Capitolo 25. L'attacco degli elfi
L'alba arrivò in fretta e il corpo di Felipe iniziò a emanare una luce argentea.
«Ares potresti reggere Draco? Io non resterò così ancora per molto» gli domandò il cavaliere con un filo di voce.
Il demone si mise dietro il ragazzo mentre Felipe tornava umano.
Dracorius aprì gli occhi ancora mezzo addormentato domandandogli: «Cosa succede?»
Felipe sorrise e gli rispose spostandosi un po' più avanti mentre tornava umano: «Scusami. È che il tempo era scaduto. Non volevo farti male»
«Takashi, dorme ancora?» chiese Ares guardando il ragazzo tra le braccia di Dracorius preoccupato. Non sapeva cosa fare per farlo stare meglio.
«Sì, dorme ancora» rispose lui spostando Takashi sul suo petto dolcemente senza svegliarlo. Il suo principe doveva dormire ancora un po'.
«Tutte le notti sarà la stessa cosa, che noia!» borbottò Felipe infastidito.
«Felipe, ti libererò da quella maledizione...» disse Takashi che si era svegliato, rimase comunque lì dov'era, le braccia del suo ragazzo, erano così comode, ma soprattutto calde, sentiva troppo freddo per privarsene.
«Dobbiamo andare, Takashi...» gli sussurrò con dolcezza Dracorius.
Il giovane mago si alzò in piedi, però, poco dopo crollò in avanti privo di sensi. Felipe lo sorresse: «Draco, Takashi è troppo debole, dobbiamo allontanarci da qui e trovare un posto per riposare»
«Vi posso portare io fuori da qui. Dovete far visitare il vostro amico a un medico al più presto» disse l'elfo senza giri di parole.
«Ci fidiamo di te, è solo grazie al tuo aiuto che abbiamo potuto guadagnare un po' di tempo con la ferita di Draco»
Ares schioccò le dita e le corde che avevano tenuto l'elfo legato scivolarono a terra.
«Draco, porto io Takashi tu non devi sforzarti troppo» disse Felipe sfiorando il volto del fratello.
Dracorius per un attimo rimase sorpreso, però, appoggiò la guancia sul palmo fresco del fratello: «Va bene. Grazie, Felipe»
«Seguitemi» Rubinjo sentiva il bisogno di rimediare al suo errore. Dracorius prese la borsa di Takashi assieme alla sua e si misero in marcia.
L'elfo li guidava lungo i sentieri più sicuri e protetti.
Intanto Takashi aveva iniziato ad affannare, ma anche Dracorius non era messo bene.
«Draco, ti consiglio di riprendere un po' fiato, vogliamo fermarci un po'?» disse Ares restandogli vicino in caso di bisogno.
«No, sto bene...» era provato psicologicamente e fisicamente, ma voleva portare Takashi al più presto fuori di li.
«Draco! Attento!» Ares si mosse velocemente, mettendosi davanti a lui facendogli da scudo, alcune frecce lo colpirono in pieno petto.
«State fermi pazzi! Non dovete attaccarli! Sono protetti dalla foresta!» esclamò Rubinjo rivolto agli elfi nascosti tra gli alberi.
«Ares, no!» l'urlo di Dracorius svegliò Takashi che guardò il demone terrorizzato.
«Non preoccuparti, sto bene...» sorrise, ma delle lacrime scesero sul suo volto. Quando perse i sensi Rubinjo lo soccorse.
Dracorius si era mosso per aiutarlo, ma una fitta al braccio lo aveva bloccato, facendogli perdere quel poco di colore che aveva ripreso.
«Chi cazzo è stato a fare questo?» la rabbia di Felipe fece muovere gli alberi disturbati da tutto quel potere magico.
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Il libro maledetto
FantasyTratto dal prologo: Questa storia ebbe luogo tantissimo tempo fa, in un regno ricco di misteri e magia. La superficie del pianeta era divisa in cinque parti, ognuna con caratteristiche diverse. Questo è il luogo che i nostri protagonisti conoscon...