Capitolo 26. L'arrivo da Martin
«Martin!» Felipe gli si avvicinò sorridendo con dolcezza, ma il ragazzo si allontanò spaventato: «No... chi sei?» chiese il ragazzo terrorizzato cercando di nascondersi ancora di più nell'angolo in cui si era rifugiato.
«Sono io Martin... sono qua per te...» con dolcezza Felipe lo abbracciò stringendolo a sé e il ragazzo si strinse a lui.
«Ho paura, mi fa male tutto...» piangeva disperato e Felipe sentiva suo tutto quel dolore, doveva fare qualcosa per aiutarlo. Si sarebbe maledetto a vita per non averlo raggiunto prima e averlo fatto soffrire in quel modo per tutto il tempo.
«Fammi vedere le tue ferite» disse con dolcezza accarezzandogli i capelli.
«Va bene...» rispose lui allontanandosi con riluttanza dal cavaliere e si sfilò gli abiti.
Il suo corpo era ricoperto di ferite nuove e vecchie alcune guarite male e altre così profonde da sanguinare copiosamente.
«Cavolo, mi dispiace. Sarei dovuto arrivare molto prima» disse il cavaliere che con delicatezza iniziò a medicarlo, stando attento a non fargli troppo male.
«Adesso andrai di nuovo via?» chiese il ragazzo.
Non voleva sapere la risposta a quella domanda, ma sperava davvero che Felipe restasse con lui.
«No. Te l'ho detto sono qua per restare» disse il cavaliere accarezzandogli il volto con dolcezza sorridendo.
«Dovrò contattare mio fratello, però, prima di tutto devo andare da Abraxas. Poi ti spiego tutto...» gli fece l'occhiolino e lasciò la stanza.
Martin si rivestì in fretta e lo raggiunse.
Lui sapeva quanto era pericoloso andare da quel pazzo furioso da soli, lo aveva provato sulla sua pelle diverse volte e alcune volte il terrore non delle torture, ma di qualcosa di peggio gli faceva correre dei brividi freddi sulla schiena.
Un ragazzo della guarnigione gli aveva raccontato cosa era stato costretto a fare e lui non voleva passarci e cercava di stargli il più lontano possibile senza farsi notare.
«Vengo con te, non è prudente che tu vada solo da lui» ammise il cavaliere.
Felipe sorrise, a questo non aveva pensato, presentarsi con Martin era un punto a suo favore. Non voleva esporlo al pericolo o dare al nemico la possibilità di scoprire il suo punto debole. Quindi doveva recitare bene la sua parte.
Lui e suo fratello era cresciuti nelle bugie, quindi una in più una in meno non guastava, soprattutto se serviva a proteggere le persone amava.
Si diressero alla sala del trono e una volta arrivati, Martin, s'inchinò davanti all'uomo dicendo: «Signore, Felipe Phoenix viene a parlare con voi...»
«Fallo entrare» disse sogghignando divertito.
Il suo piano aveva funzionato, adesso i suoi amici sarebbero andati a cercarlo e lui avrebbe eliminato Takashi dalla faccia della terra.
«Eccomi al suo servizio, però, solo a patto che Lei sciolga subito la maledizione che mi ha lanciato» disse Felipe.
Sul suo volto non c'era traccia di emozioni e il suo sguardo era diventato freddo come il ghiaccio. Attorno alla sua mente e al suo cuore aveva creato delle barriere.
Prima di rispondere Abraxas girò attorno al corpo del cavaliere leccandosi le labbra pensando già a quanto si sarebbe potuto divertire.
«Molto bene» disse lui e con un gesto delle mani sciolse la maledizione: «Ecco fatto adesso vai. Dividerai la stanza con Martin»
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Il libro maledetto
FantasíaTratto dal prologo: Questa storia ebbe luogo tantissimo tempo fa, in un regno ricco di misteri e magia. La superficie del pianeta era divisa in cinque parti, ognuna con caratteristiche diverse. Questo è il luogo che i nostri protagonisti conoscon...