbagliato forse poteva rimediare.

«Grazie, Neko» si distese di nuovo respirando lentamente.

«Neko, è pronto da mangiare. Zel, vuoi mangiare qualcosa?» chiese il ragazzo senza pensarci troppo.

«Arrivo...» osservò per un attimo il fratello che guardava Hikaru perplesso, però, annuì per poi rimettersi a fissare il soffitto.

Il ragazzo, intanto, si domandava: A cosa stai pensando, Zel? Cosa stai provando in questo momento oltre al dolore che ti procurano le ferite?

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