Era rimasta sola, completamente sola.
Ivar se ne era andato probabilmente in collera con lei, ma questo poco le importava.
Aveva notato piacevolmente che era riuscita a suscitare un piccolo mutamento nell'animo del vichingo e, questo doveva ammetterlo, ne era rimasta particolarmente soddisfatta.
Forse, se lui avesse cambiato leggermente il suo atteggiamento, la convivenza non sarebbe stata totalmente insopportabile.
Si diede mentalmente della stupida per quest'ultimo pensiero.
Eppure, dopo il sacrificio, dopo che lui l'aveva, se così si può dire, rassicurata, qualcosa era scattato dentro di lei.
E quel qualcosa era tornato a farsi sentire, quando aveva scoperto la condizione del vichingo e i suoi sforzi per essere normale.
E poi, era sempre una donna, o meglio, una giovane donna, sposata ad un altrettanto giovane marito, che per giunta era anche di bell'aspetto.
Ma era solo apparenza.
Se il cielo gli aveva donato un bel viso, aveva compensato con un animo psicopatico e sadico.
Alfred gliene aveva raccontate di storie sul suo conto, su come avesse ucciso i suoi nemici o anche solo tutti coloro che sembravano avere un 'opinione differente dalla sua.
Alfred aveva parlato di veri e propri roghi, di delle carneficine in piena regola.
Lei, sebbene non fosse il tipo di donna che si sconvolgeva davanti a queste barbarie, all'epoca non poté reprimere un brivido lungo la spina dorsale.
Eppure , quella era la realtà? Lei non era mai stata una che si basava sulle opinioni altrui, preferiva averne una propria, tuttavia, almeno fino a quel momento, sembrava proprio che quelli fossero i comportamenti tipici del vichingo.
Ci deve essere altro, non può solo ridursi alla storiella di un cruento capo clan.
I quei giorni aveva scandagliato bene il suo sposo.
C'era qualcosa che le sfuggiva , qualcosa di importante, che forse le avrebbe permesso di capire di più l'animo misterioso del marito.
Aveva capito che era una persona che doveva aver sofferto molto.
Questo lo leggeva chiaramente nei suoi occhi blu.
Probabilmente, la sua condizione , agli occhi del suo popolo, doveva essere sembrata come qualcosa di debole, di cui vergognarsi ed Edelgyth sapeva bene quale effetto producessero le malelingue sull'animo delle persone.
Ma appunto, ci doveva essere dell'altro, ci doveva per forza essere un fattore scatenante.
Eppure, far aprire il vichingo era pressoché impossibile, lui capiva subito le intenzioni altrui, essendo intelligente, quindi si rifugiava nella sua tanto amata corazza di ghiaccio, nel suo scudo protettivo.
E la ragazza, non conoscendo la lingua, non avrebbe nemmeno potuto provare a domandare in giro qualcosa sul passato di suo marito.
Anche se, a pensarci, non avrebbe fatto differenza avere dimestichezza o no di quella strana lingua.
Il suo nuovo popolo sembrava detestarla a causa delle sue origini sassoni, quindi , sarebbe stato tutto inutile
Edelgyth decise di smetterla di fare quegli stupidi pensieri, prese un libro e decise di estraniarsi da tutto ciò.
***
Era ormai giunta la sera, il pallido sole che prima splendeva su Kattegat, si era definitivamente ritirato, lasciando spazio ad una nottata decisamente gelida.
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|𝕸𝖞 𝖉𝖆𝖗𝖑𝖎𝖓𝖌 𝖉𝖆𝖗𝖐𝖓𝖊𝖘𝖘 |𝕴𝖛𝖆𝖗 𝖙𝖍𝖊 𝕭𝖔𝖓𝖊𝖑𝖊𝖘𝖘
Historical FictionIX secolo dopo Cristo, Inghilterra. Edelgyth è una giovane principessa sassone cresciuta nella corte sfarzosa del regno più vasto delle Isole Britanniche: il Wessex. Nipote e cugina di re , si ritrova a destreggiarsi in una società misogina , propri...