Capitolo 6

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Capitolo 6. L'incontro con Razak

Il palazzo era molto grande e pieno di trappole. C'erano lance nascoste pronte a scattare appena il meccanismo venisse toccato, fossati che si aprivano nel pavimento pronti a inghiottirti e farti cadere su un letto di pali appuntiti che sbucavano come funghi dal terreno.

C'erano anche delle tagliole che scendevano dal soffitto pronte per tagliarti a pezzi e delle statue a forma di serpente che se ti avvicinavi troppo lasciavano fuoriuscire dalla bocca spalancata dell'acido altamente corrosivo. Sul pavimento c'erano delle griglie di scolo che se calpestate liberavano delle nubi tossiche, che soffocavano il malcapitato.

Dracorius dopo esser stato ferito era il più sofferente a causa della ferita subita in precedenza, riusciva a malapena a tenere il passo con gli altri. Anche se il fratello lo sorreggeva non c'è la faceva davvero più, così si rivolse a Rish affannato: «Rish, puoi venire un attimo per favore...»

Il demone gli si avvicinò.

Felipe preoccupato gli domandò: «Draco, cosa ti succede? Mi sembri molto stanco» non sapeva cosa fare per aiutarlo, oltre a mostrargli tutto il suo sostegno.

Il cavaliere sospirò esausto: «Scusate se vi sto rallentando» era debole e il suo corpo tremava scosso da brividi di freddo. La sua temperatura corporea, a causa del veleno che aveva in corpo, stava scendendo rapidamente e se non avessero fatto qualcosa in fretta per lui non ci sarebbero state speranze.

Il demone prese in mano la situazione: «Felipe, fallo sedere. Credo di sapere cos'ha» un'idea si fece largo nella sua mente terrorizzandolo per un attimo.

 Aveva ragione dovevano agire subito senza perdere altro tempo. Non sapeva, però, se il ragazzo ce l'avrebbe fatta a buttare fuori dal suo corpo quello che lo stava distruggendo.

Felipe guardandolo speranzoso gli chiese conferma delle sue parole: «Davvero?» 

Intanto Takashi restava in silenzio, pietrificato dietro di loro dal terrore che lo avvolgeva, Sasorch lo guardava preoccupato, non sapeva cosa fare, vedeva il filo dorato che lo collegava a Dracorius. Se solo avesse saputo come comportarsi con quel ragazzo dagli occhi di giada, forte e fragile allo stesso tempo, avrebbe potuto aiutarlo.

Non era bravo in quelle cose, Rish invece sapeva sempre cosa fare. Rish con calma continuò a dare loro delle indicazioni: «Sì, ma adesso mi devi aiutare. Takashi, vieni anche tu» era molto preoccupato per Dracorius.

Il giovane mago riprese il controllo di sé stesso provando a nascondere tutto quello che sentiva il quel momento e si avvicinò: «C–cosa devo fare?» era terrorizzato, non sapeva se sarebbe riuscito a fare quello che Rish gli avrebbe chiesto.

Il demone capendo il suo stato psicologico gli sorrise tranquillizzandolo: «Devi rallentare la fuori uscita del sangue...»

Il giovane prestigiatore fece un respiro profondo cercando di calmare il suo cuore che batteva forte, richiamò a sé il suo potere magico e si concentro sulla ferita di Dracorius: «Dovrei farcela...» 

Felipe era terrorizzato all'idea che il fratello dovesse soffrire: «Per lui adesso sarà molto doloroso?»

Il demone non se la sentiva di mentire: «Sì. Draco, devo togliere le bende che ti ho messo, Felipe ti terrà fermo»

Il ragazzo, alle sue parole, rispose: «Fai quello che devi, Rish. Sono pronto» Il demone iniziò a toglierli le bende che ormai erano totalmente inutilizzabili e piene di sangue.

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