Qûãråñtúńø

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- Argh!- un mugolio di dolore lasciò le labbra rosee di Edelgyth.

- Mi scusi mia signora...- Svannhild guardava la sua signora con dispiacere.

Il volto di Edelgyth non era più lo stesso.

Conservava sempre la sua bellezza, ma quell'occhio, quella ferita che partiva dalla fronte e arrivava sino allo zigomo, stonava con la perfezione giovanile dei lineamenti.

La ferita era stata ripulita a dovere e ora appariva solo come una linea rosata.

Il vero problema era l'occhio.

Se due giorni prima , risultava solo un poco opaco, adesso, il classico color mogano che caratterizzava l'iride di Edelgyth, era stato sostituito da un colore più chiaro, tendente al turchino, segno inequivocabile della parziale cecità della ragazza.

- Non fa niente Svannhild, non è colpa tua... ora va, ho bisogno di stare da sola.-

Una volta che Svannhild ebbe lasciato la stanza, Edelgyth si osservò nel bronzo lucidato.

L'occhio turchino la fece rabbrividire.

Strinse i pugni, sentendo le lacrime scendere da entrambi gli occhi.

- Maledizione!! - con un impeto di ira, scaraventò tutti gli oggetti presenti sulla toeletta , a terra.

E infine, si lasciò andare ad un pianto disperato.

Violenti singhiozzi scuotevano il suo petto e copiose lacrime le bagnavano il viso.

In quel momento entrò Ivar.

Edelgyth stoppò il suo pianto disperato.

- Uccellino..-

Edelgyth scosse la testa , abbassando il capo: non voleva mostrare al marito la sua faccia .

- Non chiamarmi così... non farlo.-

Ivar si avvicinò e si lasciò andare al suo fianco.

- Guardami te ne prego.-

La ragazza scosse ancora una volta la testa - No..- la voce le uscì tremolante e ad Ivar si spezzò il cuore.

- Edelgyth.. guardami.-

Le sollevò la testa , facendo incontrare i loro sguardi.

La ragazza , quando vide le gemme azzurre del marito, distolse lo sguardo.

- Non sei mai stata così bella.-

Edelgyth trattenne il respiro .

Ivar continuò .

- Sei stata coraggiosa e forte . Per questo, nonostante quella ferita, sei dannatamente bella. Quella cicatrice - fece scorrere lentamente le sue dita su quell'imperfezione - quella cicatrice , è un segno della tua forza , del tuo coraggio. È un segno di prestigio.-

- Tutti guardandoti sapranno che sei Edelgyth l'Impavida, colei che ha sfidato il suo assassino , sbattendogli in faccia di essere sopravvissuta. Per questo sei così bella .-

Gli occhi di Edelgyth si fecero ancora lucidi e appoggiò il suo volto al palmo del vichingo.

- Sei bella e..- Ivar trattenne per un momento il respiro - Quando ti ho vista lì, con il volto esangue ... il mio cuore , per un momento, era morto.. io.. senza di te , non sarei riuscito ad andare avanti .-

Edelgyth sollevò lo sguardo - Perché mi dici questo?-

Ivar abbassò lo sguardo per poi puntarlo subito in quello della sua sposa.

- Perché non voglio vederti così , non tu, la mia bellissima sposa , la mia forte regina , la madre dei miei figli . Sei stata capace di donarmi ciò che tutti dicevano che non avrei avuto. -

Edelgyth lo guardava ormai rapita , ma Ivar non aveva ancora finito.

- Mi hai donato la cosa più preziosa che possedevi... il tuo cuore. E ora, è giusto , ma soprattutto è mio desiderio, donarti il mio.-

La ragazza spalancò gli occhi, il volto ora era una maschera di stupore .

- Il mio cuore è tuo Edelgyth,spero tu possa custodirlo meglio di quanto abbia fatto io in questi ultimi tempi.-

Edelgyth chiuse per un momento gli occhi , poi , dopo che due lacrime ebbero solcato le guance arrossate della ragazza, lei li riaprì.

- Lo custodirò gelosamente.- poi , lasciò distendere i suoi lineamenti in un sorriso .

- Bene, non voglio vederti piangere , voglio vederti felice mio uccellino. Ma ora , parlami della tua teoria .-

Edelgyth prese un bel respiro e strinse le mani di Ivar per farsi forza.

- Dopo la nostra discussione- e qui Edelgyth lesse dispiacere nei pozzi blu del marito.. - giravo per i corridoi del palazzo. Era tutto così buio e io non mi ero portata alcuna fiaccola.-

Si passò una mano sul volto, asciugandosi le ultime lacrime.

- Poi , mi sono imbattuta nel vescovo guerriero al servizio di Alfred, al solo pensiero rabbrividisco ... lui.. lui ha iniziato a parlare di come io e i miei bambini siano destinati alla dannazione. Parole terribili! Non sono riuscita a sentire una parola di più, così sono fuggita, ma credo di essermi persa.-

- Sono arrivata poi presso le scalinate che tu conosci bene e lì... lì qualcuno mi ha spinta giù Ivar , lo so , perché, mentre cadevo, mentre tentavo di salvarmi la vita aggrappandomi a ciò che potevo.. ho visto un 'ombra in cima alle scalinate. Poi credo di aver perso i sensi..-

Ivar la guardava fisso ed Edelgyth poteva quasi sentire gli ingranaggi del suo cervello lavorare senza sosta.

- Credi sia stato il vescovo?-

- Ma è un uomo di chiesa! Un servo di Dio! Uccidere un innocente equivale alla dannazione dell'anima!-

Ivar le aggiustò una ciocca che era sfuggita all'acconciatura.

- È vero,ma, da ciò che mi hai raccontato, ai suoi occhi non sei una donna innocente. Hai giaciuto con un Pagano e gli hai dato dei figli. Per lui sei una peccatrice. -

Edelgyth dovette trovarsi d'accordo con l'osservazione del marito.

- Ma io sono un membro della famiglia reale! Ecberth era mio zio! Ethelwulf mio cugino, così come Alfred!-

- Io credo che dovremmo parlarne con il re .- continuò la ragazza.

Ivar le accarezzò dolcemente la testa.

- No Edelgyth , non parleremo con re Alfred. Non voglio che tu faccia sapere a nessuno ciò che hai appena rivelato a me. Quando tuo cugino verrà qui, tu riferirai che sei caduta , il recente parto ti aveva spossata e tu hai avuto un capogiro. -

Edelgyth lo guardava stranita - Perché mi chiedi di mentire? Credi che mio cugino metta in dubbio le mie parole?-

- No,ma se come dici tu, ha totale fiducia nel vescovo, credo che si confiderà con lui . E se è davvero quest'uomo l'autore di questo fatto, tenterà ancora di ucciderti . Ti giuro che scoprirò chi è stato, ma dobbiamo agire con discrezione. Manderò Svannhild in giro in cerca di informazioni.-

Edelgyth annuì - Poi, quando questa storia sarà finita, parleremo bene della questione irlandese . Non credere che io non me ne rammenti.-

Ivar sorrise - Certo, come desideri mia regina!-

|𝕸𝖞 𝖉𝖆𝖗𝖑𝖎𝖓𝖌 𝖉𝖆𝖗𝖐𝖓𝖊𝖘𝖘 |𝕴𝖛𝖆𝖗 𝖙𝖍𝖊 𝕭𝖔𝖓𝖊𝖑𝖊𝖘𝖘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora