Capitolo 18

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«AAAAAAAAAAAAAAHHH!!!»

Zoe all'udire quell'urlo sobbalzò sulle scale, voltandosi verso il corridoio.

«Emma?» la chiamò la bambina, stringendo i denti oltre al corrimano.

Scese le ultime scale, avviandosi velocemente verso il bagno. Sgranò gli occhi al vedere la porta spalancata e una macchia rossa sul pavimento.

«Silence...»
«AAAAAAAAAAAAAAAAHHH!!! MAMMAAAA!!!» urlò correndo verso la cucina, con le lacrime agli occhi.

Corse a perdifiato verso la cucina, aggrappandosi a sua madre dopo averla raggiunta.

«Zoe? Tesoro mio che succede?» le chiese accarezzandole la testa.

«Mamma... C'è... C'è...» singhiozzò lei, iniziando a piangere tra le sue braccia.

«Che cosa c'è? Emma e Sakura dove sono?» chiese Ombre, alzandosi dalla sedia su cui si era seduto.

«...Mamma... Ho paura...» singhiozzò lei, stringendosi più forte a lei dopo che l'avesse presa in braccio.

«Zoe che c'è?»
«Sakua?» chiese Stéphane, aggrappandosi alla maglia di suo padre.

«Non ci sono... Né Emma... Né Sakura...» singhiozzò la bambina contro la spalla della madre: «Ho... Sentito solo... Una voce... Bruttissima...»
«Oh Tesoro...» sussurrò sua madre, continuando ad accarezzarle i capelli.

Louis si alzò velocemente dalla sua sedia, scattando fuori dalla cucina per raggiungere il bagno, e osservare con i suoi occhi cosa era davvero successo. Notò la porta leggermente aperta, e poi spalancò gli occhi dopo aver visto quel liquido rosso cremisi sul pavimento. Si piegò sulle ginocchia, avvicinando impaurito il dito alla macchia per cercare di capire di chi fosse. Dopo aver sentito che il liquido avesse aderito alla sua pelle, lo avvicinò al naso, spalancando gli occhi dopo averlo riconosciuto.

«Emma...» sussurrò subito dopo, correndo verso la cucina con le mani strette a pugno.

Non poteva più aspettare. Doveva uscire con i suoi genitori e trovare il responsabile di tutti quei casini, avrebbe ricevuto una pena terribile,me probabilmente anche peggiore di quelle dell'inferno.

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Fece qualche passo, affiancando la persona che gli aveva donato quei poteri. Tutta quella forza dentro di sé la sentiva scorrere come il sangue nelle sue vene, confondendo spesso i suoi pensieri.

«...Perché hai preso proprio lei?»
«È stata la prima di cui ho incrociato lo sguardo... È stata leggermente sfortunata...» rispose la figura, avvicinando la mano destra guantata di rosso al viso della ragazzina: «Non resterai qui a lungo, ritieniti fortunata solo per questo...» sussurrò scostandole un ciuffo moro dalla fronte, che le fece notare la ferita che le aveva fatto.

«Credi che verranno?»
«I supereroi di Parigi non lasciamo mai la città in balia dei cattivi...»
«Come puoi esserne tanto certa?»
«Lo so e basta...» rispose lei rialzandosi la terra, avvicinandosi poi alla ringhiera della torre, per osservare la piazza che ancora ospitava molti cittadini, ancora ignari di ciò che sarebbe successo di lì a poco: «Devi fare qualche danno, altrimenti qui non arriverà nessuno...»
«Sì... Akumu...» rispose Contrarie annuendo, sistemandosi i due guanti bianchi prima di saltare giù dalla torre, creando un cratere con il pugno dopo l'atterraggio.

Akumu si voltò di nuovo verso la ragazzina, guardandola ancora immobile, con le mani legate dietro alla schiena, gli occhi chiusi e il bavaglio bianco sulla bocca.

All'Inizio Era Solo Un Sogno - Sequel Di "A Dream?"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora