Capitolo 39

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Capitolo 39. L'aiuto di Spike

Ormai erano arrivati al castello non potevano più tornare indietro, sapevano che sarebbero stati in pericolo se si fossero traditi e Zel aveva una persona all'interno di esso che lo avrebbe aiutato a costo della vita.

«Aspettate nell'ombra. Devo fare una cosa » lanciò qualcosa in aria che appena lasciata la sua mano diventò invisibile e volò verso qualcuno a tutti gli altri ignoto.

«Che facciamo adesso?» Neko era piuttosto preoccupato non sapeva bene cosa doveva aspettarsi.

«Restiamo nell'ombra e aspettiamo» sapeva che Neko avrebbe avuto una sorpresa molto gradita, dovevano solo aspettare un pochino.

Passò mezz'ora prima che qualcuno si avvicinasse a loro con il volto coperto da un mantello nero: «Finalmente cosa stavi facendo, Spike?» sembrava irritato dal tono di voce che stava usando, però, in realtà sorrideva perchè era davvero molto felice di rivederlo.

Gli era mancato moltissimo, quanto suo fratello se non di più.

«Scusami se sono in ritardo. La prossima volta arrangiati da solo...» si voltò dandogli le spalle e il cappuccio gli scivolò scoprendogli il volto.

«S-Spike, come hai fatto a salvarti?» gli domandò Neko sorpreso.

Il demone si voltò all'improvviso guardando il mezzo demone: «Neko, sei davvero tu?» lo guardò sorpreso per un attimo.

Non riusciva a credere hai suoi occhi.

«S-Si sono io...» la voce del mezzo demone era incerta.

La cosa non sorprese per niente Spike, sapeva come si sentiva nell'essere tornato di nuovo nella sua vecchia casa.

Voleva poterlo aiutare in qualche modo, però, non sapeva come fare.

«Ti devo chiedere scusa, Neko. Quella notte ho cercato di spiegare tutto a Zel. Ci ho solo guadagnato...» fece per dire qualcos'altro, però, lasciò cadere il discorso dicendo semplicemente: «Lasciamo perdere...»

A nessuno sfuggì, però, il suo passarsi una mano sul petto e il suo sguardo si fosse rabbuiato per un attimo. Zel che si sentiva davvero in colpa per quello che aveva fatto a Spike disse: «Avrei dovuto crederti. Mi dispiace»

«Non preoccuparti. Ormai credo di stare meglio» gli rispose Spike sorridendogli insicuro.

Non era mai stato bravo a dire bugie, però, per evitare che Zel facesse qualche cavolata per farsi perdonare cercava di essere il più credibile possibile.

Neko notando che l'amico voleva cambiare discorso disse: «Spike, loro sono Hikaru e Andrew» indicò i due ragazzi che fino ad allora erano restati in silenzio.

«Piacere di conoscervi. Neko, vedo che alla fine hai trovato la tua anima gemella» disse il demone sorridendo.

«Sì. Hikaru è il mio gattino, però, c'è altro del quale vorremmo parlarti se è possibile trovare un posto sicuro qui...» disse scettico.

Non era per niente sicuro che ci fosse un posto del genere in quel luogo.

La voce stanca di Hikaru arrivò alle orecchie del mezzo demone: «Neko, non c'è la faccio...»

Quest'ultimo guardò Hikaru che sorretto da Andrew faceva fatica a tenere gli occhi aperti e il suo respiro era affannato.

Spike capì al volo la gravità della situazione e disse: «Svelti seguitemi...»

Andrew prese tra le braccia Hikaru e seguì di corsa i tre demoni dentro il castello.

Oltrepassarono velocemente la zona del palazzo principale. Restando nascosti nell'ombra raggiunsero il palazzo secondario dove alloggiava Spike.

Il libro maledettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora