Capitolo 41.

59 4 0
                                    

È sera.
È da ieri, da quando ho aiutato Jackson, che stiamo pensando a dove può essere andato Kevin.
Stamattina siamo tornati alla casa.
Ma nulla.
Era tutto come abbiamo lasciato.
Non era lì.
Ho chiamato alla Fletcher.
Per sapere se è da lei.
Ma non ha risposto.
Domani andrò a chiederglielo di persona con Jackson ovviamente.
Ora devo solo trovarlo.
Continuiamo a camminare fissandoci intorno guardando ogni punto attentamente.
Jackson cerca sempre di tranquillizzarmi da stamattina dicendo che lo troveremo.
Ma non lo so sinceramente.
Voglio solo che non lo trova la Staple.

Mi fermo due secondi vicino al recinto di una fabbrica abbandonata riprendendo fiato.
Sono decisamente stanca.
Il massimo che ci siamo fermati è per prendere le patatine da mangiare.
Ma poi abbiamo subito ripreso l'andata.
Quindi penso che ora serve che ci fermiamo un po'.
Jackson si piega leggermente mettendo le mani sulle ginocchia prendendo fiato: "Non ho mai fatto una camminata del genere in vita mia."
Faccio un piccolo sorriso scuotendo la testa.
Menomale c'è lui.
Menomale mi solleva di morale.
Altrimenti starei pensando ancora a dove potrebbe essere Kevin.

Mi aggiusto il cappello sollevandomi mettendomi dritta guardandomi intorno.
È impossibile che è scomparso.
Che non si trova.
Non penso sia andato dall'altra parte della città.
Quindi qui deve trovarsi.
Sto per parlare quando vediamo delle macchine con un camion dietro passare di fronte a noi.
Guardo Jackson confuso e lui ricambia lo sguardo facendo cenno di seguirle.
Non so perché dobbiamo seguirle.
Che c'entrano con Kevin?
Rigiro lo sguardo notando il camion passare in quello stesso momento e spalanco leggermente gli occhi.
'Raven Hill Memorial'.
Vengono da quell'ospedale psichiatrico.
Spero che non è per Kevin.

Iniziamo a correre seguendoli lungo tutta la via e li vedo fermarsi.
Scendono delle guardie armate e noto che scendono pure delle cose nere.
Non riesco a capire per bene cosa sono.
E decisamente non vorrei saperlo.
Jackson mi prende per mano correndo senza farci notare da loro e posizionandoci al lato del camion.
In uno spazio dove non c'è nessuna guardia.
Mi affaccio lentamente e, all'improvviso, le guardie accendono delle luci.
Metto una mano vicino alla faccia fastidiosa.
Dio, che fastidio.
A che servono ste luci?

Le spengono dopo qualche secondo e, appena rigiro lo sguardo, noto lui.
Kevin.
Inginocchiato.
Sto per fare un passo avanti quando Jackson mi ferma.
Guardo attentamente la scena ed ecco che esce anche lei da dietro le guardie.
La dr. Ellie Staple.
Lo dovevo immaginare che era qui.
Va verso Kevin alzando la voce per farsi sentire da tutti: "Questo è l'uomo che cercavamo. Se non fosse stato per il ragazzo che ci ha aiutato spiegandoci tutto, non so cosa sarebbe successo."
Oh no.
Forse ho capito chi intende.
Guardo ancora attentamente la scena ed ecco infatti che esce lui anche.
Christopher.

Sto per fare un passo avanti ma Jackson mi ferma scuotendo la testa.
Delle persone si avvicinano a Kevin sollevandolo e venendo verso il camion.
Oh no.
Meglio allontanarci.
Ci allontaniamo mettendoci poco più lontano dietro un'angolo e continuo a guardare la scena.
Kevin viene caricato sopra e, prima che chiudono gli sportelli, gira lo sguardo notandomi.
Lo guardo sentendomi gli occhi diventare lucidi e, in meno di cinque minuti, ecco che l'area viene sgomberata e rimaniamo io, Jackson e un Christopher decisamente soddisfatto.

Lo odio.
Lo odio veramente.
Esco da dietro l'angolo sedendomi a terra e sospirando.
Jackson guarda verso Christopher e, in quel momento, ecco che quest'ultimo ci nota.
Viene verso di noi tutto fiero e sorridente allargando le braccia: "Avete visto tutto a quanto pare, eh?"
Lo guardo alzandomi e alzando anche la voce con gli occhi lucidi: "Ma che problemi hai?! Hai fatto chiudere una persona che aiutavo in un'ospedale psichiatrico, ti rendi conto?!"
Lui alza le mani e le sopracciglia sorridendo ancora: "Beh, dovresti dire a tuo cugino di far attenzione a chi lo segue. Ne ho tratto vantaggio quando ho visto il tuo tizio correre fuori casa sua senza Jackson che lo seguiva."

Jackson fa un passo indietro abbassando la testa.
Rigiro lo sguardo su Chris scuotendo la testa seria: "Non finisce qui, Christopher. Me la pagherai per questo, sia chiaro."
Mi giro andando verso Jackson e incamminandoci verso casa.

Jack non ha nessuna colpa.
Non poteva sapere che lui lo seguiva.
Devo tornare a casa e chiedere aiuto a Joseph.
E a Benjamin.
E Luke.
Può essere che loro, oltre Jackson, mi possono dare una mano.
Possono farsi venire in mente una soluzione.

(...)

*Diverse ore dopo, a casa di Laurel..*

È mezzanotte.
Quasi mezzanotte.
Sono in salotto con Jackson, Joseph, Luke e Benjamin.
Gli ho spiegato che è successo.
Hanno iniziato a fare altre domande.
A cui, ovviamente, ho dovuto rispondere.
Jackson è troppo silenzioso.
Da quando abbiamo finito di parlare con Chris e siamo andati via.
Non riesco a capire che ha.
Perché non parla?
Benjamin mette un gomito sul bordo del divano sospirando: "Che situazione, veramente."
Joseph annuisce incrociando le braccia abbassando lo sguardo: "Ho passato e sto passando lo stesso con mio padre, posso capirla."
Luke lo guarda confuso rimanendo in piedi: "Scusa, tuo padre è lì dentro? Perché?"
Joseph muove una mano sospirando e chiudendo gli occhi: "Lunga storia, in parole povere è forte.. Più del normale.. E riesce a capire se siete buoni o meno sfiorandovi ed è stato preso."

Mi siedo sulla poltrona mettendo i gomiti sulle ginocchia: "Quella dottoressa.. Si occupa di persone speciali aveva detto."
Luke alza un sopracciglio sollevando le spalle: "Si, è un'ospedale psichiatrico quindi si occupa di persone con problemi."
Scuoto la testa spostando l'attenzione su di lui: "Non in quel senso, i suoi unici due pazienti, prima di Kevin, erano suo padre e un'uomo sulla sedia rotelle che ha un'intelligenza assurda ed è imprevedibile."
Luke sospira alzando le sopracciglia sedendosi accanto a Joseph.
Jackson si tocca il collo per poi dirigersi verso le scale del piano di sopra.

Ma che ha?
Perché fa così?
Mi alzo seguendolo e, appena arrivo vicino a lui, lo fermo confusa.
Si gira guardandomi e muovo una mano seria: "Che hai, Jackson? Perché sei silenzioso?"
Si ferma sul primo gradino mettendo le mani nelle tasche: "Kevin.. È stato preso a causa mia. Non posso essere molto d'aiuto se una cosa che faccio va male."
Gli tocco la spalla facendo una smorfia salendo il gradino: "Jackson, tu non hai nessuna colpa. È stato Christopher, okay? Tu non hai fatto nulla di sbagliato."
Lui rimane a testa bassa annuendo per poi alzare lo sguardo su di me alzando le sopracciglia: "Già, beh, vallo a dire a Kevin.. Vedendo dove si trova ora."

Sto per parlare ma mi interrompe salendo le scale.
Christopher lo ha convinto che è colpa sua.
Ma non è così.
Lui non ha nessuna colpa.
Scendo il gradino sospirando e noto Luke vicino al bordo della porta.
Lo guardo in silenzio e viene verso di me abbracciandomi: "Tranquilla, domani starà meglio. È solo nervoso per quello che è successo."
Ricambio l'abbraccio sospirando e annuendo: "Lo spero."

Spero veramente che Jackson capisce che non è colpa sua.
Non deve darsi colpe che non ha.
Lui non ha fatto nulla.
È tutta colpa di Christopher.
È ossessionato.
Troveremo una soluzione e tireremo Kevin fuori di lì.
Non merita di stare lì dentro.

Darkness Love [Kevin Wendell Crumb]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora