Vęntøttõ

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- Si dia inizio al duello!-

Ivar sbattè il suo sostegno sul suolo, producendo un rumore secco che diede inizio al primo duello del ting.

Edelgyth osservava , ma allo stesso tempo disprezzava , questi duelli basati esclusivamente per vedetta o per chi sa quale faida di sangue.

I due contendenti quel giorno erano due uomini giovani, dall'aspetto fiero e robusto, tipico di un norreno.

- Per quale motivo combattono?- chiese Edelgyth, sporgendosi verso Ivar , in modo che solo lui sentisse la domanda che aveva appena posto.

- Per una donna ovviamente. Entrambi amano la stessa giovane , ma lei si rifiuta di scegliere un pretendente. Così hanno deciso di sfidarsi al ting per ottenere la mano della ragazza.-

Edelgyth pensò che fosse come una delle ballate che i menestrelli intonavano nella corte del Wessex, dove vi era sempre la storia di una giovane di straordinaria bellezza contesa tra due valorosi e prodi guerrieri.

Ma scacció subito quella visione idilliaca e romantica dalla testa quando assistette alla tragica fine di uno dei due duellanti.

Accadde tutto in un attimo.

Un momento prima erano alla pari, ma poi quello più alto e possente aveva tentennato.

L'avversario non si era lasciato scappare quella fatale occasione: la sua lama aveva reciso la giugulare dell'altro contendente.

Fiotti di sangue scuro sgorgarono dalla ferita e l'uomo si accasciò a terra, spirando poco dopo.

Il vincitore alzò le mani al cielo, poi pulì la sua spada e andò al cospetto del re.

Ivar si alzò e dopo aver osservato sia il vincitore che il cadavere del perdente , fece avvicinare il frutto di quella contesa.

Una giovane donna sui venticinque anni, dai lunghi e setosi capelli biondi raggiunse anch'ella il cospetto del re.

- Thorbjørn Haraldson , hai vinto il duello, dunque questa donna ora appartiene a te e te soltanto.-

Il ragazzo, con ancora il volto sporco di sangue, afferrò per la vita la giovane e fece combaciare le loro labbra.

In tutto ciò Edelgyth era rimasta sconvolta.

Aveva stretto le dita attorno i braccioli del suo trono e non riusciva a togliersi dalla testa il volto dallo sguardo vitreo del cadavere rimasto nell'arena dei duelli.

Ivar notò questo turbamento, tuttavia non disse nulla, cosa che qualcun'altro invece non fece.

- La piccola sassone è rimasta leggermente turbata dalle nostre tradizioni.-

Davanti la ragazza si ritrovò uno dei fratelli di Ivar che la scrutava leggermente divertito.

Se Edelgyth rammentava bene , doveva trattarsi di Sigurd.

- In effetti non posso dire di essere rimasta indifferente, tuttavia mi sono trovata già in precedenza in una situazione analoga.-

La ragazza non voleva mostrarsi intimorita .

Sigurd fece schioccare la lingua  - Giusto, hai dovuto compiere il sacrificio per la tua consacrazione agli dei. Ivar ce ne ha parlato.-

- Davvero? -

Sigurd annuì e si accomodò accanto alla ragazza .

- Ci ha riferito che sei stata coraggiosa per una giovane della tua età, per giunta sassone.-

Edelgyth storse il naso, davvero non riusciva a mandare giù quei pregiudizi riguardo le sue origini.

- Perché voi tutti pronunciate la parola "sassone" come se si trattasse di un insulto? Si tratta pur sempre della mia gente, quindi gradirei un minimo di rispetto .-

|𝕸𝖞 𝖉𝖆𝖗𝖑𝖎𝖓𝖌 𝖉𝖆𝖗𝖐𝖓𝖊𝖘𝖘 |𝕴𝖛𝖆𝖗 𝖙𝖍𝖊 𝕭𝖔𝖓𝖊𝖑𝖊𝖘𝖘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora