Qüåttørdïčį

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Era rimasta suo malgrado con l'amaro in bocca.

Come mai Ivar, sembrava quasi provare repulsione nei suoi confronti?

Eppure, aveva appena dichiarato di volere una tregua...

Era sincero?

O forse era un'altra delle sue trovate, dei suoi giochetti?

Eppure, era proprio sincerità quella che Edelgyth leggeva negli occhi blu e quasi impenetrabili del vichingo.

Al mattino, come del resto si era aspettata la ragazza, Ivar non era presente al suo fianco.

Rimaneva un mistero quell'uomo , credeva che non sarebbe mai riuscita a comprenderlo a pieno, ad arrivare a carpire tutti i segreti dell'anima del suo sposo.

Prima voleva una, così come l'aveva chiamata lui, tregua, poi si rifiutava di adempiere ai doveri coniugali.

E lei, non capiva il motivo di questo suo smarrimento.

Perché ci era rimasta male?

Cos'era cambiato in quei giorni ? Stava forse affezionandosi al vichingo?

Non poteva essere, lei non poteva provare sentimenti positivi verso un pagano.

Eppure, la sensazione delle sue labbra sulle proprie, della sua presa salda , ma delicata sulla vita, le avevano smosso qualcosa.

Era come se il suo cuore , talmente batteva forte, volesse uscire dallo sterno.

Non si era mai sentita così con nessuno.

Era come se lui le tirasse fuori emozioni che mai avrebbe pensato di provare , come se avesse scovato la chiave segreta del suo cuore .

Ma non poteva essere così!

Continuava a ripetersi la ragazza incessantemente, come ad auto convincersi.

Lei odiava Ivar e quel bacio non le era piaciuto.

Eppure, le sue labbra sembravano bramare ancora quelle del vichingo...

Si diede mentalmente della stupida.

Non era di certo il momento di concedersi pensieri del genere.

Le venne invece voglia di andare a tirare un po' con l'arco .

Si chiese mentalmente dove l'avesse messo.

Era un arco davvero particolare, un altro regalo di Ecberth.

Era di legno di cedro, molto flessibile, con intarsi in avorio qua e là .

Lei lo aveva amato subito, come del resto amava tutto quello che riguardava la guerra, il combattimento.

Ci aveva messo poco ad imparare ad usarlo e ora, ovviamente dopo il combattimento corpo corpo, era diventata la sua disciplina preferita.

Si chiese se ci fossero dei bersagli da qualche parte, ma poi pensò che avrebbe potuto benissimo tirare sui tronchi degli alberi.

Decise di vestirsi senza troppe pretese, magari non l'avrebbero riconosciuta, magari sarebbe potuta sembrare una normale donna norrena .

Indossò un semplice abito rossastro, con qualche inserto di pelliccia sui polsi e sul collo.

I capelli invece, li lascio sciolti, consentendo ai suoi ricci neri di ricadere morbidi sulle spalle.

Rivolse un ultimo pensiero a suo marito, non capendo i suoi atteggiamenti, poi scosse la testa e uscì.

                                      ***

Faceva davvero freddo quel giorno, i suoi sospiri si condensavano nell'aria, creando delle piccole nuvolette di vapore.

|𝕸𝖞 𝖉𝖆𝖗𝖑𝖎𝖓𝖌 𝖉𝖆𝖗𝖐𝖓𝖊𝖘𝖘 |𝕴𝖛𝖆𝖗 𝖙𝖍𝖊 𝕭𝖔𝖓𝖊𝖑𝖊𝖘𝖘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora