Capitolo 12

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«Louis? Amico stai bene?» gli chiese Alain, sporgendosi dal suo banco.

Louis appoggiò i palmi sul banco rialzandosi lentamente, sbattendo varie volte gli occhi dopo essersi riseduto.

«Lou?» lo chiamò Nicole, sporgendosi appena.

Louis aprì la bocca per rispondere, ma non emise un suono.

«Ho forse detto qualcosa di... Sbagliato?» gli chiese Claude, stringendo i denti.

«N-no è che... Io conosco tuo padre e... E... Credo di aver capito chi sia tua madre...»
«... Non sei il primo che lo capisce...» disse Claude abbassando lo sguardo.

«E chi sarebbe sua madre?» chiese Alain, guardando Louis.

«... Chloé Bourgeois...» sussurrò Louis, vedendo Nicole e Alain spalancare la bocca.

«No... Ma veramente?» chiese Alain puntando lo sguardo su Claude.

«Sì...» rispose lui con ancora lo sguardo basso: «Tutti credono che io sia uguale ai miei: viziato, egocentrico, cinico... Ma io non sono così...» ammise Claude negando con la testa.

Alain e Louis si scambiarono uno sguardo, entrambi intristiti al sentire quei pregiudizi che giravano su Claude. Non potevano credere che molte persone credevano ancora che il figlio doveva per forza essere come i genitori, non era così, non era mai stato così, delle volte era possibile, ma non sempre.

«Ehi Claude?» lo chiamò Nicole posandogli una mano sulla spalla: «A noi non importa chi tu sia o chi siano i tuoi genitori, la scuola per te deve essere un luogo di sfogo in cui puoi essere chi sei davvero, non una prigione dove la gente può farsi beffa di te. Capito?» gli chiese sorridendo, notandolo con lo sguardo puntato contro il suo.

«E ritorna 'Nicole matura'» disse Alain roteando gli occhi.

«Un'amica già ce l'hai, poi sei anche tu che devi mostrare agli altri chi sei» gli ricordò subito dopo, allontanando la mano e incrociando le braccia sul banco.

Claude ricambiò il suo sorriso dopo qualche secondo, prima di annuire deciso.

«Di amici ne hai due» dichiarò Alain, dandogli una pacca sulla spalla.

«Tre» aggiunse Louis, con la schiena posata contro lo schienale e le braccia dietro alla testa: «Ognuno di noi è unico nel suo genere, non importa chi siano i genitori.»
«Hai parlato proprio tu...» gli disse Nicole, ridacchiando.

«Appunto, se sono il primo a dirlo è vero»
«Quanto sei egocentrico...»
«Senti chi parla, Nicky»
«Smettila di chiamarmi in quel modo!» esclamò lei subito dopo, come se a breve volesse sbranare Louis.

Claude sgranò gli occhi, ancora nuovo in faccende ravvicinate come quelle.

«Sei confuso, vero?» gli chiese Alain incrociando le braccia al petto.

«Beh, sì...»
«Non badarci, fanno sempre così...»
«... Perché? Stanno insieme?» chiese Claude, sobbalzando dopo aver sentito Alain schiattare a ridere come un ossesso.

«Nicole e... Louis? Insieme?! Ma fammi il piacere, AHAHAHAHAHAHA!!!» rise di nuovo lui, rischiando di cadere dal banco.

«Che ho detto di male?»
«Amico tu... Nei rapporti sei veramente inesperto lasciatelo dire...»
«Io non so neanche cosa siano i rapporti...»
«...Ok va bene, basta parlare dei tuoi demoni-genitori, però veramente... Nicole e Louis? Ma come ti è venuto in mente?»
«Ma non li vedi come si parlano?»
«E allora? Sono cresciuti insieme amico! E ovvio che si comportino così...»
«Tu con lei non ti comporti così...»
«È mia sorella... Ecco perché...»
«...Io sono figlio unico...»
«...La tua vita mi sta ricordando quella di zio Adrien...»
«Zio Adrien? Parli di Adrien Agreste?»
«Sì lui...»
«...Beh hai ragione... Tranne per il fatto che i miei genitori non mi calcolano per niente... Per loro io non ci sono affatto. È come se fossi un soprammobile! Quando arrivano i loro amici a casa devo stare composto e non dire una parola fino a che non mi fanno domande... Sono anche nato prematuro ed è un miracolo se sono ancora vivo...»
«Mamma mia che cosa orribile... Però è vero, hai la faccia che sembra quella di un bambino...»
«Io odio la mia vita...» disse subito dopo, posando la fronte contro le braccia.

All'Inizio Era Solo Un Sogno - Sequel Di "A Dream?"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora