Capitolo 22

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Capitolo 22: Mi chiamo Zel

La notte era passata svelta.

Quando Neko si svegliò Hikaru era privo di sensi e scosse la testa: «E adesso, cosa dovrei fare?» cercava di capire cosa fosse meglio per lui e per il ragazzo. Quello di cui aveva la certezza era che non poteva lasciarlo così, adesso che aveva visto una parte del suo passato.

Non doveva stare al suo fianco, ma se lo avesse lasciato da solo lo avrebbero di certo ucciso. Gli tornò in mente suo fratello e sospirò tristemente uscendo dalla grotta. Andò a sedere sulla riva del lago per riflettere.

Non si accorse, però, che alle sue spalle era arrivato un altro demone, che lo attaccò facendolo cadere a terra e sbattere contro un masso che gli spezzò alcune costole.

Alzando lo sguardo disse: «Sei tu Zel, cosa vuoi?»

Non rispose all'attacco, ma si tolse la maglia scoprendo il punto dove le costole gli si erano rotte gemendo di dolore. Aveva la sensazione che si fosse rotto anche qualcos'altro dato che faticava a respirare.

«Che hai combinato? Ieri ho visto dei raggi luminosi partire dal tuo nascondiglio e ho trovato questo. Non capisco cosa sia. Non mi permette di vederlo» gli domandò perplesso e incuriosito mostrandogli un altro frammento del cuore di Hikaru.

«Vieni con me» rispose lui per poi correre rapidamente verso la grotta.

Entrati al suo interno Zel vide il ragazzo e guardò Neko sospettoso, aveva notato subito l'assenza di qualcosa nel suo corpo: «Dov'è il suo cuore?» percepiva l'assenza di esso nel suo petto.

«Posso avere quel frammento che hai trovato?» gli domandò il mezzo demone incerto.

«A che ti serve?» gli domandò perplesso.

Non era disposto a separarsi dalle sue proprietà così facilmente.

Neko lo conosceva bene, ma voleva aiutare Hikaru a costo di calpestare il suo orgoglio: «Per favore, Zel...» guardava il demone tremando sapeva che se lo irritava rischiava di essere ucciso.

«Tsk... ti piacerebbe non sono così stupido...» ma poi qualcosa lo lasciò senza parole Neko si era inginocchiato davanti a lui: «Ti prego aiutami...»

Zel non aveva mai visto Neko in quello stato, si era pure inginocchiato davanti a lui e ora lo implorava. Era quasi tentato dal tirargli un calcio in faccia, ma si trattenne dal farlo, su quella storia voleva saperne di più: «Tienilo. Sei solo un mezzo demone schiavo delle proprie emozioni...» lo osservò con disprezzo e gli lanciò il frammento.

Neko afferrò l'oggetto al volo guardandolo triste e afflitto.

Zel lo odiava davvero tantissimo e non ne sapeva il motivo.

Questo lo feriva moltissimo, però, si voltò andando verso Hikaru dicendogli: «Dopo che avrò recuperato tutti questi pezzi potrai uccidermi» la sua voce era triste e rassegnata, però, voleva rivedere il sorriso sul volto del fratello.

«Stanne certo...» il demone uscì dalla grotta e si appoggiò alla parete.

Intanto Neko rimise il pezzo del frammento nel petto del ragazzo, appena ebbe finito si avviò all'entrata della grotta dove Zel lo aspettava.

Il demone, però, notò subito qualcosa di strano nel mezzo demone e lo osservò pensieroso.

«Neko, stai bene?» si voleva mostrare freddo, ma era troppo preoccupato.

Era pur sempre suo fratello, e non poteva spezzare facilmente quel legame, anche se avrebbe tanto voluto farlo dopo quello che gli avevano detto.

«S – si certo...» rispose lui, ma furono le ultime parole che disse prima di crollare in avanti privo di sensi.

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