Il banchetto durò fino alle prime luci dell'alba.
Edelgyth era rimasta per tutto il tempo seduta accanto al suo futuro sposo come voleva la tradizione, ma non aveva più conversato con lui.
Il ragazzo sembrava padroneggiare abbastanza bene la lingua sassone, tuttavia le sue parole erano sporcate da quell'accento aspro e duro che era quello norreno.
Edelgyth aveva potuto notare che non era una persona di molte parole.
Dopo quel piccolo, anzi brevissimo scambio di battute, il giovane re se ne era stato nel suo, facendo roteare sulle dita degli strani coltelli dalla forma di goccia.
Edelgyth di soppiatto gli aveva lanciato delle occhiate, nella speranza di captare anche solo un minimo cambiamento nell'espressione del ragazzo.
Tutto ciò non era accaduto.
Inoltre, fatto ancora più strano, quando era arrivato il momento di danzare, lui non l'aveva invitata.
Magari non era un'usanza norrena, tuttavia era una tradizione sassone e se Edelgyth doveva sposarlo, avrebbero dovuto trovare dei compromessi.
Inoltre non riusciva a capire il motivo del suo irrigidimento quando re Ethelwulf aveva nominato gli eredi.
Forse non la trovava attraente? Forse preferiva le donne norrene??
Eppure Edelgyth aveva sempre fatto colpo su qualsiasi uomo, pagano o Cristiano che sia, quindi davvero non riusciva a trovare un motivo per essere stata trattata con tanta freddezza.
C'era da dire però che anche lei non era stata da meno.
Non era mai stata nota per la sua timidezza, quindi tutti e specialmente Alfred e la regina Judith, rimasero abbastanza sorpresi quando lei non partecipò a nessun dibattito o conversazione.
Per tutta la serata era stata seduta, aveva bevuto e aveva cercato di concentrarsi su qualsiasi cosa che non fosse stata il giovane uomo seduto accanto a lei.
Non avrebbe mai perdonato Ethelwulf per averla venduta, perché così era stato, ad un invasore .
E lei non era Judith, a lei della patria non importava proprio niente se veniva minata la sua felicità e la sua libertà.
Ora, con gran sollievo di Edelgyth, era arrivato il momento per i norreni di tornare nel loro avamposto.
Il giovane si alzò e si allontanò con il re a discutere di Dio sa solo cosa.
Edelgyth istintivamente si rilassò, percependo distintamente i muscoli sciogliersi e distendersi.
Il principe Alfred le fu accanto.
- Come ti è sembrato?-
Edelgyth fece schioccare irritata la lingua .
- Praticamente non mi ha guardata, non che la cosa mi dia fastidio. Tuttavia, se davvero non gli provoco niente che non sia indifferenza, non capisco perché abbia accettato di sposarmi.-
Alfred le accarezzò dolcemente la testa, con fare fraterno.
- Sicuramente ti ha trovata bella, come tutti del resto, ma devi capire che questa è la prima volta che vi vedete . Inoltre lui è un norreno.-
Edelgyth non capì la giustificazione di Alfred, tuttavia non ci badò molto poiché il re l'aveva chiamata con un cenno.
La ragazza si alzò, facendo volteggiare i lunghi capelli d'ebano.
Con passo aggraziato e veloce, fu al fianco del re e del suo promesso.
- Mia cara, il matrimonio sarà fissato per questo venerdì, un giorno propiziatorio .- fece un largo sorriso ed Edelgyth capì che era felice di sbarazzarsi di lei.
- E dopo?- chiesa Edelgyth, avendo paura di conoscere già la risposta.
Inaspettatamente fu il ragazzo a rispondere.
La sua voce, stranamente musicale e profonda , solleticò le orecchie di Edelgyth.
- Verrai con me a Kattegat.-
Come una pugnalata al cuore.
Se lo sarebbe dovuta aspettare, non poteva pretendere di rimanere nel Wessex, doveva smetterla di fare la stupida.
Edelgyth lanciò un'occhiataccia al vichingo , che non abbassò lo sguardo di fronte a quello minaccioso della ragazza.
Ethelwulf fece un sorriso tirato, captando inevitabilmente la tensione nell'aria.
- Suvvia Edelgyth, ti aspettavi qualcosa di diverso? Hai mai sentito parlare di un marito ed una moglie che vivono separati?-
Edelgyth non sopportava più il suono della risata di scherno del cugino.
Lei non era una stupida, non era un'inetta come lo era lui, che non era nemmeno riuscito a difendere il suo paese da degli invasori Pagani.
Questo però ebbe la decenza di non dirlo.
Avrebbe trovato un altro modo per vendicarsi di Ethelwulf.
Con una grande forza d'animo, sfoderò il più falso dei sorrisi falsi.
- Certo cugino, hai pienamente ragione. Come sempre mi sono comportata da ragazzina quale sono, ma lasciami trarre una conclusione se non ti dispiace.-
Ethelwulf non ebbe nemmeno il tempo di controbattere che la ragazza riprese a parlare.
- Siccome hai gentilmente combinato questa splendida unione per me, cugino, facendomi questa meravigliosa sorpresa, spero che tu ti sia preoccupato di preparare il mio corredo, o forse credi che io viva con quattro stracci come una popolana?-
Il re non rispose.
Edelgyth rise maligna, coprendosi la bocca con la mano.
- Oh davvero , ora non parli cugino? E dimmi un'altra cosa. Hai pensato alla mia dote? O forse credi davvero che le fortune di mia madre rimangano a te?-
Siccome Ethelwulf si ostinava a non rispondere, la ragazza proseguí incalzandolo malignamente.
- E le mie proprietà? Dimmi cugino, rimarranno a te?? -
- Ora basta! Non comportarti da impertinente! Ti darò tutto ciò che ti spetta.- il re aveva tentato di rimediare al suo mutismo, tuttavia indubbiamente quello scontro era stato vinto da Edelgyth.
- Ora Edelgyth, saluta il tuo promesso, vi rivedrete tra due giorni per il matrimonio, poi partirai con lui .-
La ragazza riluttante si avvicinò al ragazzo e gli lasciò un leggero e quasi inesistente bacio sulla guancia ruvida di barba, poi come da tradizione, prese il suo fazzoletto e lo consegnò al giovane re.
- Vi lascio questo pegno del mio amore e del mio desiderio per voi, in attesa del giorno lieto che sarà il nostro matrimonio.- mai pronunciate parole più false .
Tuttavia il ragazzo la ripagò con la stessa moneta di falsità.
- Lo accetto.- ancora quello sguardo da brivido, ancora quello sguardo che terrorizzava Edelgyth.
Non lo avrebbe mai amato, non avrebbe mai amato un uomo così, un pagano.
***
Quella notte non chiuse occhio.Tutto ciò le sarebbe mancato.
Non voleva lasciare la sua casa per andare in un covo di norreni, non voleva non essere più libera.
Una lacrima sfuggì al suo comando e lei la represse quasi con uno schiaffo.
Non era una donnicciola, aveva pianto già abbastanza per quella situazione .
Quella notte promise a se stessa che, qualsiasi cosa sarebbe successa, non si sarebbe fatta sottomettere, non sarebbe stata la " moglie devota" che Ethelwulf tanto decantava .
Lei sarebbe stata libera, in un modo o nell'altro lo sarebbe stata.
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|𝕸𝖞 𝖉𝖆𝖗𝖑𝖎𝖓𝖌 𝖉𝖆𝖗𝖐𝖓𝖊𝖘𝖘 |𝕴𝖛𝖆𝖗 𝖙𝖍𝖊 𝕭𝖔𝖓𝖊𝖑𝖊𝖘𝖘
Historical FictionIX secolo dopo Cristo, Inghilterra. Edelgyth è una giovane principessa sassone cresciuta nella corte sfarzosa del regno più vasto delle Isole Britanniche: il Wessex. Nipote e cugina di re , si ritrova a destreggiarsi in una società misogina , propri...