Capitolo 43.

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È pomeriggio.
Sto appena tornando a casa.
Jackson è rimasto a casa.
Era stanco ha detto.
Sono andata da sola un'attimo in libreria.
A vedere se c'era qualcosa che mi attirava.
Che poteva distrarmi.
Ma nulla.
Non c'è nulla che mi può attirare.
Anzi, che mi può distrarre.
Ho scritto a Joseph.
Sta cercando una soluzione.
Ha detto testualmente che deve finire di 'organizzare' quello che ha in mente.
Non so cos'ha in mente.
Spero sia qualcosa di positivo.
Una soluzione.
E non altro.
Apro la porta di casa togliendomi la giacca di pelle.
Vado in cucina poggiando le chiavi sul mobile e, appena mi giro, noto Zoe entrare in stanza.
Mi guarda sedendosi alla sedia e sorridendo: "Ehy, sei tornata."

Annuisco facendo un sorriso e toccandomi il collo: "E Jackson? È ancora sopra in camera?"
Lei mi guarda confusa aggiustandosi la maglia: "No, mi ha detto mezz'ora fa che ti raggiungeva in biblioteca ed è uscito."
Eh?
Cosa?
Ma a me ha detto che era stanco.
Faccio una smorfia muovendo le mani non capendo: "Impossibile, mi ha detto che era stanco e voleva riposarsi ma anche se fosse non l'ho visto."
Zoe mette una mano in faccia appoggiandosi al tavolo mentre io rimango appoggiata al mobile.
Che fine ha fatto Jackson?!
Dov'è andato?!
Prendo il cellulare cercando di chiamarlo.
Ecco che squilla.
Rimango ferma ad aspettare che risponde ma ecco che parte la segreteria.
Eh?!

No, dai.
Non pure lui.
Che fine ha fatto?!
Perché non risponde?!
Posso continuare all'infinito.
Non m'interessa.
Ma deve rispondermi.

(...)

*La sera, nel frattempo..*

Jackson POV:

Continuo a camminare in mezzo a questa specie di bosco con la torcia in mano.
Sto facendo il giro largo.
Meglio evitare la porta principale.
Ci sono guardie.
E prima ho notato la dottoressa fuori.
La Staple.
Si, sono fuori a quel maledetto luogo.
Quello dove si trova Kevin.
Voglio tirarlo fuori.
Rischio qualcosa?
Si.
Essendo un'Ospedale Psichiatrico, non penso che Kevin e gli altri due sono gli unici dentro.
Quindi rischio di trovarmi di fronte qualcuno di davvero pericoloso.
O rischio che mi scoprono e quindi finisco in carcere per infrazione.
Non devo farmi scoprire quindi.
Devo far attenzione.

Continuo a camminare quando sento, ancora una volta, il telefono squillare.
È Laurel.
Non rispondo ancora.
E decisamente non gli dirò dove sono.
Deve capirlo.
È una cosa che voglio fare io.
Da solo.
Forse è una pazzia o forse ne uscirò sano e salvo.
Ma devo farlo da solo.
Non voglio mettere in pericolo nessuno.
Mi aggiusto lo zaino sulla spalla continuando a camminare lentamente.
Mi fermo vicino all'uscita dal bosco trovandomi a pochi passi con l'entrata di sicurezza.
Continuo a tenere la torcia in mano sospirando quando, all'improvviso, mi sento toccare la spalla.

Mi giro di scatto per lo spavento e noto Caroline.
Cosa?!
Che diavolo..?!
Un'altro poco e mi faceva morire, dio!!
Che ci fa qui?!
La guardo mettendo una mano sul petto riprendendo fiato: "Maledizione, Caroline, mi hai fatto quasi morire."
Lei fa un leggero sorrisino alzando le mani: "Scusa, ma almeno non mi hai trovato al tuo fianco. In quel modo saresti morto veramente come minimo."
Roteo gli occhi per poi incrociare le braccia spegnendo la torcia cambiando discorso: "Che ci fai qui, scusa?"

Si appoggia ad un albero muovendo una mano: "Ho incontrato Laurel oggi pomeriggio in biblioteca mi aveva detto che era da sola perché tu eri stanco, mi è sembrato strano quindi sono andata alla casa per vederti.. Ma tua sorella mi aveva detto che eri uscito cinque minuti prima per raggiungere Laurel.. Insomma, facendola breve ho collegato quello che mi ha detto Laurel di Kevin con questo fatto e avevo capito che eri qui."
Wow.
Un genio.
Mi ha trovato in poco tempo.
Ma ora deve andare via.
Non deve rischiare.
Faccio un sorriso ironico annuendo toccandogli la spalla: "Certo, sei stata geniale, complimenti.." poi la prendo dal polso incominciando a rifare la strada per tornare indietro: "Ma adesso torni a casa tua, Laurel ha bisogno di te."

Scuote il braccio facendomi mollare la presa seria: "Ha bisogno anche di te, se la metti così."
La guardo serio scuotendo la testa ritornando di fronte a lei: "Io devo fare quello per cui sono qui, non po-"
Mi interrompe alzando un sopracciglio: "Liberare Kevin? Pensi di riuscirci da solo? Dammi la possibilità di aiutarti."
È testarda.
Lei e Laurel ecco perché vanno d'accordo così tanto.
Si sono proprio trovate.
Faccio una piccola risata evitando di alzare la voce indicando verso il palazzo: "Tu non sei mai entrata lì dentro, Caroline. Non posso rischiare che vieni con me lì e che ti succede qualcosa, torna a casa."

Sto per incamminarmi verso il palazzo quando si piazza davanti seria.
Roteo gli occhi e lei riprende a parlare gesticolando: "Senti, in questo periodo ho solo saputo le novità tramite cellulare e non mi sono fatta vedere per niente. Avevo ancora paura di quello che avevo passato con Kevin.. O come volete chiamare quella personalità.. E ho pensato di più a riprendermi. Davo consigli a Laurel quando mi chiamava, si, ma non è lo stesso come aiutare. Quindi io entro lì dentro con te e non cambierò idea, okay?"
La guardo in silenzio riaccendendo la torcia.
Ormai ha deciso tutto lei.
Maledizione.
Volevo entrare da solo così ero tranquillo che nessuno degl'altri era in pericolo.
Invece nulla.

Annuisco leggermente poco convinto sospirando: "Vabbene, okay, ormai hai deciso tu. Andiamo." infine riprendo a camminare.
Ci fermiamo appena arrivati vicino alla porta d'emergenza e sospiro.
Lo sto per fare veramente.
Non ne sono tanto sicuro, però devo farlo.
Voglio aiutare Kevin.
Sto per mettere una mano sulla porta quando squilla il cellulare.
Lo prendo dalla tasca guardando lo schermo e leggendo ancora una volta 'Laurel'.
Rimango qualche secondo fermo, prima di alzare il cellulare e gettarlo nella foresta.
Non posso rischiare che mi chiama quando sono dentro.
Non voglio essere scoperto.
Anche perché devo tenere sotto controllo Caroline.

Passa qualche minuto prima che riesco ad aprire la porta.
La spingo aprendola e mantenendola e guardo Caroline serio: "Sei sicura di voler venire con me?"
Lei annuisce senza aggiungere nulla ed entrando.
Tiro un sospiro guardandomi intorno fuori per poi entrare anch'io chiudendo la porta lentamente.

Quindi eccoci qui.
Qui dentro.
Adesso è il momento di trovare la stanza di Kevin.
Devo riuscire a trovare la sala della guardia di sicurezza.
Così dalle telecamere trovo direttamente la stanza e la raggiungo.
Mi serviranno anche le chiavi.
Ma a quello ci penserò io.
Non dobbiamo farci scoprire.
Quindi è meglio fare tutto con cautela.
Altrimenti finiamo in guai seri.

Darkness Love [Kevin Wendell Crumb]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora