Capitolo 29

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«Mi prendono ancora in giro... Io non ce la faccio più...» ammise Oliver con lo sguardo puntato a terra.

«Che cosa ti hanno detto?» gli chiese Rose, seduta accanto a lui.

«Mi ricordano che non ho un papà... Mi chiamano femminuccia perché vivo con te e la mamma... E poi dicono che se mi hanno abbandonato una volta, lo faranno di nuovo...» raccontò Oliver stringendo forte le sue mani.

«Cosa?! Chi ti ha detto queste cose?»
«Un ragazzo che viene a scuola con me...» rispose Oliver mentre una lacrima gli rigava la guancia: «Io non ce la faccio più... Non è colpa mia...»
«Oliver...» lo chiamò lei prima di abbracciarlo forte, guardandolo appoggiare la testa alla sua: «Non devi credere a quello che ti dicono gli altri, io e la mamma non ti abbandoneremo mai...» gli sussurrò all'orecchio stringendolo più forte.

«Perché esistono ancora i pregiudizi mamma?»
«Non lo so Amore...»
«Perché l'essere umano è stupido, semplice» rispose Juleka sedendosi accanto a Rose.

«Sia femmine che maschi?»
«Sì, entrambi» rispose annuendo: «Però le donne stupide alcuni le chiamano tro-»
«Juleka!» la richiamò Rose voltandosi verso di lei.

«Che ho detto?» chiese lei ricambiando il suo sguardo, voltandosi entrambe verso Oliver dopo che gli fosse scappata una risata.

«Gli altri non hanno idea di quello che dicono» disse rialzando la testa mentre ridacchiava ancora: «Voi due siete le madri migliori del mondo...» disse sorridendo.

Rose e Juleka ricambiarono subito il suo sorriso, quest'ultima allungando una mano per scompigliare i capelli bruni di Oliver.

«E io continuo a ripetere che hai gli occhi come Rose...» disse facendogli scappare un altro sorriso.

«Juleka...»
«Cosa Rosellina?» chiese lei guardandola roteare gli occhi: «Ok chiudo la bocca»
«No dai scherzavo...» le disse baciandole la guancia, riposando lo sguardo su Oliver: «Stai meglio Amore?»
«Sì, vi voglio bene» disse alzandosi dal divano per abbracciarle entrambe.

«Ti vogliamo bene anche noi...»

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«Ma perché mi sono lasciato coinvolgere...»
«Guarda che roba, hai partecipato ad un solo attacco e adesso tutti parlano di te!»
«Abbassa quella voce!» le ribadì Louis tappandole la bocca.

«Mmm...» mugugnò lei con gli occhi assottigliati, sbattendoli solo dopo che Louis le avesse tolto le mani dalla bocca: «Allora... Questione nome? Non hai ancora trovato niente?»
«No! E devo farlo alla svelta perché non voglio essere chiamato Buggy, è terribile!»
«Sì hai ragione... Ma non puoi semplicemente chiamarti Chat Bug? Chat Violet non ti si addice e poi... Non mi pare esista un gatto con le macchie.»
«Chat Bug... Non lo so...»
«Fidati di lei per una volta!» gli raccomandò Alain sdraiato sul letto di Louis, al momento impegnato a scegliere una canzone da mettere.

«...Menomale che Emma, Sakura, Stéphane, Hugo e Zoe sono nell'altra stanza, non voglio mettere nessuno in pericolo»
«Tu non metterai mai nessuno in pericolo sei un supereroe e sei anche molto forte, smettila di sminuirti e datti una mossa altrimenti non potrai più farlo» gli ricordò Nicole tirandogli un pugno amichevole sulla spalla, tirandosi su la montatura degli occhiali che le era appena scivolata.

«Delle volte mi chiedo come faccio ad essere amico di una ragazza fantastica come te...»
«Ah non lo so, tu mi hai vista quando ero appena nata caro»
«Nuda no! Ti ricordo questo»
«E menomale guarda...» rispose Nicole appoggiando la testa alla sedia da ufficio.

All'Inizio Era Solo Un Sogno - Sequel Di "A Dream?"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora