Capitolo 16. Il passato di Ade torna alla luce
Solo alle prime luci dell'alba Seiryo si addormentò ai piedi del letto.
Poche ore più tardi il gemito di dolore da parte di Ade gli fece aprire gli occhi: «Ade, fermo! Ieri hai perso molto sangue. Riposati...»
Vedendo lo sguardo terrorizzato del ragazzo e sentendo il suo cuore mancare alcuni battiti decise che era meglio non farlo agitare troppo: «Seiryo, ieri eri preoccupato per me?» il ragazzo a quella domanda annuì arrossendo imbarazzato.
«Perché? Non capisco...» disse il ragazzo dai capelli corvini.
Non capiva lo strano comportamento del ragazzo vicino a lui.
«Ci conosciamo da poco più di due giorni, ma ho la sensazione di conoscerti da molto tempo e di aver aspettato fino a oggi per poterti rivedere. Adesso, però, ho paura di restare di nuovo solo» ammise il ragazzo tenendo il volto basso.
Le lacrime che versava brillavano alla luce fiocca della stanza.
«Seiryo, tu sei così fragile e delicato, che ho paura di ferirti...» lo prese per mano facendolo salire sul letto abbracciandolo con dolcezza.
«Ade, io mi sento così strano. Quando ti ho vicino sto bene, però, se mi allontano ho paura che tu te ne vada o che ti succeda qualcosa di brutto» ammise il ragazzo arrossendo ancora di più.
«Tranquillo. Adesso forse è meglio se riposi un po'. Sarai molto stanco» disse Ade con dolcezza.
Seiryo nonostante la stanchezza rispose: «Non voglio perdere tempo dormendo»
Ade lo strinse al petto con dolcezza: «Non perderai tempo. Adesso riposati...»
Il ragazzo nonostante il grande imbarazzo gli domandò: «Posso avere un bacio, prima di addormentarmi?»
Ade gli sorrise e si avvicinò a lui posandogli un bacio leggero sulle labbra: «Dormi adesso...»
Seiryo si appoggiò a lui con un braccio mentre si addormentava sotto le coperte calde con un sorriso leggero a illuminargli il volto sempre pallido, anche Ade si riaddormentò.
Aveva pensato a lungo alle sensazioni che si erano risvegliate a quel bacio e il desiderio di salvare Seiryo era diventato più forte. Non avrebbe permesso alla malattia di portarglielo via.
Quando Seiryo si risvegliò si ritrovò a guardare gli occhi scarlatti del ragazzo al suo fianco e sorrise: «Ciao, Ade...»
«Ciao, Seiryo. Come ti senti?» gli domandò preoccupato.
«Riposato. Quanto ho dormito? Che ore sono?» era preoccupato. Non per il fatto che avesse dormito molto, ma perché Ade aveva bisogno di mangiare subito qualcosa.
«È mezzogiorno a vedere dalla luce che entra dalla finestra» rispose lui senza giri di parole.
Il ragazzo si alzò di scatto esclamando: «Scusami! Avrete fame...»
Ade lo prese per il polso sorridendo e gli accarezzò il volto: «Calmati, non vorrai sentirti di nuovo male? Fai con calma...»
Seiryo annuì e dopo un respiro profondo riprese il controllo di sé stesso.
Si ricordò solo allora della domanda del padre: «Ade, come ti sei fatto quelle ferite?» la sua voce era incerta.
Non sapeva se era giusto chiedergli una cosa del genere e magari fargli ricordare qualcosa di brutto.
«È stato Accalon, mio fratello maggiore, a farmele» disse Ade con un filo di voce distogliendo lo sguardo.
Vedendolo abbassare lo sguardo, Seiryo gli posò una mano sul volto: «Va tutto bene?»

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Il libro maledetto
FantasiTratto dal prologo: Questa storia ebbe luogo tantissimo tempo fa, in un regno ricco di misteri e magia. La superficie del pianeta era divisa in cinque parti, ognuna con caratteristiche diverse. Questo è il luogo che i nostri protagonisti conoscon...