Capitolo 21

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Capitolo 21: Ritorno al regno di Sion

Era ormai pomeriggio inoltrato quando Felipe, Ares, Dracorius e Takashi raggiunsero l'entrata del regno di Sion.

Felipe disse: «Eccoci arrivati...» avevano appena varcato la soglia della cittadella, quando Dracorius fu colto da un giramento di testa, che lo costrinse ad appoggiarsi sul muro al suo fianco.

Il ragazzo che non aveva perso di vista il fratello chiese: «Cosa volete fare?»

Il demone rispose: «Io vorrei vedere il paese e il castello...» era incuriosito da tutte le cose nuove che vedeva fuori dal suo regno, e sperava d'imparare cose nuove. Felipe adesso che avevano preso la loro decisione disse: «Va bene, ma stiamo uniti e vicini. Non si sa mai cosa può succedere...»

Takashi e Ares annuirono, il ragazzo sapeva che loro due e il demone lo avrebbero protetto.

Non poteva, però, impedirsi di avere paura che venissero feriti a causa sua.

Il cavaliere disse nuovamente: «Andiamo. Draco, ci sei?»

Takashi lo guardò e il suo cuore perse alcuni battiti vedendolo pallido e affannato mentre si reggeva al muro così gli passò una mano sul volto facendoglielo rialzare con delicatezza e gli chiese: «Draco, stai bene?»

Il ragazzo rispose cercando di non far agitare troppo Takashi: «Sì, sto bene. Era solo un giramento di testa...»

Si avviarono verso il castello, quando entrarono al suo interno tutti si voltarono a guardarli, però, alla vista di Ares distolsero lo sguardo terrorizzati.

Si fecero annunciare al re, con la voglia di finire al più presto.

Il re diede loro il permesso d'entrare e lo seguirono mentre diceva: «Benvenuti, ragazzi. Cosa ci fa quel demone con voi?»

Takashi rispose con astio mal celato: «Questi sono fatti nostri signore...» si rifiutava di chiamarlo padre, infatti nella sua voce si sentiva solo l'odio per quella persona.

Callisto gli chiese tranquillamente: «Figlio mio che cos'hai? Sei cambiato...» sembrava poco sorpreso di questo. Era pronto ad attuare il suo piano.

Il giovane prestigiatore rispose: «Non chiamarmi figlio. Non ne hai nessun diritto» 

A quelle parole l'uomo tremò di rabbia, ma i suoi occhi erano bramosi, voleva Takashi e lo avrebbe avuto a tutti i costi e sbottò infastidito: «Stupido ragazzino impertinente...» fece per tirargli uno schiaffo, ma Felipe e Ares gli bloccarono il braccio tornando al loro aspetto originario.

Il cavaliere disse: «Non avrebbe dovuto farlo. Takashi, è il principe del Paese del Vento, io e Dracorius siamo i suoi custodi. Ares, è il capo del Paese del Fuoco ci porti rispetto...»

«Cosa state dicendo?» chiese Callisto facendo un passo indietro spaventato da quella reazione. Non aveva immaginato di certo uno sviluppo del genere. Quello che lo preoccupava di più era il fatto che Takashi non avesse reagito, ma fosse rimasto fermo sul posto a guardarlo, mentre uno strano sorriso si faceva largo sul suo volto.

Il libro maledettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora