Capitolo 14

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Scese dalla limousine, alzando lo sguardo per osservare l'hotel di suo nonno: Le Grand Paris, l'hotel più famoso di tutta Parigi, che come proprietario aveva il vecchio sindaco della città.
Secondo lui era stato un bene che non avessero più votato suo nonno, anche se gli voleva bene. Non era stato un bravo sindaco e mai lo sarebbe diventato, era un imprenditore e l'unica cosa che sapeva fare era dare ordini agli altri.

«Bentornato signorino Kurtzberg!» lo salutò l'uomo all'entrata, spostandosi di lato per permettere a lui di entrare.

«Grazie... Buona giornata» lo salutò lui sorridendo imbarazzato, sospirando dopo che le porte si fossero richiuse alle sue spalle.

Era così complicato per lui comportarsi male, non era nella sua natura, non riusciva proprio. Sua madre e suo padre invece, erano tutto il contrario: urlavano con i camerieri e il resto del personale ogni giorno, quasi rischiando di fargli saltare i timpani.
Non capiva perché fosse capitato proprio a lui, avrebbe notevolmente preferito essere stato messo in adozione, piuttosto che vivere in una famiglia dove i genitori non c'erano mai.

«Claude, bentornato!» gli disse Jean, affiancandolo nell'ascensore: «Com'è andato questo primo giorno in una scuola nuova?»
«...Decisamente alla grande. Ho conosciuto due ragazzi e una ragazza straordinari, sono diventati subito miei amici»
«Uh che cosa bella, e come si chiamano?»
«Eeh... Nicole e Alain Lahiffe e... Louis Agreste»
«...Agreste?!»
«Sì... C'è qualcosa che non va'?»
«Decisamente. Non nominare il suo cognome in presenza dei tuoi, quella famiglia e i tuoi genitori sono cani e gatti.»
«Che vuoi dire?»
«Ne parliamo nella tua stanza...» gli disse subito dopo, vedendolo annuire.

Si avviò verso la stanza con Claude di fronte, aprendogli la porta dopo che fosse arrivato di fronte alla sua camera. Lo fece entrare e lo seguì all'interno, chiudendo la porta alle proprie spalle.

«Quando i tuoi e i suoi genitori andavano alla scuola che frequenti tu adesso, c'era un notevole... Dibattito tra loro. Suo padre è un vecchio amico d'infanzia della signorina Bourgeois, e fidati, ha fatto molto bene a rompere i loro contatti.»
«Perché?»
«Perché tua madre era... Innamorata di lui, ma ancora mi è veramente chiaro tutto ciò. Poi, il signor Kurtberg era innamorato della madre di questo Louis. Era tutto un intoppo credimi, ed è meglio se non ne parli con i tuoi.»
«...Hanno mai voluto scambiare due parole con me?» gli ricordò Claude, guardandolo gli occhi lucidi.

Jean gli posò una mano sulla spalla, vedendolo abbassare lo sguardo. Era terribile ciò che la signorina Bourgeois faceva a suo figlio: abbandonarlo a sé stesso, senza neanche salutarlo una volta, abbracciarlo... Niente.

«JEAN-CLAUDE!!» urlò qualcuno alla porta, prima che essa venisse letteralmente sfondata: «Eccoti scansafatiche!» urlò di nuovo la signora Bourgeois, con gli occhi fissi sul maggiordomo: «Hai parlato o no con mio padre?»
«Non ne ho avuto il tempo signorina...»
«Ti licenzierò un giorno se non la pianti di fare così. Sei un maggiordomo, perciò deciditi un pieno ad ascoltare ciò che ti dico!!» urlò subito dopo, uscendo dalla stanza sbattendo la porta.

«Non mi ha nemmeno visto...» sussurrò Claude, tirando su con il naso.

«Vuoi venire con me? Andiamo da tuo nonno» gli propose lui, ricambiando il sorriso che gli era comparso sul volto.

«Sei il migliore del mondo Jean...» gli disse subito dopo, asciugandosi l'occhio destro con la mano.

«Oh avanti, sono solo un maggiordomo...»
«No, sei anche il mio migliore amico...» gli ricordò Claude, vedendolo sorridere.

«Dai andiamo» gli disse subito dopo, avviandosi insieme a lui fuori dalla stanza, camminando per quel corridoio che ormai conosceva a memoria.

«Tu sei il maggiordomo migliore del mondo!» confessò Claude, con gli occhi accesi come due stelle.

All'Inizio Era Solo Un Sogno - Sequel Di "A Dream?"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora